Da quest’oggi i canellesi sono un po’ più ‘poveri’ poiché hanno appreso della scomparsa, ad ottantanove anni, di Nani Ponti.
Nani – come ha efficacemente evidenziato anche il collega giornaista Filippo Larganà in un bel post pubblicato sul suo profilo Facebook – negli anni aveva saputo conquistare il rispetto e l’affetto di intere generazioni di canellesi.
Idraulico (“Ha insegnato il mestiere a moltissimi idraulici canellesi: sapeva ‘fare cose’ con le mani e per certi versi era più esperto di molti ingegneri idraulici”, ricorda Larganà), aveva due grandi passioni: lo sport, spaziando dal pallone elastico al ciclismo, e la cultura.
Autore di diversi libri – tra cui “I crocevia”, in cui ha raccontato vicende risalenti alla II Guerra Mondiale, tra cui la storia di una famiglia ebraica sfollata a Canelli, e un dizionario italiano-canellese – più recentemente aveva partecipato alla prima edizione di “Classico”, festival canellese incentrato sulla lingua italiana, per portare il suo contributo alla discussione inerente le similitudini tra il dialetto canellese e quello parlato a Piazza Armerica (Enna)
Appassionato e generoso, come ricorda il collega nel post già citato, quando a inizio anni 2000 si trovò a dover recuperare una macchina da scrivere per sostenere l’esame di stato da giornalista professionista, fu proprio Nani a prestargli una bellissima Olivetti Valentine rosso fuoco.
“Mi disse ‘Te la presto. Fanne buon uso’ – ricorda oggi Larganà – e quando tornai dicendogli che avevo sostenuto un ottimo esame mi rispose ‘ Non avevo dubbi’, con la sua concretezza canellese”.
Nani Ponti, vedovo da ormai molti anni, lascia le figlie Olga e Franca.