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Asti | 01 marzo 2025, 07:23

Viviamo in un posto bellissimo ricco d’arte al femminile

Puntata sulla concreta possibilità di dare valore a personalità e capacità delle donne immergendosi nell’infinita gamma artistica presentata su Facebook da una professoressa liceale genovese

Edith Lawrence, Canale a Meddleburg

Edith Lawrence, Canale a Meddleburg

Sabato prossimo si celebrano le donne. 

"Le donne di tutti i paesi civili hanno scelto una data per celebrare unite la festa della donna: l’8 marzo. In questa giornata la donna pone tutte quelle rivendicazioni che sino a oggi non ha ancora ottenuto e la cui conquista è indispensabile per la valorizzazione della sua personalità e per il progresso dell’umanità intera.". Testo di un volantino del 1948, che invitava le donne italiane a rivendicare i propri diritti celebrando l’8 marzo come giornata internazionale dedicata a tutte le donne. Prima traccia nazionale di un’importante ricorrenza che si rinnova di anno in anno nel significato e negli obiettivi. Significato e obiettivi sempre più annacquati dalla onnivora voglia del mercato di vendere qualcosa.

Significato e obiettivi assai chiari e cari a Luisa Nattero, insegnante al Liceo artistico statale Klee-Barabino di Genova. Luisa non celebra le donne un giorno all’anno, ma da anni, tutti i giorni e anche più volte al giorno. Le celebra, nel racconto d’opera di artiste, talora sconosciute ai più. Artiste da tutto il mondo accennate in un infinito caleidoscopio di immagini e di storie, sul suo profilo Facebook: www.facebook.com/luisa.nattero. Profilo che nell’insieme del presentato è grande festa di genere, festa di valorizzazione di quella personalità e capacità che è sostanza femminile. Sostanza dalla varietà espressiva incredibile in cui invito ad immergersi, anche in previsione 8 marzo.

Tanto per capirci meglio, quattro esempi, frutto di un comodissimo copia incolla da post di Luisa tra il 22 e il 28 febbraio scorsi, con in gallery una immagine ad artista tra le varie presenti nei post. Sì, oggi il pezzo va lungo, ma leggetelo fino in fondo e poi non potrete più fare a meno di dedicarvi a tutte le altre chicche di Luisa.


28 febbraio Emma Bonazzi

Nata il 25 febbraio 1881 a Bologna, Emma Bonazzi si diploma all’Accademia della sua città nel 1913, per dedicarsi alla grafica: illustrazioni, ma soprattutto manifesti pubblicitari per grandi e piccole ditte italiane, firmando Bonazzi Tigiù. Nel 1920 partecipa alla Biennale veneziana con un trittico; anche negli anni successivi è presente alle principali esposizioni italiane. Del 1922 è un manifesto per i Balletti russi Leonidoff; del ’23 il calendario Barilla. Dal 1925 collabora inoltre con Perugina, ideando confezioni e oggetti-regalo di sicura creatività. Progressivamente emarginata e dimenticata, i suoi ultimi anni bolognesi sono davvero tristi, tanto che il “Giornale dell’Emilia” apre per lei una sottoscrizione dal titolo: “Una pittrice in miseria”. Muore nel 1959. 

27 febbraio Samella Sanders

“L’arte non è un lusso come molti pensano, è una necessità. Documenta la storia, aiuta a istruire le persone e conserva la conoscenza per le generazioni a venire.” – Dott.ssa Samella Lewis

Nata il 27 febbraio 1923 a New Orléans, afroamericana, Samella Sanders, figlia di un contadino e di una domestica, è cresciuta in Louisiana. Nel 1941 ha preso la sua prima laurea in arte alla Dillard University, seguita da un master al Hampton Institute; senza mai interrompere gli studi, ha collezionato quattro lauree, scritto sette libri, realizzato cinque film, continuando a lavorare come insegnante e divenendo la prima presidente del dipartimento di belle arti alla Florida A&M University nel 1953. Nello stesso anno convoca la conferenza nazionale degli artisti afroamericani. In particolare, scrive “Black Artists on Art”: "volevo creare una cronologia degli artisti afroamericani e degli artisti di discendenza africana per documentare la nostra storia. Gli storici non lo facevano. Ho pensato che fosse meglio che lo facessero comunque gli artisti, attraverso informazioni pittoriche e scritte ". Sposa il matematico Paul Gad Lewis e ha due figli. Grande collezionista, mette insieme una raccolta notevolissima di opere africane, cinesi, caraibiche, asiatiche, sudamericane. Nel 1984 pubblica una monografia su Elizabeth Catlett, artista e insegnante che tanto l’aveva incoraggiata ai suoi inizi. È mancata tre anni fa, a 99 anni d’età. Il suo lavoro artistico, basato su litografie, linoleografie e serigrafie, riflette l’attenzione alla storia dei neri in America con grande umanità e tensione alla libertà e all’uguaglianza.

25 febbraio Broncia Koller-Pinell 

Restiamo a Vienna e negli ambienti artistici della Secessione a inizio XX secolo. In realtà Bronislawa Pineles, oggi più nota come Broncia Koller-Pinell, era nata a Sanok (oggi in Polonia) in una famiglia ebrea galiziana. Compiuti gli studi a Vienna, inizia ad esporre e aderisce poi alla Secessione viennese. Contro la volontà della famiglia, sposa un noto fisico cattolico, Hugo Koller. Ereditata una casa a Oberwaltersdorf, la fa decorare da Joseph Hoffmann e Koloman Moser, tenendovi un salotto frequentato da giovani artisti ed intellettuali (tra cui Egon Schiele). Il matrimonio, seguito dalla nascita di una figlia e di un figlio, non interrompe la sua attività artistica. Broncia partecipa infatti a molte mostre collettive nella Vienna d’inizio secolo, interessandosi anche di incisione e stampa xilografica, prima vicina ai modi della Secessione, poi accostandosi ad un moderato espressionismo, per certi versi anticipatore della “Nuova Oggettività”. I coniugi Schiele sono ospiti da lei nell’estate del 1918 ed Egon realizza un bel ritratto di Hugo Koller circondato dai libri. Il Museo Leopold di Vienna conserva una lettera di Schiele indirizzata a Broncia, datata 25 ottobre 1918, in cui lui le parla [con un tono che non pare molto preoccupato] dell’influenza che ha colpito la moglie Edith, incinta al sesto mese. Edith in realtà muore a 25 anni quattro giorni dopo, il 29 ottobre, e lui la segue il 31, a 28 anni. 

Broncia muore a Oberswaltersdorf nel 1934. Era nata il 25 febbraio 1863.

22 febbraio Edith Mary Lawrence 

Nata nel 1890, Edith Mary Lawrence ha studiato alla Slade School di Londra, esponendo presto con artisti quotati come Ben Nicholson o Henry Moore. Lei prosegue gli studi presso la Grosvenor School of Modern Art, perfezionandosi come incisore e designer tessile e contemporaneamente insegnando arte. Dal 1927, col compagno di vita e di lavoro Claude Flight, fonda, in Baker Street, uno studio di decorazione di interni che produce murales, tessuti, oggetti per la casa. Sono molti i viaggi in Europa della coppia: Scozia, Svizzera, Francia. Essi sono documentati in molti acquerelli, tradotti poi spesso in linoleografie a colori. Durante la guerra, lo studio londinese è duramente danneggiato dai bombardamenti. Edith e Claude scelgono così di vivere e lavorare nel Wiltshire. Nel ’47 lui è colpito da un ictus e lei lo assiste e lo cura fino alla morte, nel 1955; lei gli sopravvive per altri 18 anni, continuando a lavorare fino quasi alla fine. Una mostra viene dedicata alla coppia quello stesso anno, 1973, all’Università di Hull e alla Parkin Gallery a Londra.

Davide Palazzetti

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