Il Piemonte è in ginocchio. Dopo giorni di piogge torrenziali, la Regione ha formalmente chiesto al Governo la dichiarazione dello stato d’emergenza. Il presidente Alberto Cirio ha sentito telefonicamente il vicepremier Antonio Tajani e il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci per anticipare la gravità della situazione: "Ho firmato la richiesta di stato d’emergenza per gli ingenti danni provocati dal maltempo – ha detto –. La situazione più critica riguarda il Torinese, soprattutto la zona di Chivasso, dove si registrano frane, allagamenti e straripamenti di rii e torrenti".
Uno scenario drammatico, con interi territori sommersi dall’acqua. A Cavagnolo si è resa necessaria l’evacuazione di una cinquantina di persone, accolte nel palazzetto dello sport con l'assistenza logistica della Regione. Ma è Monteu da Po a pagare il prezzo più alto: qui un anziano è morto, intrappolato nella sua casa allagata. "Ho espresso personalmente il cordoglio della Regione al sindaco – ha spiegato Cirio – e ho chiesto che venga trasmesso ai famigliari e alla comunità intera"
Nonostante le previsioni parlino di un miglioramento nelle prossime ore, l’allerta resta massima: il terreno è saturo e il rischio frane elevato. "La sala operativa della Protezione civile è attiva 24 ore su 24 – continua Cirio – e migliaia di volontari stanno lavorando senza sosta per mettere in sicurezza le comunità colpite".
Accanto a lui, l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi, che conferma: "Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse, ma non basta. Le piogge hanno causato già frane, evacuazioni e persino il crollo di un ponte. Stimiamo danni per decine di milioni di euro: è indispensabile il sostegno immediato dello Stato»"
Sono 256 i Centri Operativi Comunali attivi in questo momento: 157 nel Torinese, 41 nel Cuneese, 16 nel Biellese, 15 nel VCO, 8 tra Novarese, Alessandrino e Astigiano, 5 nel Vercellese. A operare sul campo ci sono 1.360 volontari tra Protezione civile, AIB, Carabinieri in congedo e Croce Rossa.
Il maltempo non ha risparmiato nessun angolo della regione. Nel Verbano-Cusio-Ossola si contano frane e valanghe, con la viabilità gravemente compromessa in Valle Anzasca e nelle aree montane. Problemi simili anche nel Biellese, nel Vercellese e nelle valli di Lanzo, Susa, Canavese e Pinerolese, dove le strade statali sono interrotte e le esondazioni dei rii secondari hanno raggiunto infrastrutture sensibili.
Nel Torinese, in particolare, l’esondazione della Dora Baltea ha allagato vaste aree e interrotto autostrade e linee ferroviarie. I centri di Ivrea, Rubiana, Villardora e Cafasse risultano parzialmente isolati, con danni anche alle reti idriche e fognarie.
Tonengo senza luce ne acqua
A Biella il maltempo ha colpito duramente le infrastrutture viarie. In alcune frazioni si è completamente isolati. Come a Maroero, nel comune di Tonengo, dove il crollo della strada ha interrotto anche l’acquedotto. La corrente elettrica, per ora, resiste, ma manca l’acqua. «È intervenuto l’Acquedotto del Monferrato per tentare di ripristinare il servizio – spiega il sindaco Raffaele Audino – ma la situazione è drammatica. Siamo bloccati, senza luce né acqua. Ci sono mamme con bambini, lavoratori, persone che transitano ogni giorno su quella strada rimaste isolate. È la via che collega Chivasso a Torino, fondamentale per chi lavora. Con i pochi mezzi a disposizione, stiamo cercando di liberare l’unico accesso possibile per permettere l’arrivo dei generatori dell’Enel. Spero di riuscirci entro un paio d’ore».
Domani mattina, alle 9, è stata convocata una riunione straordinaria della giunta regionale per aggiornare il quadro e avviare una prima stima ufficiale dei danni.
"Siamo vicini a tutte le comunità colpite – concludono Cirio e Gabusi –. Un enorme grazie ai volontari, ai tecnici, ai sindaci e a tutti quelli che stanno affrontando questa emergenza con coraggio e generosità. La macchina dei soccorsi non si è mai fermata, e non si fermerà".