Economia e lavoro - 15 dicembre 2022, 09:12

È sciopero: il freddo non ferma il presidio in piazza San Secondo di Cgil e Uil [FOTO]

Fermi sanità, scuola, poste, ma anche edili, metalmeccanici e commercio. Quagliotti e Dagna: "La manovra non risponde alle esigenze di lavoratori e pensionati"

MerfePhoto

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Sciopero generale anche ad Asti, dove Cgil e Uil hanno organizzato un presidio sotto il Comune.

Per la giornata si fermano i settori del commercio, edilizia, industria chimica, gommaplastica, tessile ed acquedotti, scuola, pubblico impiego (igiene urbana esclusa) e poste intero turno di servizio. Per tutte le altre categorie lo sciopero è di 4 ore all’inizio o alla fine del turno.

"Questa finanziaria  - spiega Luca Quagliotti segretario Cgil Asti con Armando Dagna, segretario Uil Asti e Cuneo - non risponde alle esigenze dei lavoratori e lavoratrici, si rimanda un intervento strutturale sulle pensioni, quota 103 è ridicola: solo una piccola parte può accedervi (41 anni di contributi e 62 di età) e le donne sono ulteriormente penalizzate. Non solo. Hanno anche bloccato le rivalutazioni per pensioni su 1400/1500 euro".

"In tutto il mondo occidentale - continua Quagliotti - esistono forme di sussidio per chi è in difficoltà, in un paese in cui crescono disuguaglianze e cresce la povertà, togliere completamente il reddito di cittadinanza è una follia".

Le richieste

• La tassazione al 100% sugli extra utili delle imprese, in modo da avere le risorse per abbassare le tasse sul lavoro dipendente e da portare al 5% il cuneo contributivo per lavoratori e pensionati.

• L’aumento delle pensioni sino ad una forbice tra il 4 e il 7 volte il minimo. Il superamento della Legge Fornero con una vera riforma pensionistica che preveda la possibilità di andare in pensione dopo i 62 anni di età o con i 4 anni di contributi, il mantenimento di opzione donna con le regole attuali, il riconoscimento del lavoro di cura per le donne e una pensione di garanzia per i giovani.

• La diminuzione delle forme flessibili, dicendo con forza no alla reintroduzione dei voucher.

• La modifica del reddito di cittadinanza e non la sua soppressione. Forme di sostegno come il reddito di cittadinanza ci sono in tutta Europa e non si capisce perché in Italia, dove le povertà sono in continuo aumento, si debba togliere un aiuto che, seppur tra mille difetti che occorre superare, ha garantito ad intere famiglie di evitare di cadere nell’indigenza assoluta".

Betty Martinelli

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