La Settimana Santa è il cuore pulsante della fede cattolica, un periodo che, con le sue celebrazioni liturgiche e le tradizioni radicate, trasforma ogni angolo della provincia di Asti in un palcoscenico di devozione e memoria. Mentre oggi, 17 aprile prenderanno il via le solennità del Giovedì Santo, la città e i paesi circostanti si preparano a vivere riti che affondano le radici nel passato, passando per eventi unici come la Passiùn di Castagnole Monferrato, dove la comunità si unisce in un’esperienza teatrale di profonda riflessione sul dolore e sulla redenzione.
Celebrazioni che non sono solo un richiamo spirituale, ma anche un'opportunità per rinnovare il legame con le tradizioni locali, come dimostra l’immancabile ritorno dei Caritun a San Damiano, simbolo di solidarietà e comunità.
Le celebrazioni religiose
La Settimana Santa per i cattolici è il cuore della celebrazione dei misteri della fede e centro dell’anno liturgico.
Il 17 aprile, Giovedì Santo: alle 9.15 celebrazione dell’Ora Terza; alle 9.30 Messa del Crisma con la partecipazione di tutti i sacerdoti, religiosi e diaconi della Diocesi, benedizione degli olii per il battesimo, la cresima, l’ordine sacro e l’unzione degli infermi; durante la celebrazione saranno raccolte le offerte per la Terra Santa; alle 18 Concelebrazione nella Cena del Signore, processione del Santissimo Sacramento, Adorazione Eucaristica.
18 aprile, Venerdì Santo: alle 8 Liturgia delle ore: Ufficio delle Letture e Lodi; alle 18 celebrazione della Passione del Signore: Liturgia della Parola, Adorazione della Croce, Comunione Eucaristica. Alle 21 Via Crucis cittadina che avrà inizio in piazza N.S. di Lourdes e si avvierà verso il Santuario della Madonna del Portone seguendo questo percorso: via Graziani, via Catalani, via Morando, via Corridoni, corso Torino, piazza Torino, corso Alfieri, via Porta Romana e terminerà nel Santuario della Madonna del Portone (in caso di pioggia si svolgerà in Santuario). La Croce della Via Crucis è stata realizzata da alcune persone detenute della casa di reclusione di Quarto e consegnata alla Vicaria Urbana nei giorni scorsi durante la celebrazione presieduta da monsignor Parastro all’interno del penitenziario.
Al termine della Via Crucis saranno raccolte le offerte per la Terra Santa.
19 aprile, Sabato Santo: alle 8 Liturgia delle Ore, Ufficio delle Letture e Lodi; alle 15.30 il vescovo è a disposizione per le confessioni; alle 21.30 Veglia Pasquale: liturgia della Luce e annuncio pasquale, liturgia della Parola, liturgia battesimale (riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana tre adulti), liturgia Eucaristica.
20 aprile, Pasqua di Risurrezione: alle 10.30 Concelebrazione Eucaristica, al termine Benedizione Papale.
La Passiùn del Giovedì Santo avrà come tema "I volti del dolore"
Torna, il Giovedì Santo, 17 aprile, alle 21, a Castagnole Monferrato, la tradizionale “Passiùn di Gesü Crist”, che giunge quest’anno alla ventitreesima edizione dall’anno della ripresa, operata dalla comunità castagnolese su impulso del drammaturgo Luciano Nattino e dell’antropologo Piercarlo Grimaldi.
Appuntamento fisso nella Settimana Santa astigiana, la Passiùn è un’azione teatrale con fiaccole, “suoni delle tenebre” (con tarabacole, ciapilorie), musica e canto, che si dipana per il centro storico del paese come una processione a stazioni, alla quale parteciperanno giovani, uomini, donne e artisti.
Un incontro aperto, come sempre, a tutte le confessioni, a credenti e cercanti, che vedrà la partecipazione attiva della comunità di Castagnole, del vescovo di Asti Mons. Marco Prastaro, di artisti ospiti che proporranno il loro punto di vista, di gruppi di ogni età e provenienza.
Diretta per il terzo anno consecutivo da Tommaso Massimo Rotella, questa volta ha per tema: “I volti del dolore”.
“Quando si cerca di definire cosa sia il dolore – spiega Rotella - ci si trova di fronte a enormi difficoltà, in considerazione delle sue mille sfaccettature. Il termine dolore si utilizza in maniera ambivalente, sia a designare il dolore fisico, sia a indicare il dolore morale come sinonimo di sofferenza”. Con il Cristianesimo il dolore assume un ruolo centrale, perché rappresenta una frattura che apre la prospettiva del cambiamento. San Paolo nella II Lettera ai Corinzi parla di un dolore e di una tristezza che sono da benedire, segno del rinnovarsi della vita e dell’accedere a una dimensione nuova. Nel Cristianesimo il modello di vita diventa il Cristo sofferente, il cui dolore assume una funzione salvifica. Il problema allora non è liberarsi dal dolore, ma accettarlo e farlo fruttare come strumento di redenzione.
Viceversa, come dice il filosofo Byung-Chul-Han nel suo saggio “La società senza dolore”, l’epoca odierna è profondamente segnata da una radicale algofobia, una paura generalizzata del dolore; questa algofobia è, al tempo stesso, una tanatofobia, una paura altrettanto diffusa della morte. Non può che derivarne l’anestesia permanente, il cui unico esito politico consiste nella democrazia palliativa. Una democrazia, cioè, della positività imposta a forza, che cerca di sbarazzarsi in tutti i modi possibili del negativo: quindi, del dolore e della morte.
Il Cristo-albero, opera dell'artista tedesco Hans Jurgen Vogel, e simbolo della Passiun, sarà il fulcro di movimenti coreografici e tableau vivant creati dai danzatori torinesi di Cifra danzateatro, che dopo la partecipazione alla Passione dello scorso anno, quest’anno tornano accompagnati da alcuni allievi di ContacTO - contact improvisation Torino.
Tra gli ospiti, Lello Ceravolo, attore di fama nazionale che interpreterà un brano di Elsa Morante tratto dal “Il mondo salvato dai ragazzini”; l’attrice e cantante fossanese Chiara Magliano interpreterà “L’ora della Passione”, poesia di B. Pasternak, e canterà insieme a “J’Arliquato” di Castiglione d’Asti, presenza musicale immancabile per intonare con il pubblico in processione “Passiùn di Gesü Crist”, il canto piemontese di questua di antica memoria.
L’attrice Elena Formantici reciterà un brano tratto dal testo del poeta Antonio Catalano, “Il Quarto Re Mago”; interverrà Alba Nicoletti, che farà iniziare e concluderà la Passiùn 2025 nel ricordo di Luciano Nattino.
Sarà coinvolto attivamente il gruppo spontaneo degli abitanti del paese durante le azioni.
La partecipazione del pubblico è gratuita.
Al termine la Pro loco offrirà, come da tradizione, Ruchè e torta di castagne.
Per preparare la “Passiùn” sono stati organizzati e sono in corso come ogni anno incontri con la popolazione locale attorno agli elementi antropologici e di memoria dell’iniziativa, oltre che di valorizzazione della parlata piemontese.
Alla Via Crucis di Antignano la prima volta del nuovo parroco
Venerdì 18 aprile, alle 21, torna la tradizionale Via Crucis per le vie del centro storico. La sacra rappresentazione, giunta alla sua 34esima edizione, interrotta solo dalla pandemia, riprende il suo tenace cammino.
La complessa macchina organizzativa, forte della propria esperienza, sta lavorando a pieno ritmo per raggiungere risultati rappresentativi capaci di proiettare gli spettatori in un mondo di 2000 anni fa, di trasmettere partecipazione emotiva nel rispetto del rigore storico.
Il protagonista Gesù sarà interpretato da Paolo Martinetto con la voce di Luca Chiusano. Il ricco cast è confermato rispetto all’edizione precedente . 120 figuranti vestiti con i costumi dell’epoca faranno da cornice attiva alla Via Crucis.
La presentazione di questa edizione sarà affidata al nuovo parroco don Marco Andina.
La regia di Roberto Orecchia garantisce continuità e filo conduttore con le edizioni precedenti.
Dalla domenica delle Palme, 13 aprile, alla domenica 27 aprile, nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano sarà allestita e visitabile una mostra fotografica che illustra vari momenti delle passate edizioni della Via Crucis, fin dai suoi esordi.
A San Damiano l'antica tradizione dei Caritun
Nelle giornate del Giovedì e Venerdì Santo, tornerà a San Damiano l’attesa tradizione della vendita dei Caritun, i piccoli pani della carità, presso la Chiesa di San Giuseppe, in piazza Libertà. Questo rito, profondamente radicato nella comunità locale, evoca valori di fede, solidarietà e memoria storica, continuando a coinvolgere cittadini e visitatori.
La tradizione del Caritun è da sempre legata alla figura del compianto professor Gigi Zappa, che ne fu promotore e sostenitore instancabile come segretario, rettore ed economo della Confraternita di San Giuseppe. Il Caritun, con la sua ricetta antica tramandata da generazioni, non è semplicemente un pane, ma un simbolo ricco di rimandi spirituali: il pepe rappresenta le erbe amare della Pasqua ebraica, lo zafferano, col suo giallo intenso, richiama la malta dei mattoni costruiti dagli Ebrei schiavi in Egitto, e il monogramma JHS ne sancisce il legame con il sacrificio eucaristico. Tuttavia, va sottolineato che il Caritun non è un pane azzimo, ma un pane lievitato che rappresenta la sintesi tra cultura e spiritualità.
Come ogni anno, il ricavato della vendita sarà destinato ai restauri della splendida chiesa barocca di San Giuseppe, un’opera ricca di storia e bellezza. I lavori, iniziati nel 2011, hanno già portato a termine opere significative, come il consolidamento del tetto, il restauro delle mattonelle colorate della cupola e la ricostruzione dell’altare maggiore. Alcune statue e candelabri, pezzi rappresentativi del prezioso lavoro di Pietro Antonio Pozzi di Bergamo e dei suoi figli, sono stati riportati al loro splendore originario, molto apprezzato anche dalla Casa Savoia. Quest’anno, i lavori di restauro continuano sull’altare laterale destro, un intervento visibile al pubblico che aggiunge fascino all’esperienza della Settimana Santa.
Lo scorso anno furono venduti circa 100 chilogrammi di Caritun, un successo che dimostra quanto questa tradizione sia amata e sostenuta dalla comunità e non solo. Grazie alla dedizione della professoressa Ebe Graziano, attuale rettrice della Confraternita, e al suo affiatato gruppo di volontari, l’iniziativa si rinnova ogni anno con entusiasmo e cura. Quest’anno, l’allestimento della chiesa sarà arricchito da un toccante richiamo alle antiche usanze della Settimana Santa, accompagnato da uno speciale opuscolo selezionato dagli archivi del professor Zappa, che racconterà storie e curiosità su questa secolare tradizione.
La vendita dei Caritun non è solo un evento religioso, ma un autentico momento di comunità che tiene viva la memoria e alimenta la solidarietà. Come diceva il professor Zappa, "il Caritun è il simbolo di una tradizione che non si limita al passato, ma che continua a parlare di noi, della nostra cultura e della nostra identità".