"Figli di nessuno", in un limbo contrattuale e senza un interlocutore definito. È la condizione, denunciata dal sindacato infermieri NurSind Piemonte, in cui si troverebbero centinaia di infermieri del 118, dipendenti delle quattro aziende sanitarie sedi di centrali operative, ma di fatto regolati da una convenzione tra Azienda Zero e le ASL regionali. Una convenzione che, secondo il sindacato, non garantisce le normali condizioni di lavoro e che è in scadenza il 31 maggio.
"Parliamo di professionisti che, sin dall'inizio, sono stati in una situazione di mezzo, dove le aziende non se ne vogliono più occupare e Azienda Zero non può farlo", spiega Francesco Coppolella, Segretario Regionale del NurSind. Una situazione "contestata sin dall'inizio e riconosciuta come inadeguata", che impedisce di fatto la gestione delle relazioni sindacali, il confronto e la contrattazione integrativa.
Il sindacato lancia un ultimatum: "Adesso è ora di prendere decisioni e non perdere ulteriore tempo. Dobbiamo dare una casa certa a questi colleghi, dove sia definito quali sono i profili di responsabilità". Il NurSind è categorico: "Non accetteremo proroghe senza che prima non sia stato indicato un percorso e tempi certi per il superamento di questa condizione".
L'appello è rivolto direttamente all'assessore regionale alla Sanità, affinché dia "formale e pieno mandato" per risolvere definitivamente una situazione che, secondo il sindacato, "rende instabile e inadeguata la condizione lavorativa di questi professionisti".
Coppolella conclude: "Ci aspettiamo che quanto detto più volte possa finalmente concretizzarsi. Riteniamo sia condizione essenziale anche per poter iniziare a parlare di qualsiasi tipo di riorganizzazione". Il NurSind sottolinea come la definizione dello status degli infermieri del 118 sia prioritaria rispetto a qualsiasi altra discussione sul futuro del servizio.