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Attualità | 06 marzo 2025, 10:02

Mercoledì delle Ceneri in Cattedrale: fragilità, speranza e cammino condiviso [GALLERIA FOTOGRAFICA]

Il vescovo Prastaro richiama il messaggio di Papa Francesco, mentre la comunità si raccoglie in un momento di particolare riflessione per la salute di Bergoglio

Ieri sera, nella Cattedrale di Asti, si è svolta la solenne celebrazione del Mercoledì delle Ceneri, presieduta dal vescovo Marco Prastaro. L’inizio della Quaresima, tempo di conversione e di preparazione alla Pasqua, ha assunto quest’anno un significato ancora più profondo per la Chiesa astigiana e per la Chiesa universale, segnato dall’apprensione per le condizioni di salute di Papa Francesco. Il Santo Padre, ricoverato venti giorni fa al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale, è ora  in condizioni stazionarie ma pur sempre in prognosi riservata, ma la sua fragilità ha riportato al centro della riflessione ecclesiale il tema della caducità della vita e della speranza cristiana.

Durante l’omelia, il vescovo Prastaro ha voluto richiamare il messaggio quaresimale del Pontefice, sottolineando l’importanza del cammino spirituale verso la Pasqua come occasione di rinnovamento interiore e di attenzione verso i più fragili. 

"La morte è una realtà con cui fare i conti"

Nel frattempo, a Roma, nella Basilica di Santa Sabina, la tradizionale celebrazione del Mercoledì delle Ceneri si è svolta senza la presenza del Papa, che ha fatto leggere dal cardinale Angelo De Donatis un’omelia intensa e meditativa. “Ci accorgiamo di essere fragili quando ci scopriamo esposti, nella vita sociale e politica del nostro tempo, alle polveri sottili che inquinano il mondo” ha scritto Francesco, richiamando le tante forme di tossicità che avvelenano il nostro tempo: “La contrapposizione ideologica, la logica della prevaricazione, il ritorno di vecchie ideologie identitarie che teorizzano l’esclusione degli altri, lo sfruttamento delle risorse della terra, la violenza in tutte le sue forme e la guerra tra i popoli”. Per il Papa, queste sono “polveri tossiche che offuscano l’aria del nostro pianeta, impediscono la convivenza pacifica, mentre ogni giorno crescono dentro di noi l’incertezza e la paura del futuro”.

Una riflessione che ha trovato eco anche nella celebrazione astigiana, dove il gesto delle ceneri è stato vissuto con particolare intensità. “Nonostante le maschere che indossiamo e gli artifizi spesso creati ad arte per distrarci – ha ricordato il Santo Padre nel suo messaggio – le ceneri ci ricordano chi siamo. Questo ci fa bene. Ci ridimensiona, spunta le asprezze dei nostri narcisismi, ci riporta alla realtà, ci rende più umili e disponibili gli uni verso gli altri: nessuno di noi è Dio, siamo tutti in cammino”.

 Questa condizione di fragilità, inoltre, secondo il Papa “Ci richiama il dramma della morte, che nelle nostre società dell’apparenza proviamo a esorcizzare in molti modi e a emarginare perfino dai nostri linguaggi, ma che si impone come una realtà con la quale dobbiamo fare i conti, segno della precarietà e fugacità della nostra vita"

"Quaresima è un percorso condiviso"

Il vescovo Prastaro ha quindi esortato i fedeli a vivere la Quaresima come un vero pellegrinaggio interiore, ispirandosi al messaggio del Papa per il tempo quaresimale. “Con il segno penitenziale delle ceneri sul capo, iniziamo il pellegrinaggio annuale della santa Quaresima, nella fede e nella speranza” scrive Francesco, richiamando le parole di San Paolo: «La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?» (1 Cor 15,54-55). “In questa Quaresima, Dio ci chiede di verificare se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi in cui lavoriamo, nelle comunità parrocchiali o religiose, siamo capaci di camminare con gli altri, di ascoltare, di vincere la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità e di badare soltanto ai nostri bisogni”. 

La comunità astigiana, raccolta in preghiera, ha vissuto con partecipazione il rito dell’imposizione delle ceneri, segno di umiltà e di conversione. Il silenzio e la meditazione che hanno pervaso la Cattedrale sono stati il riflesso di un clima di introspezione e di vicinanza spirituale non solo al Pontefice, ma a tutti coloro che affrontano la prova della malattia e della sofferenza.

Con questa celebrazione, Asti ha aperto il cammino quaresimale con un profondo senso di comunione e speranza, guardando alla Pasqua come momento di rinascita e di luce. “La speranza è l’ancora dell’anima” ha ricordato il Papa, invitando i fedeli a fare della Quaresima un tempo di riscoperta della fede e della fiducia in Dio.

Alessandro Franco

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