Politica - 15 maggio 2019, 13:13

Chiamparino: l'immobilità del governo ci penalizza su Asti-Cuneo, TAV e autonomia

Mattinata astigiana per il candidato presidente del centrosinistra, che incontrando i giornalisti ha discusso dei principali temi di attualità

Sergio Chiamparino con gran parte dei candidati astigiani della coalizione che lo sostiene

Sergio Chiamparino con gran parte dei candidati astigiani della coalizione che lo sostiene

Dopo Alberto Cirio (centrodestra) e Giorgio Bertola (Movimento 5 Stelle), stamattina anche Sergio Chiamparino ha “fatto tappa” ad Asti nell’ambito della sua campagna in vista delle elezioni Regionali del prossimo 26 maggio.

Il candidato di centrosinistra alla carica di presidente della Regione ha incontrato i candidati locali al Consiglio regionale (erano presenti Fabrizio Pace, Piero Vercelli, Giorgio Ferrero, Maurizio Carcione, Celeste Malerba, Giuseppe Sammatrice) e i simpatizzanti di fronte ad un gazebo allestito in corso Alfieri.

A margine dell’incontro, ha dialogato con i giornalisti presenti su alcune delle tematiche di più stretta attualità.

 

Il presidente Conte e il ministro Toninelli, nel corso della visita al cantiere dell’Asti-Cuneo, hanno affermato che i cantieri sarebbero ripartiti entro l’estate, che è ormai dietro l’angolo. In sostanza, siamo alla resa dei conti...

Credo che ormai la mia scommessa, purtroppo, verrà vinta. Non mi risulta vi sia traccia di interlocuzione con l’Unione Europea, tanto meno che la UE abbia avviato un’istruttoria o che l’abbia comunque portata a conclusione. E senza questo passaggio la loro proposta non può assolutamente consentirgli di far ripartire i cantieri. Sta scritto nero su bianco su carta intestata della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che avverte di fornire i materiali per evitare di infrangere le regole europee sulla tutela della concorrenza. Quindi mi sembra che al governo la mano destra non sappia cosa scrive quella sinistra.

 

Note più liete vengono, invece, dal turismo…

Vero. E’ un settore che, non solo in questi ultimi anni, ma in particolare in questi, ha avuto una accelerazione. In particolare in zone, che includono anche Monferrato, Astigiano e Roero, oltre al Monferrato – anche grazie ad alcune scelte che abbiamo fatto noi, come ad esempio il sostegno alla candidatura Unesco. E poi ci sono luoghi storici, laghi e montagne che sono stupendi. Però c’è anche una politica che mi pare abbia accompagnato il coraggio degli imprenditori nell’andare avanti e questa è sicuramente una delle linee fondamentali per crescere.

 

In merito alle polemiche sorte in merito all’eventuale presenza al Salone del Libro di un editore che si è dichiarato fascista, così come in passato su alcuni altri temi, lei e la sindaca Appendino avete dimostrato pieno accordo. Per cui è possibile dialogare costruttivamente con il Movimento 5 Stelle?

Su alcuni temi certamente sì. Con la sindaca abbiamo lavorato insieme già quando qualcuno ha cercato di portare il Salone del Libro a Milano. Insieme, sicuramente, abbiamo vinto quella sfida. E insieme, anche se entrambi avremmo preferito una soluzione diversa, quando ci è stato richiesto di intervenire lo abbiamo fatto. Quando la signora Birenbaum, che non dimentichiamo essere una delle ultime superstiti di Auschwitz, cui avevamo chiesto di inaugurare il Salone, ha ritenuto la sua presenza incompatibile con quella di quel signore che si proclama fascista e che Mussolini è stato il miglior statista di sempre… A quel punto noi, su richiesta di intervenire, abbiamo scelto la signora Halina Birenbaum e io sfido chiunque a fare una scelta diversa. In ogni caso, sono orgoglioso di averla fatta. Sì, su questo con la sindaca c’è stata piena sintonia. Molto meno, ad esempio, sulla TAV…

 

Parliamo appunto di TAV: lei ritiene che, se non vi sarà uno sblocco della situazione, il Piemonte rischi l’isolamento?

Il Piemonte si chiama così perché è ai piedi delle montagne. Da sempre, fin dai Romani, il Piemonte ha avuto le sue linee di commercio a est e ovest. Siamo al centro dell’Europa, ma ci servono collegamenti e andare verso la Francia in modo moderno, veloce e migliorando l’attuale impatto ambientale a me sembra una scelta di buon senso. Se uno non lo vuol capire, mi auguro che dalle elezioni venga fuori un segnale in tal senso. Anche perché qui il problema non è più chi è a favore e chi contro la TAV, che ormai lo si sa, quanto il fatto che il cantiere poteva andare avanti da settembre se il governo non lo avesse bloccato e rinviato ogni decisione a dopo le elezioni. Il problema sul quale dobbiamo invitare i cittadini a riflettere è: cosa potrà mai accadere a giugno che consenta al governo di decidere su quello che hanno bloccato a settembre? Nulla, perché il governo sempre questo è e finché ci sarà questo governo uno dei due partner interromperà il blocco e l’altro, la Lega, per puro mantenimento del potere accetterà, come ha fatto finora, e rinvierà la TAV. Anche perché, diciamolo sinceramente, a Salvini importa relativamente. Il suo cuore e la sua testa tirano molto di più verso la Lombardia e il Veneto.

 

La scorsa settimana, in visita qui ad Asti, il candidato di centrodestra ha affermato che sull’autonomia il suo governo regionale ha fatto poco e male. Come gli replica?

E’ curioso perché chi ha bloccato il processo decisionale sull’autonomia, che abbiamo chiesto con Liguria, Emilia Romagna e Veneto, è il governo il cui “azionista di maggioranza” è lo stesso di Cirio, ovvero la Lega. Quindi Cirio si rivolga ai suoi “azionisti” per chiedergli se la situazione si sbloccherà. Per quanto ci riguarda, se il voto cambierà la situazione politica, e darà più forza a chi viole davvero l’autonomia, noi siamo pronti ad andare avanti al massimo della velocità. Naturalmente non vogliamo fare 20 repubbliche, né usare usare l’autonomia per scardinare la Costituzione. Noi vogliamo autonomia gestionale perché pensiamo che, in particolare su alcuni temi quali la gestione dei beni culturali o della formazione professionale, avere più autonomia gestionale serva per migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione. Con le coperture finanziarie previste per quelle materie. Perché qui c’è un’altra “bufala”, detta da Cirio e da altri suoi colleghi veneti e lombardi: l’autonomia prevista dall’art. 116 della Costituzione non può assolutamente toccare il cosiddetto residuo fiscale.

Gabriele Massaro


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