Cultura e tempo libero | 18 aprile 2025, 06:36

"Sotto le bombe, in ogni guerra, un bambino è una grazia": risuona sempre uguale il dolore universale di ogni madre [FOTO E VIDEO]

Dalla strage degli innocenti ai bambini vittime delle guerre di oggi: la Passiùn di Castagnole parla al nostro tempo. La pioggia sposta una parte dell'azione teatrale nella chiesa parrocchiale

Foto J.DeM.A.

Foto J.DeM.A.

Una pioggia incessante fino al pomeriggio ha costretto a modificare il percorso originario, ma non ha fermato il cuore della Passiùn di Gesü Crist, tornata come ogni anno a Castagnole Monferrato nella sera del Giovedì Santo. L’azione scenica, inizialmente pensata lungo le vie del borgo, si è svolta nel piazzale antistante la chiesa parrocchiale e poi è proseguita all’interno, dove il dolore – tema centrale di questa edizione – si è fatto parola, canto, corpo e memoria collettiva.

Diretta per il terzo anno da Tommaso Massimo Rotella, la ventitreesima edizione della Passiùn ha scelto di raccontare “I volti del dolore”, declinandoli in una serie di quadri potenti, tra narrazione evangelica e riferimenti stringenti all’attualità. Un dolore antico, quello della croce, che però non ha mai smesso di essere attuale. È il dolore della madre della strage degli innocenti, che nel suo monologo dice: “Mio figlio dovrà coltivare l’orto e raccogliere le verdure… ma sotto le bombe, in ogni guerra, un bambino è una grazia.” Ed è subito impossibile non pensare alle madri che oggi piangono i loro figli tra le macerie.

Sullo sfondo, le città martoriate del presente: Aleppo, Smirne, Gaza, Damasco, nomi pronunciati sul palco con voce ferma, a ricordare che il tempo sembra essersi fermato. 

La Passiùn di Castagnole non è mai una mera rappresentazione. È corpo, carne, voce. È un Cristo che si fa albero, simbolo salvifico e radicato nella terra, attorno a cui si muovono danzatori, attori, artisti e gente del paese. Simone di Cirene porta la croce, senza parole, ma con la fatica condivisa. Ponzio Pilato racconta la Passione con voce tesa, e poi  ci sono le domande: “Perché non hai reagito? Sei tu che l’hai voluto”. Ed è lì che emerge l’assurdità della sofferenza, la sua accettazione, la sua potenza salvifica. 

Una sofferenza che oggi si rifrange nei corpi e nei volti dei piccoli ostaggi israeliani uccisi, dei bambini di Gaza morti sotto i raid, dei bambini ucraini vittime dei bombardamenti. Ogni storia si sovrappone all’altra, ogni dolore è lo stesso. Sempre.

In chiesa risuonano parole e canti che sono poesia e denuncia. “Nell’ora senza le ore, dove tutto è confuso, è l’ora per me dove tutto è perduto”. E ancora Battiato, con la sua “Ombra della luce”, a invocare: “Riportami in una delle zone più alte, nel tuo regno di quiete”. Ma non c’è quiete senza verità, e la verità – suggerisce la voce fuori campo – è che la violenza non è solo colpa di pochi: “Si oscura il fatto che i fondamenti della nostra società si basano sull’oppressione delle società più deboli. Trovare un nemico è il modo migliore per prosperare”. Un’accusa che non è ideologica, ma profondamente etica. Perché, come si è detto durante la rappresentazione, “Dio vuole misericordia e non sacrifici, debolezza e non forza”. E noi? “Più deboli di prima, nel silenzio concludiamo.”

A dare voce alla speranza, in chiusura, è stato il vescovo di Asti, Marco Prastaro: “Davanti al dolore ci accarezziamo e ci abbracciamo e questo lo rende più lieve, ma un’esperienza più profonda è quella di indignarci. È una promessa fatta nell’Antico Testamento: ‘non ci sarà più lutto né dolore’. Cristo è morto perché doveva tergere ogni lutto e ogni dolore con il suo lutto e il suo dolore.”

E mentre fuori la notte si riappropriava del silenzio, dentro la chiesa rimaneva il peso – ma anche la dignità – di un dolore che, da duemila anni, ci accompagna. Uguale. Ostinato. Universale.

Alessandro Franco

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90 secondi di salute & wellness

a cura delle dott.sse Melika Myftaraj e Marta Turello

Nutrizionista e farmacista, ogni giorno offriamo consigli alle persone, convinte che la consapevolezza sia il primo passo per prendersi cura di sé. In questa rubrica vogliamo dunque raccogliere e condividere informazioni chiare, corrette e aggiornate su varie tematiche legate al mondo della salute e del benessere.

Per domande o approfondimenti scrivere a direttore@lavocediasti.it

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