Politica - 05 marzo 2019, 09:45

Gli assessori 'dissenzienti': ecco perché diciamo no alla concessione del patrocinio all'Asti Pride

Pur in posizione minoritaria, il vicesindaco Marcello Coppo e i colleghi Marco Bona, Gianfranco Imerito e Renato Berzano esprimono la loro contrarietà alla concessione del patrocinio

Salvo colpi di scena, tanto possibili quanto improbabili, il primo ‘Asti Pride’, in programma il prossimo 6 luglio, potrà fregiarsi del patrocinio del Comune di Asti. Il sindaco Maurizio Rasero e la maggioranza della sua giunta sono infatti favorevoli alla concessione del patrocinio alla manifestazione, ma non mancano le voci dissenzienti, per quanto numericamente minoritarie.

Un disaccordo – del resto già palesato lo scorso anno, quando Rasero, dopo aver preso parte all’omonima manifestazione albese, scrisse un post su Facebook per dirsi favorevole ad ospitarla ad Asti – che il vicesindaco Marcello Coppo ha esplicitato mediante un post pubblicato sul suo blog (CLICCA QUI per leggerlo). “A prescindere che io non condivida molte delle loro istanze – scrive Coppo –, il Pride è una manifestazione e come tale è legittima ma è di parte e il patrocinio non si dovrebbe dare alle manifestazioni di parte, che siano di destra, centro o sinistra”.

“Che il Pride sia diventato una manifestazione esclusivamente politica non è una mia opinione – ha ulteriormente rimarcato rispondendo alle nostre domande – Basta guardare i video che ho postato sul blog per rendersene conto. E non tiriamo fuori la dicotomia società civile-politica… allora perché non patrocinare le ‘sentinelle in piedi’? Perché non patrocinare gli animalisti che vanno a manifestare contro il Palio? Perché non diamo il patrocinio a quelli che ricordano i morti di Salò? In sostanza, se concediamo il patrocinio al Pride, si apre un vulnus… se proponessi una ‘festa tricolore’ per la chiusura dei porti e la difesa del Made in Italy vorrei poi vedere se mi darebbero il patrocinio...”

“In ogni caso, se il Pride fosse finalizzato a combattere le discriminazioni, sarebbe un’altra partita. Ma se si organizza una manifestazione in cui si trattano i diritti dei migranti, aprire i porti, i diritti dei Rom cosa c’entra il Pride? Perché mai il Comune di Asti dovrebbe patrocinare un comizio di piazza con un eurodeputato del PD? Se una cosa del genere l’avesse fatta la destra, tutti i giornali ci avrebbero già appesi su un muro. E non vengano a parlare di discriminazione a uno di destra, che discriminato lo è da sempre. Manifestazioni come questa, organizzate da una sola parte, politicamente ben definita, danno un po’ di colore arcobaleno a quella che era il rosso di falce e martello”.

“In quanto all’utilizzo dell’immagine e del motto di Alfieri – ha altresì precisato Coppo –, in generale a me non piace l’utilizzo di figure che dovrebbero essere ecumeniche per delle manifestazioni di parte. Loro continuano a ritenere che le loro istanze siano quelle di tutti, per cui persistono nella convinzione errata che qualsiasi simbolo possa venir usato liberamente”.

“Ma comunque il problema di Asti non è questo. Per cui se gli organizzatori del Pride sperano che questa giunta cada per un semplice patrocinio, la speranza è molto mal riposta. Noi siamo persone serie, che pensano ai problemi della città. Se poi mi si chiede un’opinione, non posso stuprare le mie idee e i miei valori, a maggior ragione quando ritengo che sia errato dare il patrocinio anche da un punto di vista procedurale”.

Una linea di pensiero sostanzialmente condivisa dalla Lega, che l’ha espressa sia mediante una nota stampa a firma del segretario cittadino Davide Scaiola (CLICCA QUI per leggerla) e sia mediante le dichiarazioni rilasciateci dall’assessore comunale alla Sicurezza Marco Bona.

“Il fatto che la manifestazione sia politica, per quanto ‘mascherata’ da altro, è evidente già dai post che il sindaco aveva fatto lo scorso anno in cui si vedeva alle sue spalle un cartello contro Salvini. In più, tutti i video della precedente edizione testimoniano comizi prettamente politici. Quella non è una manifestazione di rivendicazione di diritti e apolitica, per cui il Comune non può dare il patrocinio perché ciò comporta anche sposare i contenuti della manifestazione”.

Abbiamo più volte affrontato l’argomento anche con il sindaco, precisando che il nostro no non è comunque vincolante per lui. Nel senso che se riterrà di portare i saluti della città o comunque partecipare alla manifestazione è liberissimo di farlo, ma diverso è concedere il patrocinio perché impegna l’Amministrazione comunale nel suo insieme”.

Meno mediatici, ma sostanzialmente allineate, le opinioni espresse sul tema dagli altri due assessori contrari alla concessione del patrocinio, ossia Renato Berzano e Gianfranco Imerito.

“Sono favorevole che ciascuno manifesti nel modo che ritiene più opportuno, anche in merito al proprio orientamento sessuale - ci ha detto l'assessore al Bilancio - Però ritengo che il patrocinio sia qualcosa in più rispetto al semplice consenso all’effettuazione della manifestazione. Lo ritengo più una questione di condivisione rispetto a certi temi, quali utero in affitto e adozioni gay, nei confronti dei quali io non sono favorevole. Ovviamente sono liberissimi di manifestare in tal senso, ma io non sono d’accordo. Io non ritengo adozioni gay o utero in affitto elementi discriminanti, perché si va a incidere sulla crescita del bambino: l’elemento debole non sono loro, ma i bambini, che necessitano di un padre e una madre”.

“Io devo dare atto al sindaco di averci dato massima libertà di coscienza. Io sono stato il secondo degli eletti della sua lista, per cui sono rappresentante della lista Rasero in giunta e debbo dargli atto che non mi ha mai detto fai così o fai cosà. Ci ha dato sempre la massima libertà, credo doverosamente, nel rispetto delle specificità di ciascuno di noi. Il mio no all’ipotesi di concessione del patrocinio, che ribadisco non è un no al loro legittimo diritto di manifestare, è conseguente una scelta di coscienza. Naturalmente resto contrario a ogni forma di discriminazione, ma ritengo che utero in affitto e adozioni gay siano discriminazioni al contrario, che non vanno a considerare la tutela del soggetto debole, che è il minore”.

“Parto dal presupposto che finché le diversità vogliono mostrarsi a tutti i costi restano diversità, non vedo integrazione - ha invece argomentato l'assessore alla Cultura Gianfranco Imerito -. Ormai la legge italiana permette di tutto a tutti, fortunatamente non siamo più ai tempi di Oscar Wilde in cui determinati comportamenti ritenuti contro la morale facevano finire in carcere. Le dico subito che la desinenza ‘ofobo’ non fa parte del mio vocabolario. Io sono un tollerante per natura, ma finché si resta nell’ambito delle regole. Ma, come abbiamo visto da tutte le altre parti, compresa Alba lo scorso anno, il tutto si trasforma in una sorta di manifestazione politica e questo non va bene.

Ciascuno è libero di fare quel che vuole, ma nessuno può pretendere di obbligare una Amministrazione, di qualunque colore politico essa sia, ad abbracciarne la causa. E poi il problema vero, a fronte di 1.000-2.000 o 5.000 che manifesteranno nell’ambito delle regole, sarà disciplinare i 100 o 200 che faranno del casino. Sono contrario alla maleducazione palese e le ostentazioni pubbliche, per cui non vedo perché dovremmo patrocinare una manifestazione che ha sempre generato malintesi e intolleranze”.

All'assessore non è piaciuto neppure l'utilizzo, nel logo della manifestazione, dell'immagine e del motto di Vittorio Alfieri: “Questo è un problema anche politico, poiché come Amministrazione abbiamo tra i temi anche il rilancio del ‘brand Alfieri’ a livello nazionale e internazionale e, francamente, usarne la figura e il motto per la manifestazione mi sembra provocatorio e artificioso. E’ altresì vero che, come per Torino il simbolo è la Mole e per Roma il Colosseo, per Asti l’icona è Alfieri. Ma quelli sono monumenti, cose statiche, qui si fa proprio un concetto.

Alfieri era un liberale, un tollerante, contrario a ogni schiavitù, ma è comunque considerato un Padre della Patria e non credo sia corretto associarlo a una manifestazione di parte. Avrebbero potuto almeno chiedere, come forma di cortesia, se avevamo qualcosa in contrario nel lasciarlo utilizzare. Mentre invece ci siamo trovati un pacchetto già fatto, con palese arroganza gratuita”.

La reazioni degli organizzatori

La replica del Comitato Organizzatore Asti Pride 2019 al post del vicesindaco non si è fatto attendere ed è giunt mediante un post pubblicato sulla pagina Facebook della manifestazione. Lo riportiamo integralmente di seguito.


Ci dispiace che il vicesindaco di Asti ritenga che le rivendicazioni per la piena uguaglianza davanti alla Legge della comunità LGBTQI e la lotta contro la violenza omofobica (per altro dilagante nel nostro Paese) siano 'questioni' di parte o attribuibili ad una fantomatica sinistra 'radical chic'. Ci dispiace, ma non ci sorprende. Le posizioni del partito politico al quale fa riferimento il Vice Sindaco sono note.

Noi, di contro, continuiamo a credere che i valori espressi dall’articolo 3 della nostra Costituzione siano patrimonio comune da salvaguardare a prescindere dal partito politico di appartenenza. Il corteo colorato, gioioso e positivo del 6 luglio sarà la miglior risposta a tutti coloro che considerano 'normali' gli atteggiamenti discriminatori ed escludenti. Patrocinio o meno, il Vice Sindaco è invitato. Chissà potrebbe cambiare idea.


Il Comitato Organizzatore Asti Pride 2019

Gabriele Massaro


Vuoi rimanere informato sulla politica di Asti e dire la tua?
Iscriviti al nostro servizio gratuito! Ecco come fare:
- aggiungere alla lista di contatti WhatsApp il numero 0039 348 0954317
- inviare un messaggio con il testo ASTI
- la doppia spunta conferma la ricezione della richiesta.
I messaggi saranno inviati in modalità broadcast, quindi nessun iscritto potrà vedere i contatti altrui, il vostro anonimato è garantito rispetto a chiunque altro.
LaVocediAsti.it li utilizzerà solo per le finalità di questo servizio e non li condividerà con nessun altro.
Per disattivare il servizio, basta inviare in qualunque momento un messaggio WhatsApp con testo STOP ASTI sempre al numero 0039 348 0954317.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU