Economia e lavoro - 11 marzo 2025, 07:20

Nuovo allarme per l'artigianato piemontese: crollano ordini e produzione

La problematica è evidenziata in un'indagine Confartigianato. Il presidente Felici: "Caro energia insostenibile, serve una strategia"

Si addensano nuove nubi fosche sull'artigianato piemontese. La prima indagine trimestrale congiunturale del 2025, condotta dall'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte su un campione di 2.250 imprese, evidenzia un peggioramento generalizzato dei principali indicatori economici.

Cala l'ottimismo delle imprese: diminuiscono le aspettative di produzione, si riducono gli ordinativi, aumenta la percentuale di aziende che non prevedono investimenti e peggiorano le previsioni sull'occupazione e sull'assunzione di apprendisti. Un quadro preoccupante, che riflette le difficoltà di un settore chiave per l'economia regionale.


I dati dell'indagine

L'analisi di Confartigianato, basata su un questionario telematico, fotografa una situazione in peggioramento rispetto alla fine del 2024:

  • Produzione totale: Le previsioni rimangono negative e peggiorano, passando da -12,79% a -16,33%.
  • Nuovi ordini: Il saldo negativo passa da -12,79% a -14,88%.
  • Investimenti: La percentuale di imprese che non ha programmato investimenti sale dal 76,64% al 78,20%.
  • Occupazione: Le previsioni sull'andamento occupazionale peggiorano, passando da -3,96% a -7,54%.
  • Apprendisti: Anche le previsioni di assunzione di apprendisti registrano un calo, passando da -18,62% a -24,86%.
  • Ordini per esportazioni: Calano leggermente passando da –28,04% a –24,76%.
  • Regolarità negli incassi: si passa da 66,23% al 61,22%;
  • Ritardi negli incassi: Si passa dal 33,42% al 37,90%;
  • Anticipi negli incassi: restano al minimo con un valore di 0,35% che sale a 0,88%
     

Giorgio Felici: "Serve una strategia a lungo termine"

"Peggiora il trend che ha caratterizzato l’ultimo scorcio del 2024", commenta Giorgio Felici (nella foto sottostante, tratta da un'intervista rilasciata a Targato CN, altra Testata del nostro gruppo editoriale), presidente di Confartigianato Imprese Piemonte. "Si accentua la fase congiunturale negativa che ha investito soprattutto i settori della meccanica e della moda, che hanno registrato un’impennata di richieste di cassa integrazione".

Secondo Felici, a pesare sono "una situazione geopolitica complessa", con il terzo anniversario della guerra in Ucraina, e il "problema del caro energia". Un'analisi di Eurostat mostra come il prezzo dell'energia elettrica per le imprese piemontesi (nella classe di consumo fino a 20 MWh, che include l'88% dei punti di prelievo non domestici) sia "il più alto tra i 27 paesi dell'UE e superiore del 22,5% alla media europea".

"Mi domando come facciamo ad essere competitivi sul mercato europeo con questi prezzi energetici," afferma il presidente, sottolineando come l'aumento delle bollette si ripercuota anche sui bilanci familiari, riducendo il potere d'acquisto e frenando i consumi. "Un effetto domino negativo sulla nostra economia e sul mercato interno, già pesantemente colpito dalle crisi di alcuni comparti manifatturieri come moda e meccanica, settori chiave del made in Italy".

Il presidente lancia l'allarme: La crisi c’è, ed è tangibile. Non potranno bastare interventi tampone, ma una strategia a medio e lungo termine”. Serve "un cambiamento geoeconomico", e per il Piemonte "un approccio politico straordinario ed azioni lungimiranti" per "salvaguardare e incentivare" la manifattura locale. 

Felici cita poi l'approvazione del disegno di legge "per la tutela e lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese che prevede incentivi alle aggregazioni, una semplificazione amministrativa, il miglioramento dell’accesso al credito" come segnale positivo, pur rimarcando la necessità di approfondire alcuni punti. Un plauso, infine, al "fondo per il settore Moda", con l'auspicio che "andrebbe esteso a tutta la manifattura".

Redazione