Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa a firma di AstiOltre, in merito alla querelle sul post pubblicato dal consigliere comunale Roberto Venturini.
Senza scendere sul personale, non possiamo fare a meno di esprimere la nostra opinione sulla polemica riguardante un post del consigliere comunale di Fratelli d'Italia, che evitiamo di nominare, designato peraltro recentemente alla guida della Commissione cultura.
Il tutto nasce da un post volgare e becero, di contenuto denigratorio non solo nei confronti della diretta destinataria,on. Laura Boldrini, ma di tutte le donne che si ispirano ad ideali di sinistra.
La difesa, sia politica che familiare, del consigliere in oggetto appare inconsistente e patetica. L'argomentazione principe, risibile e tipica da difesa d'ufficio, e' che si tratterebbe di condivisione di un contenuto che circola in rete e non di un testo proprio. Se da un punto di vista legale potrebbe essere una attenuante, dal punto di vista politico e morale si tratta di giustificazione che peggiora ulteriormente la situazione. Possibile che un esponente politico da poco eletto addirittura alla guida di un organismo di indirizzo culturale possa condividere (quindi fare propri) contenuti di cosi infimo livello? Quindi, scusa risibile che aggrava la situazione per una azione ignobile di un esponente pubblico che si vorrebbe fare passare per uomo mite e colto. Una persona colta non scrive o condivide contenuti come quelli partoriti dal consigliere in oggetto.
Ma non e' tutto. L'attacco alle donne non e' che l'ultimo di una serie di exploit del consigliere, nostalgico di chiara fama, che da tempo usa i social come una clava. Bastino come esempi gli insulti rivolti al segretario del pd Enrico Letta e altre performances facilmente rintracciabili in rete e passibili di denuncia alla Polizia postale (di fronte a certi sproloqui valgono solo le denunce).
Ma il caso politicamente piu' grave, a nostro modo di vedere, e' rappresentato da un post in cui, accanto all'effigie di Papa Woityla, appare il commento del consigliere che afferma: "oggi io non ho un Papa".
Opinione legittima, ma come si concilia la posizione del neo Presidente della Commissione cultura del Comune con la decisione della Giunta di attribuire la cittadinanza onoraria a Papa Francesco in occasione della imminente visita ad Asti?
Ci si pone poi un altro interrogativo: come può una città come Asti aspirare al titolo di Capitale italiana della cultura quando amministratori di maggioranza assumono pubblicamente posizioni di tale grettezza e volgarità, rivelatrici di un infimo livello di cultura e totale assenza di senso delle relazioni umane ed istituzionali? Quale immagine, quale idea di cultura comunica all'esterno una città alla cui guida ci sono personaggi di tale livello intellettuale?
Se ha senso attribuire la cittadinanza onoraria a Papa Francesco, in omaggio al suo alto magistero ed alle sue radici astigiane, non ha alcun senso la permanenza del consigliere in oggetto alla guida di un organismo elettivo di indirizzo come la Commissione cultura del Consiglio comunale.
Il sindaco pretenda le sue dimissioni non solo dalla Commissione, ma dal Consiglio comunale, a tutela del prestigio del Consiglio, di qualsiasi iniziativa comunale in omaggio al Papa, a partire dall'attribuzione della cottadinanza onoraria, e della stessa candidatura a Capitale italiana della cultura.
AstiOltre