Una canonica romanica e quattro dipinti ricomparsi inaspettatamente sono i protagonisti di una vicenda appassionante, che può contribuire a restituire l’identità sfuggente di un artista poliedrico e a recuperare la memoria storica di un luogo che racchiude ancora molti segreti.
Recentemente due grandi tavole lignee dipinte della fine del ‘400, custodite da decenni presso il laboratorio di restauro della famiglia Nicola ad Aramengo, sono state riconosciute come provenienti dalla Chiesa di Santa Maria di Vezzolano.
La ricerca d’archivio e la rilettura delle fonti ottocentesche hanno permesso di ricostruire la storia curiosa di queste opere, fotografate all’interno della chiesa tra 1938 e 1940 e di cui con il passare del tempo si erano perse le tracce.
Attraverso una serie di fortunate circostanze, queste opere sono giunte fino a noi e si sono rivelate nella loro indubbia bellezza. Proprio la notevole qualità delle pitture ha fatto pensare che siano state realizzate dalla bottega di Antoine de Lonhy, se non dallo stesso maestro, la cui figura si è venuta meglio delineando negli ultimi decenni, grazie all’attribuzione di opere precedentemente assegnate ad altri autori.
Martedì 5 gennaio 2021 alle ore 16.30, nel corso di una conferenza in streaming (CLICCA QUI per il link d’accesso, gratuito), verrà raccontata la storia delle opere ritrovate. Sarà l’occasione per contribuire a far conoscere meglio Antoine de Lonhy e per informare sull’inizio dei lunghi e complessi restauri delle tavole di Vezzolano, indispensabili a garantirne la conservazione e restituirle alla pubblica fruizione.
Per raggiungere questo scopo, serve però il contributo di tutti coloro che amano l’arte. “Fino ad oggi – spiegano i responsabili – abbiamo realizzato indagini diagnostiche, che ci hanno rivelato interessanti indizi, e siamo riusciti a raccogliere i fondi per finanziare un primo lotto di lavori di restauro, ma l’impegno economico è gravoso e mancano all’appello ancora 20.600 euro”.
Le offerte per il restauro sono raccolte dall’Associazione La Cabalesta di Castelnuovo don Bosco.
Per contribuire si può effettuare un bonifico bancario sul conto corrente intestato a:
Associazione la Cabalesta
Banca Intesa San Paolo
Iban IT11N0306909606100000111950
Causale: Opere da salvare – restauro tavole Vezzolano
Info per la raccolta fondi: Associazione La Cabalesta, e-mail info@lacabalesta.it, tel. 011 9872463
CHI ERA ANTOINE DE LONHY
Antoine de Lonhy nel corso della sua vita soggiorna e lavora in Paesi diversi ed entra in contatto con numerosi artisti, dai quali trae spunti e ispirazioni che arricchiscono progressivamente le sue conoscenze.
Inizia la sua attività nel 1446 in Borgogna meridionale, lavora tra il 1954 ed il 1462 tra la Linguadoca e Barcellona, e si stabilisce infine nel Ducato di Savoia nel 1462, dove opera fino al 1480-1490 circa.
Artista versatile, padroneggia con uguale abilità tecniche assai differenti: è miniatore, scultore e maestro vetraio, realizza pitture su tavola, affreschi e addirittura disegni preparatori per ricami.