La sanità pubblica è un grande valore e quando a testimoniarlo sono i cittadini, assume una connotazione ulteriormente importante.
Proprio ieri al Cardinal Massaia di Asti si è tenuto un flash mob dei sindacati per chiedere attenzione alla sanità pubblica. I tagli degli ultimi anni e la mancata attrattività a livello economico per il personale sanitario, stanno spostando in modo allarmante il baricentro verso il privato. E chi non può permetterselo spesso rinuncia alle cure.
Una follia, dato l'ottimo sistema sanitario che ha l'Italia e i suoi ottimi medici. E se spesso il pronto soccorso di Asti è stato al centro di critiche per attese e sovraffollamento (problema non solo astigiano), la testimonianza di Dante Rivella, 76 anni, è ancora più preziosa e fa riflettere.
"Questa mattina sono andato al pronto soccorso di Asti, preparandomi a una lunga attesa. Ho un problema di salute e avevo bisogno di essere guardato con urgenza. Non ho potuto fare altro che recarmi al pronto, essendo anche sabato e non potendo trovare il mio medico di famiglia", ci spiega Dante.
Dante, dopo un'attesa di circa tre ore è stato visitato con tutti gli accertamenti del caso, compresa una tac e altri esami diagnostici per la sua patologia. Dopo quattro è stato rassicurato e dimesso.
"Premetto di non avere nessuna conoscenza o santi in Paradiso - rimarca con decisione - e ho trovato un personale eccezionale: professionale e umanissimo che voglio ringraziare pubblicamente. Io credo nella sanità pubblica e nei suoi professionisti. Abbiamone cura".