Sanità - 30 ottobre 2020, 15:48

Lunedì si svolgerà uno sciopero nazionale degli aderenti al sindacato sanitario Nursing Up

Infermieri e professionisti della sanità ‘incroceranno le braccia’ per tornare a chiedere maggior rispetto e tutele

Una precedente manifestazione di protesta del Nursing Up

Una precedente manifestazione di protesta del Nursing Up

Dalle 7 di lunedì 2 novembre, tutti gli infermieri e i professionisti della sanità piemontesi aderenti al Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, incroceranno le braccia per 24 ore in un’agitazione a carattere nazionale, resa necessaria dal fatto che “Continuano ad essere ignorate dalla politica a tutti i livelli le nostre giuste rivendicazioni: ci hanno chiamato eroi, parole al vento perché la verità è che il Governo non ha fatto nulla per evitare che si arrivasse a questo gesto estremo”.

“Oggi è venuto il momento di dimostrare la nostra dignità alzando la voce. Incrociare le braccia non è un segno di resa, ma è una vera e propria ribellione responsabile verso chi irresponsabilmente non ha ascoltato le nostre giuste rivendicazioni, che da anni andiamo ripetendo: le nostre sono necessità irrimandabili che si sono acuite in questo periodo così difficile”, argomentano i responsabili della sigla sindacale.

“Siamo stufi di proposte raffazzonate e fantasiose – attaccano –, come quella di chiamare in servizio gli studenti del terzo anno da mettere negli Usca a fare i tamponi. Siamo stufi di continuare a svolgere mansioni che invece dovrebbero essere svolte dalle figure di supporto, quando i nostri colleghi sono invece professionisti preparati, laureati, specializzati e adeguati a ben altri incarichi. In Europa tutto ciò viene riconosciuto, solo in Italia non accade”.

La mobilitazione è stata pertanto decisa perché “Dobbiamo far capire come un giorno solo senza infermieri, con centinaia di migliaia di prestazioni infermieristiche che verranno a mancare in 24 ore, possano essere un monito che, ci auguriamo, tutti i politici e coloro che ci hanno chiamati ‘eroi’ possano comprendere. Perché inizino a considerarci come professionisti ed a rispettarci come tali”.

Redazione

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