Attualità - 26 marzo 2025, 15:15

"Fermare il genocidio in Palestina": ad Asti sabato 29 marzo protesta in piazza Roma

Manifestazione cittadina, senza bandiere né sigle, organizzato dal comitato spontaneo Palestina per chiedere all’Italia e all’Europa di rompere il silenzio sulle stragi di Gaza

Un appello urgente, senza bandiere né sigle, "per gridare insieme basta al massacro". Sabato 29 marzo, alle 16:15, piazza Roma ad Asti ospiterà una manifestazione spontanea promossa dal Comitato spontaneo Palestina per denunciare l’escalation di violenza israeliana a Gaza e chiedere un’immediata inversione di rotta da parte delle istituzioni italiane ed europee.

La scelta di non includere simboli di partiti o associazioni nella locandina non è casuale: l’obiettivo è creare un fronte unitario, capace di coinvolgere chiunque senta l’obbligo morale di opporsi alla strage di civili palestinesi. "Più siamo, più forte sarà il nostro messaggio", spiegano i promotori, invitando tutti a diffondere l’iniziativa e a partecipare.

Mentre pochi giorni fa in molte piazze si celebrava l’unità europea, i manifestanti pongono una domanda:" che valore ha questa Europa se resta a guardare mentre Gaza viene distrutta? "

Basta con il sostegno a Netanyahu

La protesta chiede "alle istituzioni continentali di imporre un cessate il fuoco immediato e duraturo, di isolare politicamente il premier israeliano Benjamin Netanyahu – accusato di crimini di guerra – e di lavorare attivamente per una soluzione che garantisca pace e diritti per entrambi i popoli"

"Il nostro governo non può continuare a fingere di non vedere -  sottolineano gli organizzatori - Roma, come altri capitali Ue, fornisce sostegno diplomatico e militare a Tel Aviv, nonostante le prove schiaccianti delle violazioni del diritto internazionale. La mobilitazione di sabato vuole essere un segnale chiaro: l’opinione pubblica non accetta che l’Italia sia complice della morte di migliaia di innocenti."

"Questa piazza servirà a ribadire cosa rifiutiamo di essere: spettatori passivi di un genocidio", conclude l’appello. 

Redazione


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