In una cattedrale gremita di fedeli, sacerdoti e autorità è stato celebrato un traguardo significativo: il XXV anniversario di ordinazione episcopale di monsignor Francesco Ravinale, vescovo emerito di Asti. Una solenne celebrazione eucaristica, presieduta dallo stesso Ravinale e concelebrata dall'attuale vescovo monsignor Marco Prastaro, ha reso omaggio a un pastore che ha dedicato gran parte della sua vita al servizio della Chiesa.
Un legame Indissolubile con Asti
Nato a Biella il 17 aprile 1943, Monsignor Ravinale fu consacrato vescovo il 25 marzo 2000 nel Santuario mariano di Oropa. Il suo insediamento ad Asti avvenne il 2 aprile dello stesso anno, dando inizio a un ministero episcopale durato 18 anni, fino al suo ritiro nel 2018. Un periodo caratterizzato da un impegno costante per il rinnovamento della diocesi, la partecipazione comunitaria e l'attenzione alle questioni sociali. Anche dopo essere diventato emerito, Monsignor Ravinale ha scelto di rimanere a vivere accanto alla sua comunità, continuando a offrire il suo contributo spirituale con discrezione.
Le sue parole di gratitudine e speranza
Visibilmente emozionato, monsignor Ravinale ha voluto condividere con i presenti i sentimenti che animano questo anniversario, esprimendo la sua profonda gratitudine: "Come il giovane del Vangelo, sento di essere stato fissato dal Signore che mi ha voluto bene".
Un amore, quello del Signore, che il vescovo emerito ha sempre cercato di testimoniare nel suo ministero, ricambiato dall'affetto della comunità astigiana: "La Chiesa di Asti è la più bella del mondo", ha affermato.
Uno sguardo al futuro (con spirito cristiano e un pizzico di ironia)
Al termine della celebrazione, monsignor Prastaro ha voluto omaggiare il suo predecessore con un dono significativo: un libro contenente 25 fotografie, una per ogni anno del suo episcopato. Un gesto apprezzato da monsignor Ravinale, che non ha perso l'occasione per guardare al futuro con un pizzico di ironia e speranza:
"La proposta fantasiosa potrebbe essere questa - ha detto rivolgendosi al suo successore - se sta bravo, una volta o l'altra anche il vescovo Marco arriverà a 25. Ho fatto i conti lui arriva a 25 di episcopato nel 2043… ci invitiamo tutti! Ho anche pensato questo, che nel 2043 io avrò qualcosa come 100 anni, non so dove sarò, spero di essere in paradiso, lo spero proprio. Tanto ci sarò anch'io, perché si continuerà ad essere Chiesa che annuncia che eterno è l'amore di Dio per noi, e tutti insieme, dal paradiso o dalla terra, continueremo a cantare che l'amore del Signore è per sempre".
Un messaggio di fede e di continuità, che si è chiuso con l'auspicio espresso fin dall'inizio della sua omelia: "Benedirò il Signore in ogni tempo".