Si è aperto con un minuto di silenzio il Consiglio Regionale straordinario sull'alluvione del 1994, per ricordare le 70 vittime della tragica ondata di maltempo che colpì il Piemonte.
Ad aprire la mattinata all'Unione Industriale il Presidente degli industriali sabaudi Dario Gallina. "Anche io ho vissuto - ha detto - l'alluvione del 1994. Molte aziende vennero messe in ginocchio: fermare la produzione di un'impresa è come bloccarne il battito, ma molti sono riusciti a riprendersi".
A prendere la parola il Presidente del Consiglio Regionale Stefano Allasia, che ha ricordato l'ondata di maltempo che si abbatté in particolare sulle province di Cuneo, Asti e Alessandria il 5 e 6 novembre di venticinque anni fa.
"Il territorio - ha detto - fu profondamente colpito da un tragico evento alluvionale che provocò l'esondazione dei fiumi Po, Tanaro e molti loro affluenti causando 70 vittime e 2.226 sfollati, danneggiando edifici, infrastrutture e interi settori produttivi, per miliardi di lire".
"Ciò che è accaduto 25 anni fa e che sfortunatamente continua ad accadere, deve spronare tutti noi verso una più ampia consapevolezza dei rischi del territorio, affinché si mettano in atto tutte le misure adeguate di previsione e di prevenzione per una politica di sviluppo e gestione del territorio contro la violenza degli elementi naturali, così da scongiurare altri eventi luttuosi" ha concluso Allasia.
Nella sala di via Fanti decine di sindaci e amministratori provenienti dai territori devastati dall'ondata di piena e pioggia: Gorzegno, Roburent, Farigliano, Albareto della Torre nel Cuneese, Isola d'Asti e Incisa Scapaccino nell'Astigiano, Quattordio, Casale Monferrato e Alessandria nell'Alessandrino, Crescentino e Varallo nel Vercellese e Brandizzo nel Torinese.
A salire sul palco il Presidente della Regione Alberto Cirio, che ha sottolineato come ricordare vittime sia importante, ma "lo è ancora di più cambiare le cose". "La prima cosa da cambiare - ha detto il governatore - è che se il Piemonte ha subito una calamità naturale deve arrivare a certificarselo da sola. Come Regione abbiamo bisogno di maggior autonomia nella valutazione dei danni: ci aiuterebbe in tempestività e giustizia nel riconoscimento dei disagi" ha concluso Cirio.