Lunedì scorso il direttivo di SEquS aveva annunciato, di fronte agli uffici comunali di piazza Catena, uno sciopero della fame a oltranza contro l'annunciato abbattimento dei sette platani di corso Savona.
Elena Pavarino, Giuseppe Sammatrice, Patrizia Montafia, Mara Piazzolla, Sabrina Mossetto, giunti oggi al quinto giorno, hanno inviato una nota.
Vogliamo un dialogo
"Nonostante la nostra presenza quotidiana davanti a Palazzo Mandela, alle 11 del mattino, nessun rappresentante della giunta si è fermato ad ascoltare le nostre ragioni. L’assessora Morra, invece di favorire un dialogo costruttivo, sembra preferire imporre la propria visione con un atteggiamento autoritario", sottolineano.
“Parla di un ‘bicchiere mezzo pieno’, ma noi di SEquS quel bicchiere non lo vediamo nemmeno”, rimarcano, rispondendo al commento di Stefania Morra.
Il gruppo torna sul regolamento del verde pubblico. “È inaccettabile che il regolamento, redatto con la collaborazione di decine di associazioni ambientaliste, continui a giacere in sospeso. Nonostante i numerosi proclami dell’assessora, il documento non è mai stato portato in Commissione Ambiente”.
La battaglia continua
Secondo Giuseppe Sammatrice, altro membro del direttivo di SEquS, questo comportamento dimostra una “volontà di agire senza vincoli, evitando qualsiasi confronto su principi ideologici fondamentali. La mancanza di trasparenza nelle politiche ambientali e il disprezzo per le regole democratiche stanno contribuendo a un crescente distacco tra amministrazione e cittadini”.
Il gruppo, che porterà avanti la battaglia sottolinea: “La tutela della vita, vegetale e non, dovrebbe essere una priorità indiscutibile. I sette platani di Asti sono diventati il simbolo della lotta ecologista contro l’antropocentrismo imposto da un sistema consumistico, guidato dalle lobby e, in questo caso specifico, dall’industria alimentare tedesca”.
Invitando tutte le associazioni ambientaliste a unirsi alla battaglia ricordano che i sette platani sono “ l'emblema della resistenza contro la distruzione indiscriminata dell’ambiente. È necessario amplificare il nostro messaggio e porre fine a quella che definiamo la ‘strage degli innocenti’”.
Il gesto estremo dello sciopero della fame, arrivato ormai al quinto giorno, rappresenta un grido di allarme per chiedere un cambiamento radicale nelle politiche ambientali e una maggiore attenzione alla partecipazione cittadina. Il tempo per agire, sostengono i membri di SEquS, sta rapidamente esaurendo.