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Al Direttore | 24 aprile 2025, 18:56

ACLI Asti contro la nomina del garante dei detenuti: “Sconcerto per una scelta inadeguata”

Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni delle ACLI di Asti in merito alla nomina della Dott.ssa Stefania Serpetti

Nell'immagine la presidenza regionale ACLi

Nell'immagine la presidenza regionale ACLi

"La presidenza delle ACLI di Asti giudica con sorpresa e sconcerto la nomina appena resa pubblica da parte del Comune di Asti del garante delle persone private della libertà. La nostra voce si unisce alle molte comunicazioni, alle prese di posizione, alle dichiarazioni di personaggi ben più autorevoli e ben più esperti di tematiche carcerarie, che in questi giorni che hanno valutato in maniera molto negativa la nomina a garante della Dott.ssa Stefania Serpetti, soprattutto in considerazione alle esternazioni inquietanti e sconcertanti a lei attribuite delle quali è giunta voce, che confliggono in maniera evidente con il ruolo del garante. Conosciamo la realtà carceraria astigiana e quella di altre città del Piemonte. Sappiamo come molti volontari, associazioni e persone, dedichino tempo, idee, cuore ai problemi legati alla detenzione. Conosciamo gli sforzi di molti per creare ponti ideali tra il carcere e la città, tra le persone detenute e il mondo esterno, nella piena consapevolezza che i detenuti devono scontare le pene per le quali sono in carcere ma nel pieno rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani, in un sistema che premia il lavoro, la formazione e la scuola, le molte attività che si svolgono all’interno di tutte le carceri del nostro paese e anche ad Asti, con l’intento di evitare la recidiva e di permettere alle persone detenute di definire nuovi obiettivi di vita, sia pure in carcere. Il ruolo di garante delle persone private della libertà dovrebbe costituire (e questo avviene da molte parti in maniera egregia) una garanzia per i detenuti all’interno di un confronto costruttivo e generativo con le varie componenti del sistema carcerario per creare condizioni di vita adeguate e per affermare i diritti di tutte le componenti interessate. Crediamo che per esercitare compiutamente un ruolo così delicato servano insieme competenze e sensibilità, visione e idealità, condizioni che, a nostro avviso, non sono state rispettate con la recente nomina. Chiediamo pertanto al Consiglio comunale di ritornare sui propri passi e di votare una soluzione più consona e di alto profilo. Il carcere e i detenuti che vi sono ristretti devono essere parti di questo territorio e non restare “invisibili”. 

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