Al Direttore | 15 aprile 2025, 12:12

Festival Cacciano, la verità delle origini: la lettera aperta del professor Ronco al Sindaco di Moncalvo

Con rispetto e senza polemica, l’ex direttore artistico ricostruisce la genesi del Festival e chiarisce il ruolo dell’associazione Toret Artist Tre Sei Zero

Festival Cacciano, la verità delle origini: la lettera aperta del professor Ronco al Sindaco di Moncalvo

Perfetto, ecco una possibile apertura per l’articolo, in tono giornalistico ma colloquiale e rispettoso come la lettera originale:

 Una lunga, accorata, ma pacata lettera aperta rivolta al Sindaco. Così il  Francesco Ronco, musicista, ideatore culturale e già direttore artistico, ha scelto di ricostruire pubblicamente le origini del Festival Cacciano, oggi Festival Internazionale, riportando alla luce le tappe salienti di un progetto nato nei primi anni Duemila con l’obiettivo – dichiarato fin dall’inizio – di fondere la musica d’autore con l’eredità pittorica di Guglielmo Caccia, detto “il Moncalvo".

Gentile Sindaco buongiorno, con il più profondo rispetto e senza alcun tono polemico, avrei piacere di farLe sapere che:

- E’ vero, il Festival Cacciano di Moncalvo non è nato con Noi (Toret Artist Tre Sei Zero), ma è stato ideato e fondato da me medesimo, allora Presidente e Direttore Artistico dell’Associazione Culturale “Arpa di Noè” (TO), insieme alla Giunta Comunale di Moncalvo e al Centro Civico Montanari, nei lontani primi anni 2000.

Dopo un profondo ragionamento, si decise di dedicare la rassegna concertistica al dettato stilistico di Guglielmo Caccia detto “il Moncalvo” (non alla figlia Orsola – brillante idea, quest’ultima, sviluppata in seguito dalle Amministrazioni Comunali successive).

L’obiettivo era di offrire al pubblico, a ingresso gratuito, serate musicali di “livello”, rimarcando l’espressione artistica del Pittore G. Caccia. 

Gli eventi musicali non dovevano necessariamente allinearsi con il periodo storico dei dipinti, anzi, l’assoluta libertà d’espressione da parte degli Artisti coinvolti, contribuiva a stimolare sia la parte razionale che quella emozionale delle menti presenti.

Sulla base del successo di critica e di pubblico ottenuto grazie alla prima edizione del Festival, insieme ai miei Soci dell’epoca, decisi di estendere tale risultato in molteplici siti piemontesi ove fossero presenti opere dell’illustre Artista e della sua scuola. 

Progettai un Tour, sponsorizzato dalla Regione Piemonte e da rilevanti Fondazioni Bancarie e lo chiamai “Not& Pitture”: partiva da Moncalvo (agosto), coinvolgeva le Province di Alessandria, Cuneo, Novara e Vercelli e con un calendario di 22 concerti, si concludeva nuovamente a Moncalvo l’anno successivo. 

Not& Pitture ebbe altre 4 edizioni, non più dedicate al Caccia, ma sempre con l’obiettivo di ricordare alcune delle più rilevanti espressioni pittoriche presenti in Regione: il pubblico, comodamente seduto di fronte ai dipinti prescelti, ascoltava un concerto che era preceduto da una mirata conferenza tenuta da uno storico dell’Arte, sempre e rigorosamente ad ingresso gratuito.

Qualche anno dopo, con l’esaurimento delle tematiche artistiche di Not& Pitture, L’Arpa di Noè lasciò il Festival Cacciano, rispettando soprattutto i desiderata dell’allora Amministrazione Comunale che volle assegnare la direzione del Festival a un Ente di Asti, il “Circolo Filarmonico Astigiano” diretto dalla cara amica Lia Lizzi Balsamo.

Solamente nell’anno 2022, in seguito ad un occasionale incontro con Giuseppe Prosio (giornalista e grande uomo di Cultura del territorio monferrino, dotato di un’intelligenza e di una sensibilità non comune, con il quale, fin dalla fondazione del Festival Cacciano, io ebbi l’onore di stringere un sincero rapporto di stima), emerse che il Comune di Moncalvo non aveva più un Ente che gestisse la Direzione Artistica del Festival e che tuttavia aveva saputo abilmente difendere e mantenere viva l’iniziativa per anni.

Fu allora che io, insieme e i miei valenti colleghi dell’Associazione Culturale Toret Artist Tre Sei Zero di Torino, decidemmo di proporre al Comune la direzione del Festival e trasformarlo così in Festival Internazionale e, tale proposta, fu sposata e sostenuta pienamente dalla Giunta Comunale… e il resto… è di sua conoscenza.

Gentile Sindaco, mi permetto di ricordarLe questo non per ottuso desiderio di prendermi dei meriti, ci mancherebbe altro, ma solamente per narrare la “storia” che, a volte, senza cattive intenzioni, può essere offuscata: come ben sa, un’opinione, giusta o sbagliata che sia, rimane cosa personale, ma, fino a prova contraria, la storia, per tutti, resta l’unica verità provata.

- Il Direttivo della Toret è perfettamente in linea con il suo pensiero: il Festival appartiene al Comune ed è il Comune che stabilisce modi e tempi dello stesso.

A tal proposito Le ricordo che fin dal primo incontro tra Toret (in quell’occasione me medesimo) e l’attuale Giunta Comunale (nella stessa occasione il Consigliere Sandiano – con Lei non ho mai avuto l’onore e il piacere di parlare), sono emerse immediatamente, a torto o a ragione, discordanze di pensiero sugli obiettivi del Festival e soprattutto sul suo sviluppo futuro e, tengo a sottolineare, che tali incomprensioni non si crearono per questioni di soldi, ma di intenti!

Voglio che Lei sappia che non è abitudine della Toret Artist attaccarsi alle cose e forzare la collaborazione con Amministrazioni e/o Enti che non siano in linea con i propri propositi e i propri obiettivi e questo, non per presunzione, cosa che ci paleserebbe di basso profilo, ma perché l’esperienza acquisita nel tempo (personalmente ho sulle spalle oltre 700 concerti organizzati e ho collaborato con decine di Amministrazioni Comunali e/o Associazioni Culturali e la Toret Artist Tre Sei Zero ha superato i 120 concerti in Regione) ci ha insegnato che se due o più Enti che collaborano fra loro non rivolgono lo sguardo nella stessa direzione, risulta impossibile dare vita a progetti di alto profilo, garantirne la realizzazione e soprattutto la qualità.

Siamo riusciti, nonostante questo, a consegnare al pubblico un Festival 2024 di ottimo profilo Artistico e sono certo (questa è una mia opinione e non una verità) che se ci fossimo seduti “tutti” intorno a un tavolo per discutere seriamente del Festival Cacciano e delle sue sorti future, avremmo trovato senz’altro il modo per rendere ancora più proficua e meno sofferta la collaborazione.

- Per quanto riguarda la questione “costi e benefici” a mio modesto parere (se mi è concesso tornare banalmente alle opinioni personali), dipende soprattutto dal punto di vista dell'osservatore: se la Cultura viene interpretata come un mezzo attraverso il quale ricavare cospicui profitti materiali, qualsiasi essi siano, forse (e ripeto forse) non è proprio un Festival che miscela Musica di livello con dipinti incantevoli il progetto ideale per soddisfare pienamente questo fine, viceversa, se si intuisce l’enorme valore che la Cultura possiede e quel valore si decide di offrirlo completamente a fondo perduto ai propri cittadini, con l’unico nobile obiettivo di incrementare la conoscenza, emozionare le menti, sviluppare il pensiero ed elevare lo spirito, converrà con me che sia gli sforzi compiuti che i risultati ottenuti assumono immediatamente una prospettiva e un valore diverso. 

In riferimento alla poca collaborazione da parte nostra relativa al posizionamento delle sedie per il pubblico che Lei giustamente ci fa notare, sempre a mio parere, a rigore di logica, come da accordi intrapresi con la Giunta Comunale precedente, avrebbe dovuto essere più semplice per il Comune trovare personale o volontari per posizionare delle sedie nei propri spazi piuttosto che la Toret Artist che era concentrata pienamente nella cura della parte artistica, quindi, in simpatica conclusione, come può constatare, cambiando il punto di osservazione potrebbe tranquillamente risultare che è il pacchetto culturale offerto al pubblico l’elemento più importante e non il servizio offerto al Comune, seppur rilevante anch’esso. 

Ad ogni modo, credo fermamente che per ottenere risultati vantaggiosi per tutte le parti coinvolte nell’organizzazione di un Festival, sia imperativo l’incontro, al fine di pianificare al meglio ogni passaggio e suddividersi i relativi compiti.

- Ringrazio indistintamente i Sindaci, gli Assessori e i Consiglieri che hanno permesso a me e ai miei affezionati collaboratori di organizzare più edizioni del Festival; ringrazio tutti gli Artisti che con le loro sorprendenti performance hanno contribuito alla sua crescita; ringrazio i collaboratori Comunali che con la loro cortesia e disponibilità ci hanno aiutato a rendere concreta ogni serata; ringrazio tutti i collaboratori esterni che con la loro professionalità e fantasia hanno riempito di luci, di colori, di suoni e di immagini gli angoli più belli di Moncalvo e ringrazio tutte le persone che non mi è possibile qui enumerare, che hanno contribuito alla realizzazione del Festival. Un ringraziamento va anche e soprattutto al pubblico che con la sua presenza e il suo affetto ha reso magico ogni evento. Ringrazio i miei collaboratori e i miei soci per tutti i successi raggiunti… e un particolare pensiero vola ancora al ricordo di Beppe Prosio, valoroso e instancabile sostenitore del Festival. 

Gentile Sindaco, la mia autentica lettera è terminata, da questi contenuti carpisca ciò che riterrà utile e sottragga ciò che considererà superfluo; io La ringrazio infinitamente per l’attenzione, mi rendo disponibile a incontrarLa per qualsiasi ragguaglio e auguro a Lei e alla Sua squadra, un proficuo lavoro, ricco di risultati e di successi.

Un cordiale saluto.

Francesco Ronco

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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