Al Direttore - 20 dicembre 2022, 18:15

Casa di riposo, Uniti si può: "Il responsabile è il centro destra della Regione, del Comune e della Provincia"

Briccarello e Bosia in una dura nota stampa: "Si apre lo spettro del licenziamento per circa 110 dipendenti molti dei quali difficilmente ricollocabili in relazione della loro età"

Casa di riposo, Uniti si può: "Il responsabile è il centro destra della Regione, del Comune e della Provincia"

Riceviamo e pubblichiamo da Uniti si può.

Questa volta per la Casa di riposo città di Asti, “il Maina” per tante generazioni di Asti e Provincia che ne hanno usufruito, “la campana è suonata” per davvero. Una campana che batte per decretarne la chiusura definitiva. Gli ultimi 11 giorni che restano non muteranno, salvo un impegno della Regione, le sorti della più grande casa di Risposo del Piemonte. Ora si scatenerà il rimpallo delle responsabilità politiche per tutti coloro che negli ultimi anni hanno governato la struttura senza trovare soluzioni e rimedi volti ad invertire un trend che peggiorava progressivamente negli anni.

Tanti astigiani, che vedono nascere come funghi residenze per anziani ovunque in Città e Provincia, si chiedono come mai una struttura così ben dotata di spazi sia potuta naufragare miseramente. Lo “scaricabarile” che si determinerà a livello politico finirà con lo stabilire che i politici che hanno governato, per i diversi schieramenti negli anni, essendo tutti colpevoli finiranno per essere tutti innocenti!

UNITI SI PUO’ non accetta questa logica per due ragioni: quando abbiamo compreso che la situazione diveniva sempre più insostenibile e che nessun privato, anche a fronte di “patti grassi” come l’utilizzo di tutta la superficie del Maina, si sarebbe accollato la struttura, abbiamo proposto che la Regione tramite la Asl Asti, che avrebbe utilizzato il suo braccio operativo AMOS come accaduto in altre località del Piemonte, si facesse carico del problema. Su tale ipotesi non si è mai aperta una discussione, i Consiglieri di UNITI SI PUO’ non hanno mai avuto alcuna risposta!

Il 12 settembre 2022 il Consiglio comunale unanimemente ha approvato un Ordine del Giorno, proposto dal Gruppo UNITI SI PUO’ che impegnava, tramite il Sindaco, la Giunta e la Maggioranza che governano il Comune di Asti, esclusi Fratelli d’Italia che hanno lasciato la seduta con il disappunto dei dipendenti del Maina, la Regione Piemonte ad intervenire per salvare la Casa di Riposo città di Asti.

In tale Ordine del Giorno la Regione, tramite la Asl Asti avrebbe dovuto: attuare un esistente accordo del 2006 per potenziare la struttura inserendo servizi altamente qualificati quali: l’Hospice, indispensabile per Asti, un Reparto per Stati Neurovegetativi. Avrebbe dovuto farsi carico, nel tempo dei debiti della Casa di Riposo. Avrebbe dovuto garantire il mantenimento dei 120 posti “convenzionati” della struttura al fine di garantirne l’appetibilità di un eventuale soggetto esterno interessato all’acquisizione, avrebbe dovuto, di concerto con gli enti locali astigiani, prevedere un piano di sviluppo a carattere sociale utilizzando un sedime centrale in Asti altamente fruibile dal punto di vista urbanistico. Si sarebbe dovuto istituire un tavolo istituzionale permanente con la partecipazione di Sindacati e Banca cittadina.

Ricordiamo che l’ODG fu approvato da tutti tranne da Fratelli d’Italia che anzi, abbandonarono tristemente la Sala Consigliare.

Cosa ha fatto il Vice-Presidente della Regione astigiano Carosso? Cosa ha fatto l’Assessore regionale astigiano Gabusi? Nulla !! E cosa han fatto il Sindaco Rasero e la sua Giunta per fare rispettare, almeno in parte un Ordine del Giorno votato anche dalla maggioranza e da tutto il Consiglio comunale ?

La riunione tecnica svoltasi in Prefettura nel tardo pomeriggio del 20 dicembre, che ha visto l’assenza gravissima della Regione Piemonte, ha prospettato una situazione indegna, pressoché irreparabile: 132 ospiti che non possono essere ricollocati in città e potranno trovare posto solo in strutture localizzate nel sud o nel nord della Provincia con gravissimo disagio per le loro famiglie. Si apre lo spettro del licenziamento per circa 110 dipendenti molti dei quali difficilmente ricollocabili in relazione della loro età!

Ringraziamo il Prefetto per avere istituito “un tavolo di crisi” sulla Casa di Risposo e auspichiamo che lo stesso convochi i responsabili della Regione che non possono sottrarsi a partire, in primo luogo dagli Assessori astigiani. Chiediamo al Sindaco di fare il suo lavoro verso la Regione prospettando, se necessario, come ultima ratio, anche le sue dimissioni da primo cittadino di Asti, qualora la Regione non svolga adeguatamente un suo intervento!!

Ricordiamo inoltre che anche il neo-eletto in parlamento del territorio astigiano in maggioranza, l’ex Assessore Coppo, oggi parlamentare, nulla ha mosso negli equilibri di questa politica al massacro che Asti mai si sarebbe meritata.


Per il Gruppo consiliare UNITI SI PUO’

Vittoria Briccarello

Mauro Bosia


Al direttore


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