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Sanità | 04 marzo 2025, 18:36

Sanità piemontese, missione in Albania per l’inserimento di infermieri

L’assessore regionale Riboldi avvia un dialogo con università e istituzioni per colmare la carenza di personale

L’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi, è partito per una visita di tre giorni in Albania.

L’obiettivo è quello di avviare un percorso che parifichi i percorsi formativi albanesi con quelli italiani e che si avviino selezioni che verifichino le competenze e la conoscenza della lingua italiana, affinché si possa arrivare a un inserimento degli infermieri laureati in Albania all'interno della sanità piemontese.

 Accompagnato da una delegazione composta dai rappresentanti delle Università di Torino e del Piemonte Orientale e dal presidente torinese dell’Ordine degli Infermieri, l’assessore Riboldi ha visitato dodici università e domani si recherà all'incontro con il Ministero della Salute a Tirana.

 “In Piemonte c’è una carenza di circa 6 mila infermieri e secondo le previsioni ci saranno circa 1000 pensionamenti l’anno per i prossimi dieci anni solo nella sanità pubblica - ha dichiarato l’assessore Riboldi - Accanto a misure strutturali e durature nel tempo, come welfare, migliorie contrattuali e investimenti ancora più importanti in formazione e innovazione, è doveroso fare delle scelte nel breve periodo per garantire l’assistenza e la cura ai cittadini piemontesi nonché maggiore certezza degli orari e maggiore sostegno lavorativo agli infermieri che già operano nella nostra sanità”.

 Importante per l’assessore il rapporto con i paesi italofoni o affini che siano allineati dal punto di vista formativo e linguistico. Ecco, allora, la decisione del viaggio in Albania per incontrare i vertici delle università pubbliche e private.

 “Abbiamo ricevuto un’ottima accoglienza - ha sottolineato Riboldi - e nelle Università l’interesse per il sistema sanitario italiano e piemontese ci ha permesso di spiegare nel dettaglio le opportunità che potrebbero aprirsi agli oltre 2 mila infermieri che si laureano ogni anno negli atenei albanesi, come uno sbocco lavorativo nelle aziende sanitarie della nostra Regione. I primi incontri sono stati molto positivi e contiamo, una volta tornati in Italia, di avviare un percorso amministrativo per concretizzare i primi accordi”.

Redazione

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