Politica - 05 marzo 2019, 18:59

Semaforo verde per l'Asti Pride: la giunta comunale ha concesso il Patrocinio

La proposta è stata approvata a maggioranza (6 voti a favore, 4 contrari). Il corteo partirà da Campo del Palio e arriverà in piazzale De Andrè

Il sindaco Rasero con indosso i guantoni da boxe che ha indossato ad inizio conferenza stampa

Il sindaco Rasero con indosso i guantoni da boxe che ha indossato ad inizio conferenza stampa

Dalle 17 di quest’oggi, quando è iniziata una conferenza stampa convocata poco prima dal sindaco Maurizio Rasero, è ufficiale: il primo Asti Pride, in programma il 6 luglio prossimo, potrà fregiarsi del patrocinio del Comune di Asti.

Lo ha deciso a maggioranza (sei favorevoli e quattro contrari) la giunta guidata dallo stesso Rasero che, confermandosi uomo dotato di grande autoironia, si è presentato indossando un paio di guantoni da boxe perché “E’ stata una battaglia”, ha affermato scherzosamente con riferimento alla riunione di giunta terminata poco prima.

“In realtà – ha poi precisato tornando serio – si è svolta una discussione aperta e franca, in cui tutti gli assessori hanno potuto esprimere il loro punto di vista”. E nel corso della quale i quattro ‘dissenzienti’ (ovvero il vicesindaco Marcello Coppo e i colleghi assessori Renato Berzano, Gianfranco Imerito e Marco Bona) hanno potuto motivare le ragioni del loro no all’ipotesi di concessione del patrocinio. Motivazioni che ci avevano anticipato in questo articolo.

Non concedere il patrocinio ha argomentato il primo cittadino avrebbe vanificato tutto ciò che abbiamo fatto finora per combattere ogni forma di discriminazione: giornate contro il bullismo, contro la violenza sulle donne, ecc. Certo, politicamente ne avrei sicuramente tratto un vantaggio, ma ho preferito non lasciarmi condizionare da aspetti che esulano dal contesto”.

“L’anno scorso, partecipando su invito degli organizzatori alla manifestazione albese, ho avuto modo di verificarne personalmente lo svolgimento e parlare con le persone, comuni cittadini, chiedendo loro se ritenessero che il Pride li danneggiasse in qualche modo. Le risposte che ho ottenuto mi hanno confortato in merito all’ipotesi di ospitare la manifestazione qui ad Asti. E’ una manifestazione come tante altre che vengono organizzate e che inoltre non ci ha richiesto neppure un euro dalle case comunali”.

La volontà del sindaco di appoggiare in modo ufficiale l’iniziativa è pertanto stata fin dal principio fermissima, tanto che Se avesse prevalso il no alla concessione avrei in ogni caso messo a disposizione il simbolo del Comune, che non richiede passaggio in giunta. Dobbiamo volare alto anche cambiando mentalità, più aperta e senza preconcetti. Chiediamoci piuttosto se il patrocinio così com’è concepito sia ancora attuale o necessiti di modifiche e aggiustamenti”.

Il sindaco si è quindi soffermato su aspetti prettamente logicisti della manifestazione, quale ad esempio il percorso lungo il quale si svolgerà il corteo:Partirà da piazza Campo del Palio e arriverà in piazzale De Andrè. Gli organizzatori avrebbero voluto che terminasse in piazza Cattedrale, dove in quelle giornate si svolgerà Astimusica, ma su questo punto sono stato chiarissimo: il Pride è una cosa e Astimusica un’altra, sono manifestazioni separate e diverse, non mischiabili. Al contempo, ho fatto loro presente che piazza Cattedrale non sarebbe stata adatta anche per motivi di ordine prettamente religioso”.

“Di conseguenza loro mi hanno proposto piazza Cairoli o piazza Roma, ma nessuna delle due ha la capienza necessaria per garantire la sicurezza di 4.000-5.000 persone previste in città per il corteo. Per cui ho proposto piazzale De André, che può ospitare un considerevole afflusso. Resta invece da definire il percorso tra la partenza da piazza Campo del Palio e l’arrivo in piazzale De André. Mi chiedo se sia il caso di passare in piazza San Secondo, davanti alla chiesa del Santo patrono”.

Rasero ha poi espresso la speranza che “il taglio politico non sovrasti altri aspetti propri del Pride. Lo dico anche in favore degli organizzatori. Se tutto si svolgerà regolarmente, senza particolari problemi o polemiche, sono convinto che anche chi oggi ha votato no potrebbe ricredersi in vista del Pride dell’anno prossimo. Se il corteo sarà colorato ma composto, sarò contento e orgoglioso di salire sul palco per salutare gli intervenuti a nome della città. Ma se così non dovesse essere, finirebbero invece per rafforzare le idee di chi si oppone a iniziative di questo tipo”.

“Al netto di tutto ciò – ha concluso Rasero –, il Pride non era e non è la mia più grande preoccupazione o il principale problema di questa città che deve confrontarsi quotidianamente con difficoltà in ambiti quali il lavoro e la sicurezza”.

La reazione degli organizzatori

Gli organizzatori dell'Asti Pride, appresa la notizia, hanno postato sulla pagina Facebook della manifestazione un primo commento, che riportiamo integralmente.

Con piacere e soddisfazione comunichiamo che il Comune di Asti ha concesso il patrocinio all’ASTI PRIDE 2019 che si terrà il 6 luglio.
Ringraziamo l’intera amministrazione, in particolar modo il Sindaco Rasero, le Assessore Bologna, Cotto e Pietragalla. La promozione e la difesa dei diritti della comunità LGBTQI è una questione trasversale che deve necessariamente travalicare le appartenenze politiche.
Siamo felici che il Comune di Asti abbia superato steccati e confini anacronistici.

Gabriele Massaro


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