Attualità - 20 ottobre 2020, 09:44

Privatizzazione Casa di Riposo Città di Asti, in attesa dello sciopero del 26 ottobre, in campo anche le opposizioni

"Chiediamo trasparenza e non sotterfugi, che ne sarà dei dipendenti e delle tariffe convenzionate?"

Privatizzazione Casa di Riposo Città di Asti, in attesa dello sciopero del 26 ottobre, in campo anche le opposizioni

Lunedì 26 ottobre sciopererà il personale della Casa di Riposo Città di Asti, che, come scrivono le Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, "vedono a rischio il loro futuro per uno scellerato disegno di cedere la gestione dei servizi della Casa di Riposo più grande del Piemonte ai privati".

I Gruppi di Opposizione in Consiglio Comunale: Uniti si può. Ambiente Asti, Cambiamo Asti, Movimento Cinque Stelle, Partito Democratico, con una nota, intendono esprimersi in merito, chiedendo al sindaco Rasero e all'assessore Cotto di spiegare nel dettaglio, cosa stia accadendo.

"La situazione è andata a compromettersi negli anni e il lungo commissariamento non è bastato".

Secondo il consiglieri il deficit risulta incrementato invece che contenuto.

"Le notizie che giungono da via Bocca - continuano - parlano della predisposizione di un “bando di gara” per un affidamento quarantennale di tutta la struttura ad un soggetto privato: privato che, al momento dell’acquisizione del pacchetto, si accollerebbe i debiti pregressi".

Il dubbio dei consiglieri è che se il Commissario non ha risollevato le sorti della Rsa, come potranno farlo i privati che dovranno farsi carico anche di questi debiti pregressi?

"La Asl Asti dovrà fare quanto non ha fatto negli ultimi anni nonostante tutti gli impegni presi, e cioè garantire alla Casa di Riposo l’assegnazione di servizi che garantiscano gli introiti - lungodegenze e posti letto rivolti agli anziani".

Alla minoranza risulta che il privato abbia chiesto ampie garanzie sui servizi assegnati alla futura nuova conduzione, quali ad esempio letti Hospice o letti da dedicare ai malati “in stato vegetativo”, "letti di cui la RegionePiemonte è da anni sprovvista, letti ventilati a più riprese, letti che, non si capisce perché, non possono essere garantiti anche alla Casa di Riposo gestita dal Comune e non privatizzata".

"Oltre a ciò, continuano, possiamo facilmente immaginare che il privato intenda anche sfruttare gli ampi spazi attualmente inutilizzati per allestire altri servizi sanitari convenzionati con l’Asl, magari quelli dir adiodiagnostica ed esami ematici: altra ipotesi di sviluppo che non riusciamo proprio a capire come mai non potesse essere intrapresa prima.

Sulle tariffe un altro nodo da sciogliere, nella Casa di Riposo di Asti infatti, si è sempre andati incontro ai meno abbienti. "Anche da questo punto di vista pretendiamo chiarezza: le prerogative di un servizio pubblico e alla portata dei meno facoltosi rimarranno una caratteristica di questa Rsa o saranno sovvertite dalle logiche di un mercato che, tra l’altro, è sempre più affollato nella nostra città?".

I consiglieri chiedono quale sarà la sorte dei dipendenti della struttura che durante l'emergenza Covid hanno garantito con la loro professionalità, numeri di contagi bassi.

"Tutti i diritti sindacali devono essere garantiti, e con questo ci riferiamo al mantenimento livelli occupazionali e alle garanzie per i lavoratori non stabilizzati, i Tfr, i carichi dil avoro. Per tutte queste ragioni chiediamo pubblicamente, con questa lettera aperta, che il Sindaco cominci a gestire con trasparenza questa vicenda. Vogliamo essere informati del progetto che questa Amministrazione ha per la struttura. Vogliamo sapere quali sono i contenuti dell’interlocuzione chesta avendo con l’Asl, la Regione e il privato interessato all’acquisizione. Soprattutto, vogliamo che della Casa di Riposo Città di Asti si decida nelle sedi opportune: e cioè la Commissione Servizi Sociali, la Conferenza dei Capigruppo e il Consiglio Comunale di Asti. Chiediamo trasparenza e non sotterfugi".

Betty Martinelli

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