Attualità - 17 febbraio 2021, 09:05

A Incisa Scapaccino le celebrazioni della nascita del carabiniere Giovanni Battista Scapaccino

Deposta corona di alloro dal comandante provinciale Pierantonio Breda, alla presenza del discendente, il maestro Marcello Rota

A Incisa Scapaccino le celebrazioni della nascita del carabiniere Giovanni Battista Scapaccino

Incisa Scapaccino ieri ha onorato il 'suo' carabiniere Giovanni Battista Scapaccino prima Medaglia d'Oro al Valor Militare ad essere assegnata ad un militare dell'Esercito sardo-piemontese.

A ricordarlo ieri con la deposizione di una corona di alloro, il tenente colonnello Pierantonio Breda, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Asti, alla presenza del primo cittadino Matteo Massimelli e del maestro Marcello Rota discendente di Scapaccino, detentore della medaglia.

"Anche in un momento storico così particolare non si è voluto dimenticare di onorare la memoria dell’Eroe che si rese protagonista di uno dei più fulgidi esempi di valore di fedeltà e coerenza alla Patria", ricordano i carabinieri.

Chi era Giovanni Battista Scapaccino

Il Carabiniere si arruolò volontario il 13 dicembre 1822 nel Reggimento "Piemonte Reale Cavalleria" divenendovi sottocaporale il 1° aprile 1829 e caporale il 1° luglio dello stesso anno. Prossimo al congedo, per ultima ferma, il 16 gennaio 1830, passò nel Corpo dei Carabinieri e fu destinato alla Stazione di Les Echelles, in Savoia. Nel 1833 un corpo armato di fuorusciti tentò di invadere la Savoia per accendervi la rivolta. Fallito un primo tentativo su Annecy, una colonna di circa cento armati, nella notte sul 3 febbraio 1834, varcò il confine raggiungendo di sorpresa il villaggio di Les Echelles, occupandolo.
Nella notte il Carabiniere Scapaccino, di quella Stazione, ignaro di quanto era accaduto, tornava a cavallo da Chambery, dove si era recato per servizio. Nonostante la località fosse già occupata, il Carabiniere tentò ugualmente di forzarne l'ingresso. Circondato dai ribelli, gli fu ingiunto, sotto la minaccia delle armi, di aderire spontaneamente alla loro causa e di gridare "Viva la repubblica". Ligio al proprio dovere e pur consapevole che dalla risposta dipendeva la sua vita, il Carabiniere oppose un fiero rifiuto, spronando il cavallo nella speranza di superare il cerchio degli armati. Fu un tentativo vano: due fucilate ne troncarono la giovane esistenza.

Redazione

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