C'è una richiesta che da giorni mi viene fatta: proporre fra i consigli letterari del giorno il romanzo "Cecità" del portoghese Josè Saramago. Premio Nobel per la Letteratura nel 1998, è famoso per la sua scrittura dissacratoria volta a mettere a nudo i mali della società contemporanea. Da sempre nemico della globalizzazione - e considerato dalle grandi multinazionali un personaggio scomodo - ha dedicato la sua vita alla protezione dei più deboli e alle ingiustizie sociali. Fra le sue opere più importanti si ricordano "Memoriale del convento", "Storia dell'assedio di Lisbona", "L'anno della morte di Ricarso Reis" e, ovviamente, "Cecità".
Ecco in breve la trama di quest'ultimo: "In un tempo e un luogo non precisati, all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l'insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui l'uomo sa essere capace."
“Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono”
Scritto con una durezza senza precedenti, Saramago racconta una storia su quegli istinti e quelle pulsioni che, non potendosi sfogare all’esterno, si rivolgono all’interno. Concepito come una grande metafora dell'essere umano, che può essere crudele, "cieco" e feroce, Saramago costruisce un lucido saggio sul potere e l’egoismo. Non si tratta di un libro enorme, ma la lettura non sarà sicuramente di immediata comprensione. Bisognerà attendere di aver letto almeno una trentina di pagine prima di poter essere letteralmente travolti dalla storia. Lo stile può sembrare inizialmente ostico: quasi totale è l'assenza di punteggiatura, con dialoghi divisi solo da lettere maiuscole e minuscole. I personaggi non hanno mai un nome, ma vengono spersonalizzati e tratteggiati dallo scrittore portoghese attraverso una loro caratteristica: la professione che svolgono, un tratto della personalità, un particolare dettaglio fisico. C'è una donna, ad esempio, l'unica in grado di comprendere e vedere cosa sta accadendo al mondo, che eserciterà sul lettore un fascino irresistibile. Cecità è un flusso costante di pensieri e di coltellate nel petto che invita il lettore a fermarsi e a guardare il mondo in un'ottica diversa.
“La cecità stava dilagando, non come una marea repentina che tutto inondasse e spingesse avanti, ma come un’infiltrazione insidiosa di mille e uno rigagnoli inquietanti che, dopo aver inzuppato lentamente la terra, all’improvviso la sommergono completamente."
Come può una civiltà costruita minuziosamente per secoli franare precipitosamente in pochi giorni? Come può l'essere umano tornare in un lasso tempo così breve allo stato di natura in cui a farla da padrone è la massima derivata da Plauto "Homo homini lupus"? La massima riassume infatti la condizione dell'uomo nello stato di natura, oggetto esemplare di analisi, nella storia della filosofia, del filosofo inglese Thomas Hobbes. Secondo Hobbes, la natura umana è fondamentalmente egoistica, e a determinare le azioni dell'uomo sono soltanto l'istinto di sopravvivenza e di sopraffazione. Hobbes nega che l'uomo si protenda verso un suo simile in virtù di un amore naturale incondizionato e spontaneo.
Se gli uomini si legano tra loro attraverso le amicizie, o costituiscono una società, lo fanno solo a causa di un istinto di protezione verso sé stessi. In uno stato di natura, cioè in uno stato in cui non esista alcuna legge (intesa come legge giuridica), ciascun individuo, mosso dal suo più istinto più primordiale, cercherebbe di eliminare chiunque sia di ostacolo al soddisfacimento dei propri desideri vedendo, dunque, il nemico in chiunque.
Saramago ha concepito Cecità come un'opera la cui materia fantastica è protagonista indiscussa. L'autore portoghese è partito da un'improvvisa epidemia globale calcando la mano sull'aspetto fantascientifico. Quell'aspetto fantascientifico, così lontano dalla realtà e impossibile da realizzarsi, oggi non ci sembra più tale. Verrebbe da dirsi "Quando la realtà supera la fantasia...". Non trovate?
Traduttore: Rita Desti
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale economica
Anno edizione: 2013
Pagine: 288 p.