La minaccia dei dazi sul vino annunciati da Trump rischia di compromettere pesantemente l’export enoico italiano, che nel 2023 ha raggiunto il valore record di 1,94 miliardi di euro. Una misura che, se applicata, manderebbe in sofferenza l’intero comparto, interrompendo un trend di crescita che negli ultimi 20 anni ha visto le esportazioni verso gli Stati Uniti quasi triplicare, con un incremento del 162%.
Gli Usa, primo consumatore mondiale di vino con 33,3 milioni di ettolitri l’anno, rappresentano il mercato più importante per l’Italia, assorbendo un quarto delle esportazioni totali, di cui circa un terzo è costituito da spumanti. “Occorre fermare subito questa pericolosa escalation”, commenta Monica Monticone, Presidente di Coldiretti Asti. “Le prime vittime saranno i consumatori statunitensi, costretti a pagare di più, e i vignaioli italiani, che nell’astigiano rappresentano una componente cruciale del pil nazionale”.
La posizione di Coldiretti: no alla guerra commerciale
La minaccia di Trump è legata alla decisione dell’Ue di imporre un dazio del 50% sul whisky americano. “La Commissione Ue deve agire per evitare questa ritorsione, salvaguardando il vino europeo”, afferma Monticone. “Qualcuno deve mostrare buon senso, e sia l’Europa a fare il primo passo”.
Giovanni Rosso, Direttore di Coldiretti Asti, sottolinea l’urgenza di una soluzione: “Trovare mercati alternativi non è immediato, e puntare solo su un mercato alto-spendente come quello statunitense non basta. Serve un’azione rapida al tavolo delle negoziazioni tra Ue e Usa”.
La minaccia delle bevande dealcolate
Oltre ai dazi, il settore deve affrontare un’altra sfida: le bevande dealcolate, spesso erroneamente definite “vini” dealcolati. “Coldiretti non è contraria a queste bevande”, precisa Rosso, “ma chiede chiarezza e distinzione per tutelare l’identità e la qualità del vino tradizionale”.
Intanto, i vignaioli italiani continuano a investire sulla qualità, ma il futuro del comparto dipenderà dalle decisioni prese ai tavoli negoziali. “Serve un intervento immediato dell’Ue per evitare danni irreparabili a un settore che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy”, conclude Monticone.