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Eventi | 25 marzo 2025, 14:24

Ultimo appuntamento con i “Dialoghi a più voci”: “La voce nel corpo” al Teatro Alfieri

Un dialogo tra Piersandra Di Matteo, Annalisa Sacchi e Viola Lo Moro per esplorare la voce come strumento di indagine teatrale e performativa

Viola Lo Moro

Viola Lo Moro

Venerdì 28 marzo, alle 18.30, nella Sala Gianni Basso del Teatro Alfieri di Asti, si terrà l’ultimo appuntamento della rassegna “Dialoghi a più voci”, organizzata da Spazio Kor e curata da Viola Lo Moro, all’interno della Stagione Voce. L’evento, dal titolo “La voce nel corpo”, vedrà protagoniste Piersandra Di Matteo, Annalisa Sacchi e la stessa Viola Lo Moro in un dialogo a tre voci che promette di approfondire il rapporto tra voce, corpo e scena contemporanea.

La voce come strumento di indagine

Il dialogo prenderà spunto da due opere recenti: “A bocca chiusa – effetti di ventriloquio e scena contemporanea” di Piersandra Di Matteo (Luca Sossella Editore) e “Inappropriabili – relazioni, opere e lotte nelle arti performative in Italia (1959-1979)” di Annalisa Sacchi (Marsilio Editore). Attraverso questi testi, l’incontro si propone come un momento di formazione e scoperta, esplorando come la voce possa trasformarsi in un corpo individuale e collettivo nel teatro, nella danza e nel mondo performativo.

Piersandra Di Matteo, nel suo libro, analizza casi tratti dal panorama internazionale, tracciando un percorso in cui la voce si riconfigura come strumento per sondare i margini del performabile. La tecnica ventriloqua, spesso svincolata dall’uso di pupazzi e marionette, diventa un dispositivo per interrogare radicalmente l’evento corporeo del linguaggio, le funzioni della presa di parola e la postura politica del parlante. La voce ventriloqua, con i suoi effetti di dissociazione e diffrazione, attraversa il corpo e marca la scrittura scenica, ponendo problemi di funzionamento e aprendo nuove prospettive di ricerca.

Gli anni ’60 e ’70: un’epoca di rivoluzioni performative

Annalisa Sacchi, nel suo “Inappropriabili”, ripercorre invece le esperienze di chi, tra gli anni ’60 e ’70, ha trovato nella performance un territorio di sperimentazioni radicali, capaci di abbattere i confini disciplinari e di integrare nell’estetica e nella politica il piacere, la materialità della creazione e l’irruenza della critica all’esistente. Il libro raccoglie biografie, eventi e idee che ricostruiscono una storia di relazioni: dall’Autunno Caldo alla militanza poetica di Giuliano Scabia, dalla guerra d’Algeria nel teatro musicale di Luigi Nono alle ecopolitiche di John Cage e Aldo Braibanti. E ancora, la poesia sonora di Patrizia Vicinelli, il cinema-performance di Alberto Grifi, le lotte meridionaliste di Leo de Berardinis e Perla Peragallo, fino agli scandali e alle apoteosi di Carmelo Bene e Jean-Jacques Lebel.

Attraverso archivi dispersi e conversazioni intime, Sacchi ricostruisce la vita postuma della scena performativa di due decenni che hanno cambiato per sempre il concetto di arte e, di conseguenza, di vita.

Redazione

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