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Politica | 17 marzo 2025, 16:04

Sanità in crisi: “Nozze con i fichi secchi” secondo Uniti Si Può

I consiglieri denunciano : "Bilanci in rosso, carenza di personale e fondi insufficienti: il futuro della sanità piemontese preoccupa"

Sanità in crisi: “Nozze con i fichi secchi” secondo Uniti Si Può

 La sanità piemontese rischia di dover fare i conti con una realtà sempre più difficile, tra risorse insufficienti e richieste in crescita. È questa la denuncia del gruppo Uniti Si Può, che con una nota al vetriolo contesta la programmazione regionale per il triennio 2025-2027, accusandola di essere “matrimonio con i fichi secchi”, un impegno insostenibile con risorse troppo esigue per garantire servizi adeguati ai cittadini.

L’espressione evocativa richiama un episodio storico, il matrimonio tra Vittorio Emanuele III ed Elena del Montenegro, e viene usata per sottolineare l’inadeguatezza dei fondi destinati alla sanità rispetto alle reali necessità del territorio. Secondo i dati citati nel comunicato, nel 2024 la spesa sanitaria pubblica italiana si è attestata al 6,2% del PIL, al di sotto della media europea del 6,8%, con ben 15 Paesi UE che investono più dell’Italia.

Uniti Si Può punta il dito contro la scelta politica di destinare ingenti risorse al riarmo – con un piano da 800 miliardi di euro per l’Europa e il potenziamento dell’esercito italiano con 40 mila nuove unità – mentre il settore sanitario continua a soffrire per la carenza cronica di medici e infermieri. “Noi vogliamo 40 mila professionisti decisione Mauro Bosia e Vittoria Briccarello.

Tra le poche notizie positive, Uniti Si Può accoglie con favore le dichiarazioni del nuovo direttore generale dell’Asl di Asti, Giovanni Gorgoni, che ha confermato l’avvio dell’Hospice cittadino all’interno della ristrutturazione dell’ex Maternità. “Un traguardo importante per il capoluogo e il nord della provincia, che metterà fine al calvario di malati terminali costretti al Pronto Soccorso per mancanza di alternative”, sottolineano Bosia e Briccarello.

Il vero nodo, però, resta quello dei bilanci. La recente delibera dell’assessore regionale alla Salute, Andrea Riboldi, impone alle aziende sanitarie piemontesi di garantire il pareggio di bilancio, il rispetto dell’Articolo 32 della Costituzione e i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Un’impresa che, secondo Uniti Si Può, appare impossibile: “Tutte le ASL piemontesi sono già indebitate e si parla di un piano di rientro. Come si può garantire i LEA senza adeguati finanziamenti?”

L’accusa finale è chiara: o la delibera regionale è un atto puramente formale, destinato a non produrre effetti concreti, oppure il sistema sanitario continuerà ad accumulare debiti, come accaduto per decenni. “Gli scenari sono cambiati, ma noi continueremo a batterci per il rispetto degli articoli 32 e 11 della Costituzione”, concludono Bosia e Briccarello, lasciando presagire una battaglia politica destinata a infiammarsi nei prossimi mesi.

Redazione


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