Non si placano le polemiche attorno a quello che ormai può chiamarsi il "caso" della centrale idroelettrica sul Tanaro.
Dopo la dura presa di posizione da parte del Comitato Cittadino Tanaro e Borbore, ora anche la Federazione dei Verdi di Asti, Europa Verde Asti si inserisce nel dibattito.
Già il 10 agosto il presidente del CCTeB, Mario Tanino, aveva denunciato che la centrale, realizzata dalla società ValPel2, era stata sottoposta alla prova di invaso del 29 giugno senza autorizzazione.
Dopo quella data una nuova invaso il 1 luglio e una ancora più recente, in data 26 agosto.
Anche in questo caso, sia il Comitato che i Verdi astigiani ribadiscono di non essere contrari alla realizzazione del progetto, bensì a come questo è stato realizzato.
L'opera avrebbe anche scopi nobili
L'opera, a detta dei Verdi, "se seguita con le attenzioni del caso, porterebbe a produzione di energia pulita e rinnovabile". Sembrano però troppe le criticità riscontrate.
L'impianto idroelettrico si trova sulla sponda destra del Tanaro, nella zona a valle del ponte della linea ferroviaria. Sulla traversa sono state installate dighe flessibili (più volgarmente conosciute come 'gommoni'), finalizzate a fare da sbarramento, così da creare un piccolo salto, necessario per la generazione di energia elettrica.
Tra i problemi presentati dal Comitato, anche e soprattutto quello dell'altezza del gommone, che dovrebbe essere non più di 1 metro e 30 e non 1 metro e 80. Questa altezza inadeguata crea problematiche allo scarico del depuratore dell'impianto, con enormi conseguenze per l'igiene pubblica.
Le criticità
Tra le criticità figurerebbero anche: lo scolmatore in sponda sinistra costantemente bloccato da corpi estranei e da limo, un rilevatore idrometrico ARPA non utilizzabile, la presenza di grandi blocchi di calcestruzzo (utilizzati per realizzazione di nuova traversa) abbandonati in alveo, ritardi nella messa in funzione di pompe idrovore di salvaguardia di depuratore/rete fognaria, accessi alla zona di cantiere pericolosamente liberi e con cartelli di allerta e di divieto ridotti al minimo e poco visibili.
"Lo scivolo verso il fiume è praticabile da chiunque, ragazzi e bambini compresi, con evidente condizione di rischio. È necessario un protocollo di sicurezza per i frequentatori del fiume e specifico Piano di protezione civile", spiegano i Verdi, che aggiungono "non è stata presa in considerazione la necessità di garantire alla fauna ittica la possibilità di defluire al ridursi del livello dell’acqua a valle della centrale, con la conseguenza di vederla intrappolata in pozze fino alla morte".
Aumenta il rischio idraulico
"Tutto ciò dice che la presenza della Centrale, nelle condizioni attuali, aumenta indiscutibilmente il rischio idraulico per la città, anche alla luce del fatto che restano aperti problemi vecchi, evidenziati in modo drammatico dall’alluvione del 1994 e da momenti di piena successivi legati al rifacimento dei ponti sul Borbore", sostengono da Europa Verde.
Se ne deve parlare, ufficialmente
I portavoce Giuseppe Sammatrice e Patrizia Montafia, spingono per una convocazione ufficiale e aperta per discutere di queste problematiche, anche in Consiglio Comunale.
"È necessario un incontro con la commissione ambiente e con i capigruppo, con invito a partecipare per i rappresentanti del Comitato che sul tema ha prodotto azioni e studio. Sarebbe gradito anche il confronto con l’azienda responsabile di progetto chiamata a dare spiegazioni e chiarimenti", concludono.