Attualità - 09 novembre 2022, 13:33

Il presidente del Mercato Coperto: "Ai politici dico basta promesse, vogliamo concretezza" [INTERVISTA]

Abbiamo intervistato il responsabile del consorzio che gestisce l'area commerciale, da anni in un 'limbo' dal quale pare non riuscire ad uscire

Stefano Allovio, presidente del Consorzio di gestione del Mercato Coperto. A fine articolo, due scatti di Merfephoto - Efrem Zanchettin che mostrano il cartello affisso

Stefano Allovio, presidente del Consorzio di gestione del Mercato Coperto. A fine articolo, due scatti di Merfephoto - Efrem Zanchettin che mostrano il cartello affisso

La contrarietà allo spostamento dei banchi del mercato da piazza Alfieri alla sottostante piazza Campo del Palio, espressa chiaramente mediante un cartello affisso sulla vetrata a fianco dell’ingresso della struttura, non è l’unico argomento che suscita disappunto tra i commercianti che operano all’interno del Mercato Coperto. Ne abbiamo parlato con Stefano Allovio, titolare dell’enoteca “AlzaCalici” e presidente del consorzio dei commercianti della struttura.

Presidente, iniziamo appunto dallo spostamento del mercato: perché siete contrari?
Perché riteniamo che non sia una soluzione ottimale, anzi pensiamo peggiorerebbe la situazione. Finora, nelle giornate di mercato, capitava che astigiani e non – compresi molti stranieri, perché non dimentichiamo che sono sempre più i turisti in visita – ‘allungassero’ dai banchi del mercato fino a qui, ma se ci tolgono il mercato viene meno anche il passaggio. Ed è un vero peccato, perché questa struttura ha grosse potenzialità: se ben sfruttata, potrebbe diventare un centro molto interessante, appunto anche per turisti stranieri, così come avviene in tante altre città europee.


Venendo invece all’ipotesi di rendere a pagamento i parcheggi in piazza Campo del Palio?
Se possibile, è una decisione anche peggiore della precedente, perché di fatto danneggia tutti i commercianti dell’area. Possiamo discutere poi anche dell’aspetto ecologista, perché basta pensare al fatto che la maggior parte delle persone lascia la macchina nella piazza sotto e poi va a lavorare o a fare acquisti, percorrendo magari un chilometro a piedi. Se anche quella piazza diventerà a pagamento, perché mai dovrebbero parcheggiarci anziché arrivare in auto nei pressi della destinazione? Tanto, se la differenza è di poche decine di centesimi…


Focalizziamo l’attenzione sulla struttura: qualche anno fa aveva ospitato una conferenza stampa in cui erano stati espressi grandi elogi all’Amministrazione e all’allora assessore al Commercio Marcello Coppo. Cosa è cambiato?
Non è cambiato nulla, purtroppo. Nel senso che sono state spese tante parole e fatti grandi proclami, ma noi non abbiamo visto nulla di concreto. Ad esempio le due aree food per cui ci erano stati promessi dei fondi ce le siamo dovute realizzare con i nostri soldi. E’ un intervento tampone, una verniciata e qualche tavolo, ma se non l’avessimo fatto noi non ci sarebbero neppure quelli. Ci hanno parlato di 10.000 euro a fondo perduto per investimento, ma sono rimaste solo parole, buone per la campagna elettorale.


Immagino però abbiate avuto interlocuzioni con la nuova giunta e con l’assessore Bovino...
Noi non mettiamo in dubbio che l’assessore Bovino sia una bravissima persona, con tanta voglia di fare e con cui siamo pronti a dialogare, ma il problema resta sempre il solito: siamo stufi di promesse disattese. Inutile ci promettano questo e quello se poi tanto non ci sono i soldi per realizzarle. Vogliamo concretezza, vogliamo promesse mantenute


Riassumendo, avete ‘un problema’ con l’Amministrazione?
No, noi non ce l’abbiamo con il Comune, piuttosto che con il sindaco Rasero, l’allora assessore Coppo o l’attuale assessore Bovino. Siamo arrabbiati semplicemente perché non abbiamo mai riscontrato una reale volontà di parlare con noi, ma solo subito decisioni prese altrove. Pensi anche soltanto alla ruota panoramica che stanno installando qui vicino: ci avessero chiesto un parere, gli avremmo fatto presente che magari non ha molto senso che affacci sul vecchio palazzo fascista dell’Intendenza di Finanza piuttosto che sugli uffici della Provincia, con tanto di davanzali sporcati dai piccioni.

Secondo lei tutto questo ha senso? Ci togliete dei parcheggi per mettere una ruota che dà quella visuale lì? Ci fosse stata una cabina di regia, magari avremmo potuto fargli presente che sarebbe stato più sensato metterla in piazza Alfieri. Poi, ovviamente, siamo noi i primi a dire che sono state fatte anche cose buone, come ad esempio la risistemazione del sottopasso, che speriamo resti pulito a lungo, ma su altre sarebbe intelligente cercare di collaborare.


Al netto di queste problematiche, ce ne sono altre che ritiene prioritarie?
Noi da tempo chiediamo l’indizione di un bando per l’assegnazione dei ‘posteggi’ (ovvero gli stalli commerciali all’interno della struttura, ndr.) rimasti liberi. Attualmente sono occupati 15 stalli, ne restano ancora 5 e da quando sono qui sono passati almeno un paio di commercianti che sarebbero stati interessati. Però ci rispondono che non è possibile farlo, perché la convenzione è scaduta. Vero, ma era scaduta anche due anni fa, quando sono entrato qui dentro io, quindi cosa c’è di differente rispetto ad allora?



In conclusione, vuole inviare ‘un messaggio’ all’Amministrazione?
Quando lo abbiamo incontrato, abbiamo fatto presente al sindaco Rasero che qui ci sono 15 banchi e in alcuni di essi lavorano 2-3 nuclei familiari. Per cui, se malauguratamente il Mercato Coperto chiudesse, queste famiglie sarebbero costrette a trovare un’altra soluzione per continuare a lavorare e il Comune si troverebbe un ennesimo edificio vuoto, in pieno centro città. Vogliamo davvero estendere ‘l’effetto Croce Verde’ a tutta la struttura? Pensi che stiamo provvedendo a nostre spese alla pulizia delle facciate e nelle prossime settimane, in occasione dell’apertura del mercatino di Natale, saremo aperti anche la domenica. In sostanza, la volontà di fare cose belle c’è, ma non basta se dall’altra parte non c’è la voglia di sedersi a parlare con noi.

Gabriele Massaro

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