Riceviamo le riflessioni del consigliere comunale astigiano del Movimento 5 Stelle, Giorgio Spata,chiamato in causa qualche giorno fa dal sindaco Maurizio Rasero. Il consigliere aveva chiesto conto dei buoni spesa utilizzati dal sindaco per la sua indagine nei supermercati.
Alcune considerazioni sulla intemerata del sindaco esternata nella sua diretta su Facebook. Nel respingere al mittente le affermazioni livorose dallo stesso pronunciate, preciso che:
1) è vero che sono consigliere comunale alla prima esperienza, ma con molta umiltà cerco di imparare studiando il Testo Unico degli Enti Locali, lo Statuto del Comune di Asti ed il Regolamento per il funzionamento degli organi collegiali.
L’art. 43 c. 2 del T.U.E.L. prevede espressamente il diritto in capo ai consiglieri di ottenere dagli uffici, tutte le notizie in loro possesso utili all’espletamento del proprio mandato. Tale principio di legge è testualmente richiamato dall’art. 50 del Regolamento (diritto all’informazione).
Inoltre l’art. 1 (principi informatori) dello Statuto del Comune di Asti sottolinea i principi supremi di libertà e del libero confronto tra le idee.
Si tratta di un diritto insopprimibile e non mi devo vergognare di nulla nel momento in cui svolgo in base alla legge il mio diritto-dovere di richiesta di accesso agli atti.
2) Forse, come sostiene il sindaco, non sono ancora riuscito a capire la politica ma se questa consiste nella prevaricazione, preferisco sinceramente seguire i dettami della legge, quella stessa legge che lui sembra ignorare. In ogni caso sia chiaro che nessun attacco alla mia persona, potrà farmi desistere dal corretto svolgimento della funzione di consigliere al meglio delle mie possibilità.