Attualità - 06 maggio 2023, 15:32

Viaggio nella palazzina di corso Volta, dove vivono 30 minori: "Aiutateci a non dividere le famiglie" [GALLERIA FOTOGRAFICA]

Nella palazzina gemella rispetto a quella di corso Casale, sgomberata poche settimane fa, vivono un centinaio di persone: molti sono bambini

Alcune immagini degli alloggi della palazzina di corso Volta

Alcune immagini degli alloggi della palazzina di corso Volta

La notizia era nell'aria: dopo lo sgombero della palazzina di corso Casale, avvenuto nelle scorse settimane, nei prossimi mesi (si ipotizza tra i sei mesi e un anno) stessa identica sorte si prospetta per lo stabile gemello che si affaccia su corso Volta.

L'intero edificio, infatti, è stato acquisito dall'immobiliare sarda D.L., con sede a Cagliari (attualmente incaricata dal tribunale come custode giudiziale della palazzina di corso Casale, posto sotto sequestro) e ha richiesto di rientrare in possesso degli immobili.

La differenza, questa volta, è che rispetto alla storia precedente ci troviamo di fronte a molti bambini, che vivono nei venti alloggi che costituiscono la palazzina (in corso Casale c'era solo un minore, ospitato con la mamma nella casa della donna e del bambino). 

Per spiegare le condizioni in cui vivono le famiglie, il Coordinamento Asti Est, che da anni segue le problematiche del diritto alla casa ha organizzato un incontro con i giornalisti, dove sono emerse le condizioni in cui vivono le famiglie.

LE VOCI DI CHI ABITA 

Cristina, madre di tre figli spiega come nel suo appartamento al quinto piano l'acqua potabile arrivi a singhiozzo e il boiler spesso perde. Non può attaccare più di un o due elettrodomestici alla volta alla presa, altrimenti l'impianto della casa va in corto.

"Avevo un contratto tempo indeterminato, ma poi quando sono nati i mei bambini, sono rimasta da sola. Non riuscivo ad ottenere un affitto regolare. Qua non abbiamo gas, per scaldarci usiamo stufette elettriche. I bambini sono spesso malati"

Florin ha 26 anni, ma cammina a fatica a causa di una malattia congenita. "Sono in Italia da 12 anni - spiega - in Romania il governo ci ha preso la casa e allora dovuto venire qui. Prima vivevo in una casa in affitto: quando ho perso il lavoro è arrivato lo sfratto e non ho trovato altra sistemazione". 

Adina, con tre bambini piccoli, ha lo stesso problema: "E' difficile scaldarsi e l'acqua potabile arriva a singhiozzo".

Per tutti, incombe la spada di Damocle di uno sgombero. Chiedono però che per i bambini, non si arrivi alle scene viste in corso Casale, con la massiccia presenza di forze dell'ordine: "Noi vogliamo liberare lo stabile e metterci in una situazione regolare, ma abbiamo bisogno che il Comune ci aiuti a farlo - scrivono in un appello - Non può succedere come in Corso Casale, dove alcuni sono finiti a dormire in chiesa e ancora adesso girano tra amici e connazionali. Qui si sono bambini, lo abbiamo anche scritto su uno striscione, e i bambini hanno bisogno di una casa vera. Noi faremo tutto quello che possiamo, ma abbiamo bisogno di sapere che non saremo sgomberati finché ogni famiglia non avrà trovato una soluzione. E’ dal 7 marzo, dallo sgombero di Corso Casale, che viviamo nell’angoscia. Non vogliamo che i nostri figli e figlie assistano a quelle scene, non lo meritano"

UN PROBLEMA CON RADICI PROFONDE

"Quella delle palazzine è una lunga storia di speculazione immobiliare - spiega Samuele Gullino del Coordinamento Asti Est - la prima  società proprietaria dell'immobile nel 2010 è fallita con gli inquilini dentro che versavano canone regolare.  Nel 2011 noi proponemmo che il Comune acquisisse con l'ATC per farci degli alloggi popolari. Non se ne fece niente e si è arrivati a questa situazione: dopo lo sgombero della palazzina di corso Casale i maschi adulti sono in mezzo ad una strada. Il problema di via Pagliani è figlio dello sgombero senza l'aver trovato una soluzione sociale".

Ora, anche per la palazzina di corso Volta sono iniziate nei giorni scorsi le operazioni di mappatura, alla presenza della Digos con un assistente sociale e un mediatore culturale: "Con le famiglie andremo a fare una richiesta molto chiara sul fatto che ci sia in passaggio molto chiaro da casa da casa senza nessuna soluzione "di fortuna". Anche perchè qui ci troviamo di fronte a tantissimi minori e non c'è posto in comunità. Case popolari non ce ne sono: il Comune deve inventarsi altre soluzioni. Quando ci confrontiamo con ATC o i Servizi Sociali non hanno contezza degli alloggi vuoti. Chiediamo che l' ATC faccia un censimento degli alloggi vuoti".

 

Alessandro Franco

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