Si è tenuto oggi pomeriggio ad Asti il corteo promosso dall’Assemblea Antifascista, in occasione dell’80º anniversario della Liberazione. Un appuntamento che ha scelto di intitolarsi “Con amore e rabbia”, due parole che ben sintetizzano il sentimento di chi è sceso in strada: determinazione, ma anche passione civile e memoria viva.
Partito alle 15 dal Giardino delle Brusaie, il corteo – accompagnato da musica, colori e interventi – ha attraversato le vie della città per concludersi al Boschetto dei Partigiani, dove sono proseguiti gli eventi con concerti, banchetti e momenti di socialità. Ma soprattutto, con parole forti.
“80 anni sono passati dalla Liberazione dal nazifascismo e tutto sembra di nuovo sprofondare negli abissi da cui eravamo usciti, armi in pugno, quel lontano 25 aprile del 1945”, si legge nel documento diffuso dagli organizzatori. Al centro della denuncia, non solo il contesto internazionale segnato da guerre e nuove repressioni, ma anche le politiche interne del governo Meloni, accusato apertamente di derive autoritarie e militariste.
Il riferimento è diretto all’approvazione del nuovo decreto sicurezza, che – secondo l’assemblea – “trasformerà l’Italia in un vero e proprio stato di polizia”, rendendo punibili con anni di carcere anche le proteste più semplici. Ma l’iniziativa di oggi non è stata solo protesta: è stata anche un richiamo alla storia partigiana dell’Astigiano, fatta di giovani contadini che rifiutarono l’orrore del fascismo per scegliere, rischiando tutto, la libertà.
“Oggi quell’esempio deve essere più che mai vivo. Fermare l’escalation bellica è ancora possibile. Sta a noi”, scrivono ancora gli organizzatori, che invitano a rafforzare i legami tra chi lotta contro guerra, patriarcato, sfruttamento e devastazione ambientale.
Le parole dell’assemblea antifascista
Durante il corteo, i rappresentanti dell’Assemblea Antifascista hanno spiegato le motivazioni della loro iniziativa autonoma, rivendicando la distanza dal tradizionale corteo istituzionale: “Organizziamo iniziative per il 25 aprile e lo facciamo lontano dal corteo istituzionale perché non ci riconosciamo, non vogliamo sfilare al seguito di questa giunta comunale e di istituzioni che non ci rappresentano. A noi non interessa che il sindaco si definisca antifascista se poi si allea politicamente con Fratelli d’Italia e con questo governo, che riteniamo fascista nei contenuti e nelle pratiche.”
L’intervento ha poi ricordato la figura del partigiano anarchico Giacomo Tartaglino, sindacalista originario di Mongardino, come esempio di una Resistenza che voleva non solo sconfiggere il fascismo, ma trasformare radicalmente la società: “Parliamo di quei partigiani che immaginavano un mondo senza sfruttati, senza guerre, fondato su libertà e uguaglianza.”
Duro anche il giudizio sulle recenti misure in tema di sicurezza: “Siamo qui contro il decreto sicurezza, che consideriamo un passo verso uno stato di polizia. E contro la corsa al riarmo promossa dall’Italia e dall’Unione Europea. Per noi la sicurezza significa investire in sanità, istruzione, tutela del territorio, non riempire gli arsenali per le guerre dei padroni.”