Politica - 09 maggio 2019, 12:49

Il Movimento 5 Stelle "alza il tiro" sul problema dei roghi al campo rom e sulla sicurezza in città

Sul primo fronte è stato presentato un esposto-denuncia nei confronti del sindaco Rasero. Accusato anche di amministrare una città sempre più degradata e insicura.

La tematica dei reiterati roghi di rifiuti, che tanto allarme hanno destato e destano nella popolazione residente nell'area del campo nomadi di via Guerra, è approdata ala Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti, presso cui il 28 marzo scorso gruppo consigliare del Movimento 5 Stelle ha depositato un formale esposto-denuncia con rilevanza penale nei confronti del sindaco Maurizio Rasero “nella convinzione che – ha spiegato in sede di conferenza stampa Massimo Cerruti, capogruppo M5S in consiglio comunale – in quanto responsabile della sanità pubblica non ha fatto tutto quanto in suo dovere e responsabilità”.

L’azione legale, effettuata con il supporto dell’avvocato Alberto Pasta, rappresenta per i consiglieri l’extrema ratio a fronte di una situazione che, hanno sostenuto, è stata vanamente denunciata più volte. Dalla formale diffida presentata il 22 settembre scorso, dopo un’estate contrassegnata da un escalation di episodi, alla presentazione, avvenuta il 17 marzo scorso, di ben 6 interrogazioni urgenti in un solo giorno. Azioni che – hanno ancora sostenuto i pentastellati – non hanno sortito repliche sufficientemente soddisfacenti.

“La risposta del vicesindaco Coppo è stata deludente ed evasiva – ha affermato Cerruti – la situazione è inaccettabile, dobbiamo difendere gli astigiani. Non per colpire qualcuno ma per difendere i diritti fondamentali dei cittadini e far si che non si verifichino più roghi nella bella stagione come avvenuto in passato” .

Pertanto, come accennato, il 28 marzo scorso il Movimento ha deciso di ricorrere alle vie giudiziarie, a fronte di una situazione che, nel periodo compreso tra l’inizio 2018 e il primo trimestre di quest’anno, ha comportato ben 37 interventi dei vigili del fuoco e delle forze di polizia presso il campo, sempre per roghi di rifiuti.

In sostanza una media di un intervento ogni 10 giorni, festivi compresi. “Una situazione inaccettabile – secondo Cerruti – Tale anche sul fronte costi: nel solo 2018 si sono spesi 104.708 euro iva inclusa per rimozione residui roghi e ripulitura spazio in generale. A fronte di un introito della tassa rifiuti che è stato di poco superiore i mille euro”.

Ma l’accumulo di rifiuti nocivi e roghi non sarebbero l’ unico problema, secondo il Movimento, che indica anche il mancato rispetto del regolamento approvato dall’Amministrazione che, tra i vari articoli, comporterebbe l’allontanamento immediato degli ospiti in caso di violazioni del medesimo.

“Ci dev’essere allontanamento senza indugio - ha continuato Cerruti – è passato un anno e sono ancora tutti lì. Ci risulta una sola notizia di reato per accumulo rifiuti, per di più a carico di ignoti. Ce poi da tener conto del problema del controllo dei campi, che in teoria dovrebbe venir attuato a cadenza quindicinale, oltre alle varie altre criticità emerse quali abusivismo e mancato rispetto dell’obbligo scolastico. Ci troviamo invece in una situazione in cui i soldi delle cauzioni che dovrebbero essere depositati dalle famiglie per l’occupazione delle piazzole non vengono neppure incassati. Per cui siamo in presenza di abusivi con godimento di svariati diritti, ai quali è stato anche rifatto l’intero impianto elettrico per un costo di 36.000 euro”.

Ma l’affondo del Movimento sul fronte della sicurezza non è limitato alla sola realtà del campo rom, spaziando anche ad altri aspetti quali l’aumento di scippi e rapine in città, il rogo doloso all’Anagrafe o il degrado dei Giardini pubblici, le condizioni delle strisce pedonali e la scarsa illuminazione pubblica. Sotto accusa anche l’inquinamento: ”A marzo avevamo avuto già 39 sforamenti. Questa Amministrazione è fintamente di centro destra e fallimentare”.

Marco Allegretti, ingegnere candidato alle regionali nelle liste del Movimento ha spiegato che l’ impegno su questi temi "non è solo puntuale, ma rientra in una linea programmatica. La città è sempre più degradata e abbandonata. Se alcune zone non fossero in queste pessime condizioni, molte di queste tematiche non dovremmo neppure trattarle. Noi abbiamo alcune zone specifiche non più toccate da cittadini e commercianti, su tutte l’area dell’ex ospedale di cui nessuno più si cura da quasi 15 anni. Il nostro approccio è far si che su Asti arrivino risorse, attivando specifiche linee di finanziamento da parte della Regione per il recupero dei quartieri degradati. Un’azione di programma con stock di finanziamento di almeno 10-15 milioni di euro, cifra che impatta poco sul bilancio della Regione per un tipo di strumenti già impiegato in altre province. Se non si procederà in tal senso, queste aree saranno sempre e comunque alimento per attività criminali: ad esempio i furti di rame dall’ex ospedale, che poi vengono bruciati nel campo rom. Il problema va risolto alla radice, riportando queste zone della città a tornare vive e commercialmente appetibili”.

Alla conferenza è intervenuto il legale del Movimento, avvocato Alberto Pasta: “Legalità e salute pubblica sono temi importantissimi – ha affermato - Non c’è nessun atteggiamento schizofrenico o giustizialista: semplicemente chiediamo venga rispettata la legge. E il massimo rappresentante della tutela della salute pubblica è il sindaco".

“Nel settembre scorso – ha proseguito il legale – a seguito di ripetute segnalazioni dei cittadini lo abbiamo diffidato dal porre in essere tutte le azioni necessarie volte a contenere il fenomeno dei roghi nei campi rom. Lo abbiamo fatto per sollecitarlo a far fronte ai suoi doveri istituzionali, ma così non è stato perché le cose sono andate peggiorando. Nell’esposto denuncia abbiamo indicato anche giorni e ore in cui si sono verificati i roghi. Ovviamente siamo a totale disposizione della Procura per eventuali chiarimenti e integrazioni. E’ una situazione intollerabile perché qui si parla di nubi tossiche altamente nocive per la salute pubblica. I cittadini sono costretti a chiudersi in casa per non respirare queste esalazioni tossiche”.

“Non ci risulta – ha concluso – che il sindaco si sia attivato in qualche modo dal momento della diffida in poi. Potevano utilizzare telecamere, effettuare presidi e comunque controllare il fenomeno, ma non è stato fatto nulla. Non si può continuare ad attentare alla salute dei cittadini senza adottare alcun provvedimento”.

Gabriele Massaro (ha collaborato Betty Martinelli)


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