"Ormai anche il mese di aprile si sta concludendo e, con esso, sono trascorsi già più di due mesi dallo spiacevole evento che ha coinvolto la nostra piscina comunale, di fatto rendendoci orfani di essa. Noi, genitori di tanti ragazzi che hanno scelto il nuoto come vita sportiva, con le sue regole e le sue emozioni, ci troviamo ora completamente impotenti di fronte alla situazione emergenziale venuta a consolidarsi. Abbiamo da subito collaborato con le nostre società sportive, impegnate senza ritardi a trovare un’alternativa percorribile, nuovi spazi inseriti in altre strutture che potessero garantire un livello accettabile di allenamenti per proseguire degnamente la stagione. Considerata l’indisponibilità in Asti di altre piscine idonee, si è materializzata la necessità di continue trasferte, verso il comune di Nizza Monferrato, quello di Canale e quello di Torino, caratterizzate non solo da tempi e costi aggiuntivi, ma anche dal coinvolgimento diretto di alcuni genitori per assicurare spostamenti non gestibili con altri servizi. Aggiungiamo anche che il rientro alle proprie case, nella maggior parte dei casi, non avviene prima delle ore 22, con riflessi diretti sui ritmi dell’alimentazione serale, sui tempi dedicati allo studio e al necessario riposo. Per i ragazzi delle categorie superiori (età 14-19 anni) si è reso inoltre necessario richiedere una specifica autorizzazione agli istituti scolastici per rendere possibile un anticipo sulla regolare uscita, finalizzata alla fruizione del trasporto pubblico per raggiungere gli impianti natatori negli orari disponibili. Questo è lo scenario che stiamo continuamente vivendo, del quale vorremmo far permeare i grandi sacrifici spesi per sopperire a quanto accaduto e garantire così la pratica dello sport preferito dai nostri figli che, diversamente, dovrebbero abbandonare. Dalla prima rumorosa scena che i media hanno diffuso nei giiorni immediatamente successivi alla chiusura dell’impianto comunale, è calato un profondo silenzio sulla vicenda, quasi irrispettoso degli sforzi che tutti noi stiamo facendo, quasi a lasciare intendere che le soluzioni trovate dalle società e dalle famiglie hanno risolto il problema. Riteniamo invece opportuno continuare manifestare l’esigenza di tenere sotto i riflettori quanto sta accadendo intorno alla vicenda per non permettere che il nostro disagio sia ignorato ed accettato come palliativo all’indisponibilità della nostra piscina. Se da un lato, come cittadini, riteniamo meritevole la politica perseguita finalizzata all’idea di vedere risarciti eventuali fondi pubblici, come genitori di nuotatori agonisti non possiamo tollerare i tempi morti che sono stati generati dalle scelte attuate per la risoluzione dell’inconveniente. Non possiamo continuamente accollarci, né lo possono le nostre amate società, i costi e gli oneri aggiuntivi che ci hanno investito, impotenti nel partecipare ed esprimere le nostre necessità nel contesto delle scelte adottate. Chiediamo quindi che si rompa il silenzio e si ritorni a parlare di come sta proseguendo l’iter per il ripristino della piscina, dei tempi che saranno necessari per tornare a nuotare nella nostra città e ci auspichiamo che gli esborsi economici delle famiglie e delle società sostenuti e ancora da sostenere siano compensati da idonei aiuti, in ragione della mancata possibilità di fruire di impianto cittadino."
Le famiglie degli atleti delle società ASD ASTINUOTO, ASD JUNIOR PENTATHLON ASTI, ASD FUTURE PROJECT ASTI, ASD ASTI BLU SUBACQUEA, IDEA SUB ASD, GRUPPO PREAGONISTI PROPAGANDA CSR