Con un lungo post pubblicato sul suo blog, al quale vi rimandiamo per una lettura integrale, il vicesindaco Marcello Coppo ha prontamente risposto alle considerazioni di Massimo Cerruti (capogruppo M5S in Consiglio comunale) e della Destra Sociale in merito alla posizione tenuta da Fratelli d’Italia in relazione al confronto sull’opportunità o meno di concedere il patrocinio comunale all’Asti Pride.
Coppo liquida rapidamente l’auspicio che si dimetta e faccia venir meno l’appoggio alla maggioranza (“Sarebbe un po’ come il marito che per far dispetto alla moglie si taglia il ...”, scrive), replicando colpo su colpo alle critiche ricevute.
Contrattaccando (“mi piacerebbe sapere quale è l'opinione di chi ha chiesto le mie dimissioni, magari la pensiamo alla stessa maniera o magari no. Perché nascondere la propria opinione e far questioni di lana caprina?”) e rimarcando che i guantoni che il sindaco Rasero ha scherzosamente indossato in apertura della conferenza stampa indetta per comunicare il patrocinio al Pride non rappresentano “certamente una sfida rivolta nei mie confronti e su tutti i dossier aperti sulle cose importanti so che, al limite, li può usare a pararmi le spalle, pure dal pride, sul quale concordiamo che non avrà un euro dal comune e dai cittadini e non potrà passare in luoghi dove potrebbe offendere qualcuno che non la pensa come loro, piazza Cattedrale in primis”.
Il vicesindaco ribadisce anche il concetto, già espresso anche rispondendo alle nostre domande, secondo cui “il lato negativo non è la natura di parte o politica della manifestazione ma il chiaro sfruttamento da parte della sinistra di fare i comodi suoi con le sfighe degli altri (con sfighe intendo le discriminazioni, non certo l'essere omosessuale, giusto per i radical chic che leggono e molte volte non capiscono cosa dico)”.
Infine, in merito al comunicato della Destra Sociale, scrive che “noi il coraggio lo abbiamo messo e certamente non sono loro ad aver titolo a chiedere le dimissioni di nessuno”.