Sport - 04 marzo 2025, 10:21

Un'amichevole di calcio under 11 finisce con parolacce e pugni. Un genitore redarguito colpisce una nonna

Gli Orange di Asti: "La nostra società ha come priorità educazione, rispetto, lealtà dei ragazzi. Quello che è successo vanifica i nostri sforzi. Non transigeremo"

Il Palabrumar (Ph, Merfephoto - Efrem Zanchettin)

Una giornata di sport sano e divertimento si è trasformata in un episodio increscioso domenica scorsa al Palabrumar di Asti, dove si disputava un'amichevole di calcio a 5 tra i giovanissimi dell'Orange e del Cantarana.

Il brutto epilogo della partita, tuttavia, non ha avuto nulla a che fare con i piccoli atleti in campo o con le rispettive società, ma con il comportamento di un genitore sugli spalti. Lo sport visto come salute, rispetto degli altri, educazione e sana competizione ha subito un colpo ed è stato un pessimo esempio per i piccoli giocatori.

Dopo le parolacce... Il pugno a una nonna

Secondo quanto riportato da alcune persone presenti, un papà avrebbe iniziato a inveire contro le azioni di gioco, urlando parolacce ed epiteti di vario genere. Il suo atteggiamento scomposto ha attirato l’attenzione degli altri spettatori, tra cui nonni, parenti e genitori, che hanno cercato di riportarlo a una condotta più adeguata. In particolare, una nonna e una zia hanno più volte tentato di farlo desistere dai suoi insulti, ma l’uomo non solo non si è calmato, ma avrebbe addirittura reagito in modo violento. Testimoni raccontano che, in un’escalation di tensione, l’uomo avrebbe aggredito le due donne, arrivando a colpire con un pugno la nonna.

La situazione ha richiesto l’intervento della Polizia, chiamata dagli spettatori per riportare l’ordine e accertare la dinamica dei fatti. Le forze dell’ordine stanno attualmente approfondendo la vicenda per chiarire eventuali responsabilità e adottare i provvedimenti necessari. Un episodio che ha suscitato sdegno e preoccupazione tra i presenti e nella comunità sportiva, ribadendo la necessità di promuovere un tifo sano e rispettoso, soprattutto quando si tratta di eventi sportivi giovanili.

 Il rispetto per gli avversari e per gli altri spettatori dovrebbe essere il primo insegnamento trasmesso ai bambini che scendono in campo, affinché lo sport resti un momento di crescita e condivisione. Ed è proprio quello che ribadisce la società degli Orange  - che gestisce il Palabrumar - con una nota.

Gli Orange: "Non avremmo mai voluto assistere a un episodio del genere. Non si transigerà"

"Un episodio a cui non si sarebbe mai voluto assistere. Da sempre è nostra ferma volontà creare le condizioni per prevenire e contrastare ogni forma di odio tra avversari e nel pubblico, liberando la competizione sportiva da episodi di violenza verbale che purtroppo a volte possono sfociare in quella fisica, come avvenuto. La nostra società da sempre pone quale priorità assoluta l'educazione, il rispetto, la lealtà dei ragazzi. I nostri collaboratori, educatori prima che tecnici, si rivolgono ai Vostri figli con tali principi. Esempi come quello accaduto ieri da parte di genitori non solo non sono di esempio, ma tendono a vanificare il nostro lavoro e pongono la nostra società in cattiva luce in termini di immagine pubblica, non premiando l'enorme lavoro che quotidianamente viene svolto da tutto lo staff".

Un lavoro riconosciuto, testimoniato ogni giorno da famiglie che si affidano alle società di calcio astigiane con fiducia per far crescere al meglio i loro ragazzi.

Piergiorgio Pascolati, presidente Orange Futsal nella nota chiarisce: "D'ora innanzi a chi si riterrà responsabile di tale episodi di violenza, anche solo verbale, non verrà più permesso di assistere ad allenamenti e partite. La società si riserva di prendere ulteriori decisioni di allontanamento dalla propria associazione nei confronti di quei ragazzi o dei propri genitori/parenti che si rendessero responsabili direttamente degli stessi episodi di violenza. La nostra società esige massima responsabilità da parte di tutti su questo delicato problema, e non intende transigere nel prossimo futuro".