Attualità | 15 aprile 2025, 20:13

Associazione Missione Autismo di Asti: nuovo progetto per accompagnare le famiglie nel percorso educativo dei figli

Paola Bombaci, presidente Ama: “Vorrei che non fosse vissuto come un momento traumatico, ma una nuova rinascita per la famiglia in una situazione differente”

Family First è un progetto rivolto al territorio per migliorare la condizione delle famiglie dal momento della diagnosi al percorso di crescita dei figli. “Nasce da una serie di incontri con differenti enti”, spiega Paola Bombaci, presidente Ama (Associazione Missione Autismo), presentando le realtà astigiane che hanno partecipato ai tavoli di rete: l’ospedale Cardinal Massaia, il Comune, il Cogesa e l’Umvd dell’Asl.

Le fasi del progetto sono tre: “Il primo step è l’avviamento del parent training, che coinvolgerà 10 famiglie segnalate dall’Asl. Si tratta di un percorso di affiancamento alle figure genitoriali, grazie alla guida di psicologi e psicoterapeuti”, illustra la presidente. L’obiettivo è permettere alle famiglie di affrontare il momento post diagnosi nel modo migliore: saper gestire le emozioni, ridurre lo stress e rafforzare l’auto-consapevolezza delle proprie capacità come genitori.

Il secondo punto è la divulgazione informativa mediante brochure: “perché possa permettere la conoscenza dei servizi sul territorio”, spiega Bombaci, dalle modalità di accesso al supporto concreto per le famiglie delle persone con disabilità.

In accompagnamento a questo strumento divulgativo, Ama avvierà, come terza fase, un servizio di sportello ai genitori, per supportare le famiglie in modo più diretto.

“Vorrei che non fosse un momento traumatico, ma una nuova rinascita in una situazione differente, che, però, può essere momento di crescita e progettazione. Dalla diagnosi per tutta la vita”, racconta Bombaci. 


L’impegno dell’Asl e le sue ricerche

Fondamentale il ruolo dell’Asl nel progetto: “Noi speriamo di poter trovare delle innovazioni in questo campo. La diagnosi è il punto di partenza”, racconta Andrea Fabbo, direttore sanitario Asl.

Una panoramica clinica sull’autismo è stata presentata da Davide Traetta, direttore di neuropsichiatria infantile Asl: “La diagnosi è prevalentemente clinica, ma è supportata da una valutazione più specifica. La sintomatologia è molto varia e dipende dal ramo di complessità e della gravità”.

Per quanto riguarda le cause: “Si va verso l’ipotesi della componente genetica in associazione con fattori ambientali e multifattoriali. Al momento non c’è un marker specifico neuronale o morfologico che ci permette di fare una diagnosi chiara”, illustra Traetta.

Quello che è certo è l’aumento dei casi: “Dal 2018 al 2023 in Piemonte abbiamo avuto un raddoppio delle diagnosi. Si tratta di un caso su 100 persone”. Le motivazioni dell’aumento delle diagnosi sono molteplici: “Sono migliorati i criteri diagnostici, c’è una sensibilità comunitaria e conoscenza del disturbo maggiore. Questo permette una facilitazione nell’accesso ai servizi”, spiega Traetta. 

Ad occuparsi del percorso diagnostico è un’équipe multidisciplinare, chiamata DPS (Disturbi pervasivi dello sviluppo), voluta dalla regione già dal 2014: “per identificare in ogni Asl dei gruppi operativi con una formazione specifica affinché si possa rispondere nel minor tempo possibile alle esigenze del territorio”, spiega Francesca Montrucchio, psichiatra infantile Asl e referente DPS. Questo momento è fondametale per le famiglie: “È molto importante perché serve a capire i punti di forza e di criticità del bambino”. Ciò che, però, non deve essere dimenticato è che: “Non esiste l’autismo, ma il bambino, che è unico nelle sue caratteristiche e nel suo percorso”

Si sta inoltre dando sempre più spazio alla figura genitoriale nel percorso diagnostico, sottolinea Montrucchio: “Devono essere inclusi dal primo momento della diagnosi”.


Consorzio Cogesa e Comune in collaborazione con Ama

Per la realizzazione di Family First, il Comune e il consorzio Cogesa ricoprono un ruolo di sostegno concreto: “Nella fase della diagnosi bisogna avere un punto di riferimento e avere un orientamento su cosa fare”, spiega l’assessore politiche sociali Eleonora Zollo.

“Pensiamo che sia fondamentale collaborare in progetti integrati che rispondano al vero bisogno delle famiglie. Non possono essere lasciate sole, ma è necessario avvicinarle per informarle sulle attività e i servizi del territorio”, conclude Patrizia Orlando, assistente sociale Cogesa.

Virginia Carotta

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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