Attualità - 26 novembre 2018, 12:30

La violenza sulle donne vissuta e portata in scena da Alessia Brisone

Grande successo per lo spettacolo teatrale "Ti Affetto" , questa mattina in Sala Pastrone ad Asti

Un momento dello spettacolo

Un momento dello spettacolo

Grande successo per lo spettacolo teatrale “Ti Affetto”, questa mattina in Sala Pastrone, che si inserisce nel ricco calendario di iniziative contro la violenza sulle donne. Lo spettacolo, rivolto alle scuole di Asti, ha avuto due orari mattutini e ha visto la partecipazione di alcune classi del Monti, Classico, Giobert, Artom, Artistico e Sella. Ad aprire l’iniziativa le parole della Consigliera di Parità della Provincia di Asti, Chiara Cerrato: “Questo spettacolo è una storia di violenza. Purtroppo queste cose non esistono solo in televisione, ma anche nella realtà”.

L’opera, scritta e interpretata da Alessia Brisone, affiancata in scena da Giancarlo Adorno, con la regia di Tommaso Massimo Rotella, racconta la storia vera della stessa Alessia, vittima di violenza da parte del suo ex fidanzato. Una rappresentazione dal taglio onirico, sognante, ricca di analessi e prolessi, che ha portato gli spettatori in un mood fuori dal tempo e dalla convenzionalità.

Ti affetto: per quando sei entrato, mi hai salutata con uno schiaffo e mi hai abbracciata con calci e pugni. Perché stavamo tanto bene insieme e per dimostrarmelo mi hai picchiata, fino a che non sono svenuta”, urla Alessia in scena. In un mix di reminiscenze tra primo appuntamento, primi baci e scelta di convivenza, si insinua lo spettro della violenza, vista e vissuta in tutte le sue sfumature: verbale, fisica, sessuale, psicologica.

Ti affetto: perché mi hai fatta cadere dalle scale, mi hai fratturato la caviglia. Ah no, sono caduta. Ti affetto, perché mi hai toccata anche quando non volevo”. Rabbia, dolore, ma anche amore, per un uomo che regala emozioni e che, all’improvviso, si trasforma in un mostro. Un mélange tra finzione artistica e realtà, che affascina, smuove gli animi e stimola la riflessione.

È un testo dalla grande forza, nato più che altro per un’esigenza della stessa Alessia di tirare fuori ciò che ha vissuto. Abbiamo cercato di mostrare anche il bello di un uomo che poi si dimostra violento: l’aspetto più subdolo e pericoloso”, ha dichiarato il regista. Alessia, stimolata dalle domande degli studenti, ha raccontato la sua storia: “Stavo con una persona normalissima: dalla convivenza si sono rotti gli equilibri. Non bisogna mai sottovalutare nulla. Nella realtà è sempre difficile parlare di queste cose, anche se viene fatta grande pubblicità. Sono andata in un centro antiviolenza e, con l’aiuto dei miei amici sono scappata da quella casa. Avevo paura a uscire da sola e per anni ho avuto difficoltà a confrontarmi con gli uomini. Ora ho una famiglia e sono felice. Perdono me stessa; lo perdono per la persona ignorante e bestiale che è. Non perdonerò mai i suoi gesti”.

In sottofondo la canzone popolare francese “Alouette”, cantata dai militari per andare in guerra: “Aloutte, gentille alouette, je te plumerai la tête” – Allodola, dolce allodola, ti spiumerò la testa.

Elisabetta Testa

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