Sanità - 15 giugno 2023, 07:00

Salviamo la sanità pubblica. Oggi medici, operatori sanitari italiani, scendono in piazza

Ad Asti la manifestazione si sarebbe dovuta tenere alle 14.30 con un'assemblea al Cardinal Massaia, ma non ci sarà, nonostante fosse indicata nell'elenco. Riflessioni e dati astigiani

Salviamo la sanità pubblica. Oggi medici, operatori sanitari italiani, scendono in piazza

Uno slogan forte, che nei sogni dovrebbe diventare realtà, ma la situazione è grave "e anche seria" (semi cit.).

"Salviamo la sanità pubblica" è il cappello sotto il quale oggi, in 34 città italiane manifesteranno medici, operatori sanitari e cittadini.

 

Sit-in, assemblee e incontri per denunciare i pericoli che minano la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e "sollecitare interventi per scongiurare il collasso del sistema". 

A Roma è previsto un sit-in davanti al Ministero dell'Economia e delle Finanze a cui partecipano i segretari nazionali delle sigle promotrici: Anaao Assomed, Cimo- Fesmed, Aaroi-Emac, Fassid, Fp Cgil Medici, Federazione Veterinari e Medici, Coordinamento area medica, Uil Fpl e Cisl medici.

Liste di attesa e aumento della spesa privata

"A motivare la manifestazione, spiegano i sindacati, la crescita delle liste d'attesa, con conseguente aumento della spesa privata e della rinuncia alle cure".

Problema del quale vi abbiamo più volte parlato con la costituzione del Comitato della salute e con la recente marcia regionale.

Il collasso del quale si parla sopra e soprattutto le lunghe liste di attesa, coinvolge, naturalmente anche Asti e tutto l'ampio territorio che gravita incessantemente sull'unico ospedale per gli oltre 200mila abitanti.

Da tempo si parla di allarme carenza medici e un flash mob dei sindacati all'ospedale, aveva denunciato ulteriormente le carenze.

Ad Asti niente assemblea

Calo di soldi, di investimenti in sanità, fuga dei medici che ora chiedono il conto alla politica, ma ad Asti la manifestazione - un'assemblea alle 14.30 - non si farà.

Abbiamo fatto alcune riflessioni con il dottor Claudio Sciacca, vicepresidente dell'Ordine dei medici, gastroenterologo, e rappresentante Anaao.

"Già dal 2010 molti sindacati dei medici ospedalieri avevano preannunciato che a 10 anni dalla denuncia ci sarebbe stata, vista la programmazione del Ministero della Salute e quella dell'Università, una importante carenza di specialisti negli ospedali", sottolinea ricordando che in 10 anni gli ospedali piemontesi hanno perso fino al 25% (ad Alessandria) del personale che si traduce in una carenza effettiva di circa 623 medici, pari al 7% del personale sanitario.

Carenza di medici, ad Asti, del 10%

Per Asti la carenza è di - 10%, To3 e Cuneo1 - 16% ,Verbania -15%, Vercelli -11.5%,To4 -11%,To5 -5%,Novara - 7%,Biella -4%, Cuneo 2 -3% (Dati Anaao).

Una popolazione che tra l'altro diventa sempre più anziana con un aumento esponenziale di cronicità e il bisogno di medici aumenta di conseguenza.

"Non va confusa la carenza di specialisti rispetto a quella di laureati - rimarca Sciacca -, infatti, i secondi sono, rispetto alla media europea numericamente adeguati. Di contro vi è stata un mancanza di volontà ad aumentare le Borse di studio per la formazione specialistica di nuovi medici, determinando cosi un imbuto formativo, deleterio per il Servizio sanitario".

Solo per il Piemonte, al 2023, la carenza potrebbe essere di ben 1500 medici, soprattutto in determinate specialità, come Medicina di Urgenza, Anestesia e Rianimazione, Ortopedia, Chirurgia, Medicina Interna ,Geriatria, Psichiatria, Pediatria, Patologia Clinica, Microbiologia.

Ma tutto questo come si riflette e si rifletterà nella realtà astigiana?

"Si traduce nella difficoltà a reperire medici pediatri, urgentisti, chirurghi, anestesisti, psichiatri, ortopedici e igienisti. A livello nazionale sono raddoppiate le Borse di Studio, ma la formazione specialistica dura in media 5 anni, determinando da qui al 2026 un importante problema di personale all'interno dei nosocomi, in parte tamponato dal reclutamento di specializzandi già al terzo anno di specializzazione (con appositi Concorsi)".

Valorizzazione e incentivi per i medici

Senza dubbio i medici andranno valorizzati anche economicamente con agevolazioni e stipendi adeguati alla media europea superiore del 30-40%.

E anche la strumentazione sanitaria avrà bisogno di maggiori finanziamenti pubblici, solo in Italia la spesa sanitaria si attesta al 6% del Pil contro l'11% di molti Paesi in zona UE, determinando una enorme difficoltà di finanziamento del SSN.

"Nota positiva che dà speranza ad un futuro più roseo, ricorda Sciacca, è il Giuramento di Ippocrate di 42 giovani medici neolaureati, in occasione della Giornata del Medico organizzata dall'Ordine dei Medici di Asti lo scorso 6 maggio. Per me un giorno commovente e di speranza, in cui il riconoscimento del valore di una professione viene accolto dai giovani medici come esempio da seguire, nel rispetto del paziente ed dei principi fondanti".

Un lavoro che, per antonomasia, è al servizio degli altri, come ricorda ancora il dottor Sciacca citando San Giovanni Bosco: "Vuoi che i giovani facciano quello che tu ami? Ama quello che piace ai giovani".

Betty Martinelli

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