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Attualità | 25 aprile 2025, 12:24

25 aprile: “Contro la guerra e il riarmo, dalla parte giusta della storia” [FOTO E VIDEO]

Asti celebra la Festa della Liberazione: “Siamo qui perché non potremmo che stare dalla stessa parte della storia”

Le immagini della giornata negli scatti di Efrem Zanchettin

Le immagini della giornata negli scatti di Efrem Zanchettin

Asti ha celebrato questa mattina  l’80esimo anniversario della Liberazione con una partecipazione ampia e sentita: secondo le stime erano un migliaio coloro che hanno preso parte al corteo e poi alla cerimonia.

 In piazza San Secondo, sotto uno splendido sole primaverile, gonfaloni e fazzoletti rossi si sono mescolati ai tricolori delle istituzioni e alle note della banda cittadina, che ha intonato Bella Ciao. L’atmosfera è stata, come da tradizione, intensa ma serena, segnata da un forte senso di appartenenza civile e da richiami alla pace e all’impegno democratico.

La vicepresidente dell’Anpi provinciale, Maurizia Giavelli, ha aperto la serie degli interventi con un discorso che ha unito rigore storico e passione politica. “Il 1945 noi non possiamo dimenticarlo”, ha detto, “vogliamo e dobbiamo celebrarlo insieme in modo unitario. Quel giorno ha segnato per il nostro Paese l’inizio della democrazia, la volontà della popolazione di costruire una società diversa, basata sui valori dell’antifascismo, una società di esseri umani uguali”.

Giavelli ha parlato di resistenza come desiderio collettivo di pace: “Non è un paradosso affermare che la Resistenza italiana sia stata in gran parte espressione di un desiderio di pace del popolo italiano e una condanna senza appello della guerra”. E ha poi lanciato un appello contro l’escalation militare che attraversa l’Europa e il mondo: “Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo. L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa al riarmo. Dobbiamo pretendere che si torni a parlare di disarmo, di diritti, di giustizia, e non solo di armi”.

Le ultime parole del Papa morente: “Le armi tacciano”

Nel suo discorso, Maurizia Giavelli, vicepresidente dell’Anpi di Asti, ha voluto richiamare le parole pronunciate da Papa Francesco nel messaggio Urbi et Orbi del giorno di Pasqua. Parole che risuonano oggi con ancora maggiore forza, visto che sono state priìonunciate poche ore prima della morte del Pontefice, che proprio in quel giorno si era affacciato con fatica alla loggia di San Pietro per lanciare un accorato appello alla pace.

“Le armi tacciano, e si ascolti il grido di pace dei popoli, della gente, dei bambini”, aveva detto il Papa, invocando la fine di tutti i conflitti, la ripresa dei negoziati e un futuro di disarmo globale. Giavelli ha voluto ricordare quel messaggio come “l’ultima, sofferta voce di un uomo che fino alla fine ha cercato di opporsi al ritorno della guerra come strumento della politica”.

Un richiamo che si è inserito con forza nel cuore della celebrazione astigiana, dove la memoria della Liberazione è stata anche un’occasione per dire no al riarmo e ribadire, come ha fatto l’Anpi, che “non c’è libertà senza pace”.

Un passaggio molto sentito ha riguardato il significato stesso della parola “Liberazione”, che per Giavelli “implica uno sforzo, un movimento. La libertà va sempre difesa, sempre riconquistata, qui e altrove”. Un messaggio che si è intrecciato a una memoria viva e quotidiana: “Siamo qui – ha detto – perché non potremmo che stare dalla stessa parte della storia. Quella che ci ha portati ad essere uomini, donne, persone libere e uguali”.

Rasero: “Bella Ciao, la prima canzone che ho imparato”

Il sindaco e presidente della Provincia, Maurizio Rasero, ha scelto il tono della riflessione personale e della condivisione. Ha voluto ringraziare tutte le associazioni e le scuole per la partecipazione, parlando di una celebrazione “sobria, ma piena di significato”. Richiamando il concetto di sobrietà, a causa del lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco come chiave di lettura della giornata, Rasero ha voluto “una partecipazione più viva, soprattutto dei giovani”.

Ha ricordato l'importanza della canzone “Bella Ciao” – “una delle prime che ho imparato da bambino, insieme a La macchina del capo” – e ha ribadito la necessità di contrastare ogni forma di revisionismo. “Qualcuno fu dalla parte sbagliata della storia e ci ha regalato pagine orribili, come le leggi razziali. Ma ancora peggio fu l’indifferenza di chi si voltò dall’altra parte”

“Quando sono andato al cimitero a rileggere le lapidi dei partigiani – ha raccontato – mi sono fermato sui numeri: 1925, 1926, e poi 1944, 1945… Erano ragazzi di vent’anni. Hanno dato la vita per un ideale, e noi dobbiamo ringraziarli per la libertà che abbiamo oggi”.

Ha poi citato Marisa Ombra, figura simbolica della Resistenza astigiana, annunciando l’intitolazione a suo nome della scalinata che porta al Bosco dei Partigiani, prevista per il 30 aprile: “Una donna straordinaria, partigiana, scrittrice, vicepresidente nazionale dell’Anpi. È giusto che la città le renda omaggio”.

La voce di Perduca: “Attenzione al revisionismo”

A chiudere gli interventi ufficiali, Alberto Perduca, già procuratore della Repubblica di Asti, che ha lanciato un allarme: “La Resistenza è oggi vittima di due insidie: la perdita della memoria e lo smarrimento dei suoi valori. Da decenni non cessa il lavorio del revisionismo che punta a svalutarla”.

Perduca ha ricordato la lezione dello storico Claudio Pavone, sottolineando come la Resistenza fosse fatta di anime diverse – patriottica, civile, di classe – ma unite dalla volontà di abbattere il nazifascismo e fondare una nuova Italia. “È compito nostro – ha concluso – far sì che questo patrimonio non vada disperso”.

Piccola contestazione al parco della Resistenza

La giornata si è svolta senza tensioni, ma non è mancato qualche momento imprevisto. Subito dopo la deposizione della corona ai giardini pubblici, una voce isolata tra il pubblico ha urlato: “Ci volevate sobri, ma noi siamo qui!”, accendendo per un attimo un piccolo battibecco subito rientrato. Il riferimento, non troppo velato, era al richiamo del Governo sull’impostazione sobria della cerimonia, più volte sottolineata nei giorni precedenti a causa della concomitanza con il lutto nazionale e che ha sollevato diverse polemiche. 

La voce dei ragazzi per le Resistenze di ieri e di oggi

La mattinata si è conclusa poco dopo mezzogiorno ai Giardini Gilberto Barbero, in strada Fortino, dove è stata deposta una corona d’alloro al cippo dedicato a Gilberto Barbero, presidente provinciale del CLN. A rendere omaggio alla sua figura e a quella di tutti i deportati astigiani nei campi di sterminio sono stati i ragazzi delle scuole medie “Goltieri” e “Jona”, che hanno dato voce alle storie spezzate e alla memoria viva attraverso letture e riflessioni profonde.

In particolare, sono stati ricordati i nomi incisi sulle pietre d’inciampo di Asti, simboli concreti della memoria che abita ancora le strade della città. Aldo Delaude ed Ileana Spalla hanno letto parole di Barbero, Enrica Jona, Liliana Segre e di altri testimoni della Resistenza. Un momento corale e silenzioso, intenso, che ha unito il passato al presente nel segno di quella pluralità di “resistenze” che ancora oggi chiedono ascolto e dignità.

Alessandro Franco

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