Sanità - 18 aprile 2023, 16:54

I sindacati uniti in difesa della sanità pubblica. Anche il Nursind a fianco di Cgil, Cisl e Uil al flash mob di sensibilizzazione

Venerdì 21 aprile dalle 10 alle 14 nella piazza del Cardinal Massaia. "Spesso la gente rinuncia a curarsi. Il servizio sanitario non è più pubblico"

I sindacati uniti in difesa della sanità pubblica. Anche il Nursind a fianco di Cgil, Cisl e Uil al flash mob di sensibilizzazione

Anche il Nursind di Asti aderirà, con Cgil, Cisl e Uil, al flash mob di protesta nella piazza del Cardinal Massaia di Asti.

Venerdì 21 aprile, dalle 10 alle 14, tutti insieme per "denunciare la drammatica situazione della sanità pubblica".

"Quando tutto sarà privato saremo privati di tutto" sostengono i sindacati che ricordano come all'ospedale di Asti manchino 100 medici e 250 tra oss e infermieri, penalizzando le liste di attesa e i diversi servizi.

Le richieste

I sindacati chiedono conto di diverse criticità:

  • L’abbattimento delle liste di attesa attraverso la creazione di una task force di professionisti che operino nel sistema pubblico e che garantiscano risposte in tempi brevi;

  • L’aumento dei posti letto e la creazione anche ad Asti città di posti letto per Hospice;

  • La stabilizzazione dei numerosi precari ancora presenti, nel rispetto degli accordi sottoscritti tra le Regione Piemonte e le categorie del Pubblico Impiego, e la garanzia del turn over dei prossimi tre anni;

  • Il potenziamento del reparto di pronto soccorso e dei servizi territoriali domiciliari;

  • La definizione dei contenuti delle Case di comunità dell’Ospedale di Comunità e dell’Ospedale della Vallebelbo in tempi brevi. Questo al fine di programmare l’attività sanitaria dei prossimi anni e le figure sanitarie da assumere per garantire i servizi. Non vogliamo che queste strutture Pubbliche finiscano in mano al privato per mancanza di capacità programmatoria da parte della Regione e delle ASL

I commenti

Spiega Luca Quagliotti (Cgil): “C’è un problema nel recuperare le figure professionali. Manca anche personale tecnico e amministrativo. Sono a rischio interi servizi e la lungaggine delle liste di attesa è anche per la mancanza di anestesisti. Oggi il sistema è cambiato a partire dagli studi degli infermieri. Ma non c’è stato aggiornamento adeguato”

Dubbioso Stefano Calella (Cisl) sull'arrivo del nuovo direttore generale: Francesco Arena, sarà poco più di un commissario perché tra un anno andrà in pensione".

Dino Penso (Uil): “Dal nazionale ci dicono che diminuiranno i finanziamenti, sempre in discesa. Il servizio sanitario non è più pubblico. Spesso la gente rinuncia a curarsi”.

"Mai come in questo momento è importante far fronte comune per il bene e la difesa della sanità pubblica - rimarca Gabriele Montana del Nursind -. Stiamo purtroppo assistendo al declino di quel sistema sanità pubblica che tutto il mondo ci ha sempre invidiato e alla conseguente privatizzazione delle cure. Molti dipendenti pubblici stanno abbandonando il posto fisso per andare a lavorare nella sanità privata, perché pagati di più e i cittadini in numero sempre maggiore sono costretti a eseguire esami strumentali e visite specialistiche a pagamento a causa di liste di attesa troppo lunghe".

Betty Martinelli

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