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Sport | 05 marzo 2025, 08:50

Allianz Milano ritira la maglia numero 11: l'addio al volley di Matteo Piano, orgoglio astigiano [VIDEO]

Un campione che ha segnato un'epoca, tra talento, sacrificio e amore per il gioco

Un fotogramma della cerimonia di ritiro della maglia numero 11 di Matteo Piano

Un fotogramma della cerimonia di ritiro della maglia numero 11 di Matteo Piano

A 34 anni e dopo quasi vent'anni di carriera, Matteo Piano, orgoglio astigiano, ha deciso di fermarsi. Il centrale azzurro ha annunciato il suo ritiro dalla pallavolo giocata scegliendo un'occasione speciale: la sfida tra Allianz Milano e Valsa Group Modena, valida per l'ultima giornata della stagione regolare della Superlega 2024-25. Una partita simbolica, che ha messo di fronte le due squadre in cui ha trascorso gli ultimi undici anni della sua vita, tre a Modena e sette a Milano. È con la squadra meneghina che Piano ha vissuto una delle sue gioie più grandi, alzando al cielo la Challenge Cup 2020-21 dopo un’emozionante finale contro lo Ziraat Bankasi Ankara.

Ad annunciare il suo addio alla pallavolo è stato lo stesso Piano con un post sui social qualche settimana fa, accompagnato da una foto che lo ritrae da bambino con la sua prima maglia da pallavolista. "Quella maglia mi fu data solo per una foto, ed era enorme" ha scritto con emozione, ricordando i suoi inizi. "Era la maglia di un sogno che ho rincorso fino a qui".

Domenica 2 marzo all’Allianz Cloud si è trasformata in una celebrazione indimenticabile, con oltre 4.200 spettatori a tributare il giusto omaggio a un campione dentro e fuori dal campo. Una giornata fatta di ricordi, emozioni e affetto, culminata nel discorso d’addio di Piano, che ha mostrato ancora una volta il suo lato da showman, coinvolgendo il pubblico in un saluto sincero e appassionato.

Una carriera da protagonista

Matteo Piano lascia il volley giocato con un palmarès di tutto rispetto: uno Scudetto, due Coppe Italia, tre Supercoppe Italiane e numerosi podi con la Nazionale, tra cui l’argento agli Europei e alla Coppa del Mondo del 2015. Il suo più grande rimpianto? Non aver mai vinto un oro con l’Italia, anche se ci è andato vicino più volte, come nell’indimenticabile Olimpiade di Rio de Janeiro 2016, chiusa con un argento amaro.

Il centrale astigiano ha preso la sua decisione con lucidità e consapevolezza: "Gli infortuni cominciano a presentare il conto e, piuttosto che scendere di livello, meglio fermarsi". Una scelta che dimostra ancora una volta la sua integrità e il rispetto per se stesso e per il gioco. Ma se Piano smette con la pallavolo giocata, il suo impegno non si ferma: il futuro potrebbe vederlo protagonista nel mondo della comunicazione e dello spettacolo, un’altra sua grande passione.

Un addio che lascia il segno

Il tributo più grande a Matteo Piano è arrivato direttamente dalla sua squadra: l’Allianz Milano ha deciso di ritirare la sua maglia numero 11, un onore riservato a pochi e un segno del profondo legame che il centrale ha costruito con la città e il club. "Milano e la sua gente mi hanno dato tanto, porterò tutto questo con me per sempre", ha dichiarato visibilmente emozionato.

Durante la cerimonia di addio, il Mediolanum Forum ha vibrato di emozioni con una coreografia speciale e un lungo videomessaggio in cui sono apparsi allenatori e compagni di squadra che hanno condiviso con lui il cammino sportivo. Da Andrea Giani a Pesaresi, passando per Patry, Clévenot, Sbertoli, Petric, Loser, Averill, Ishikawa e tanti altri: tutti uniti in un sincero abbraccio per celebrare un atleta esemplare.

Il tributo di Mauro Berruto: un campione dentro e fuori dal campo

Tra i tanti omaggi ricevuti, spicca quello di Mauro Berruto, ex CT della Nazionale, che ha voluto ricordare Matteo Piano non solo come atleta straordinario, ma anche come uomo di grande sensibilità e cultura. Con parole cariche di emozione, ha ripercorso la sua carriera, dall’esordio fino alle vette del volley mondiale, sottolineando il suo spirito combattivo e il suo amore per la condivisione:

"Matteo, la prima volta che ti ho visto giocare eri un ragazzo di provincia con il sogno della pallavolo negli occhi. Ti ho voluto subito in Nazionale, e qualcuno sorrideva. Poi sei diventato un punto fermo della squadra, hai lottato, hai sofferto, hai gioito, e qualcuno sorrideva. Muravi gli avversari con la stessa passione con cui leggevi libri ai bambini nelle biblioteche. Sempre con quel sorriso, sempre con quel cuore enorme. Ora smetterai di murare, e più di qualcuno ha gli occhi lucidi. Ma sono certo che ovunque andrai, lascerai ancora il segno. Grazie, Matteo."

Parole che racchiudono perfettamente il senso dell'eredità che Piano lascia al mondo della pallavolo e dello sport italiano.

Alessandro Franco

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