Il mio settimanale invito a scoprire bellezza e piaceri girando per l’Astigiano, ha la sola difficoltà di far incastrare cose e luoghi, selezionate nella fin troppa abbondanza in cui scegliere. Quest’oggi me la svango facile, con la logica di contiguità già bella pronta e messa nel piatto a filo oro delle feste da tre Comuni del Sud Astigiano, riuniti per servizi e burocrazie varie in Unione. Unione di Comuni “Filari e Castelli” composta da Calosso, Canelli e Moasca.
Cominciamo allora da Calosso, borgo spettacolare circondato da una fitta cesellatura di vigneti, incredibili geometrie che cambiano colore al susseguirsi delle stagioni. Così, visto ora, vi tocca come minimo passarci almeno un altro paio di volte con la certezza che ne varrà sempre la pena. 1.200 abitanti, 380 aziende vitivinicole, 1000 ettari vitati sui 1238 totali, sono i dati che fanno capire bene dove siamo e cosa aspettarci. Il paese vanta un bellissimo centro storico medievale, dominato dal castello dei Roero. Struttura antica, che deve la sua imponenza alla massiccia torre cilindrica ornata da archetti pensili e merli guelfi. Un classico. Qui però il bello non è solo sopra, ma anche e specialmente sotto: il sottosuolo del centro storico offre un suggestivo itinerario tra i crotin, antiche cantine scavate nel tufo, uniche nel loro genere. Crotin quale naturale conseguenza della grande produzione vinicola che, tra i tanti prodotti di cui in primis il Moscato, è distintiva nel suo Gamba di Pernice, storico vino da vitigno a bacca rossa, color rubino, fruttato e speziato.
Ad una manciata di chilometri ecco Canelli, capitale dello spumante con una via per gli innamorati all’ombra di gioielli barocchi e un dedalo di tunnel e gallerie scavate nel tufo calcareo delle fondamenta cittadine, tra il XVI e il XIX secolo: le Cattedrali Sotterranee, Patrimonio Unesco, dal 2014. Posto veramente unico che quando si parla di vino, da borgo diventa subito città, ben felice di celebrare la sua arte enoica, portata ad identità territoriale. Identità da scoprire sopra e sotto terra. Identità da sviscerare e apprezzare all’Enoteca Regionale di Canelli e dell'Astesana, nel cuore cittadino in uno storico edificio, arricchito da un cortile tranquillo e prezioso. Realtà nata, nel 1997, per valorizzare e promuovere l’immagine del territorio e dei vini di qualità prodotti in zona, si presenta oggi con il suo Wine Shop, il Ristorante Osteria dei Meravigliati e lo IAT, Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica che gestisce.
A chiudere, Moasca, altro borgo da sogno, caratterizzato dall'antico castello e dalle sue due imponenti torri circolari. Importanti resti dell’edificio costruito nel 1351 sopra una ancor più antica fortificazione, visibile in una delle miniature del Codex Astensis, rasa al suolo una cinquantina d'anni prima. Non perdetevi di salire in cima per godere dalla sua terrazza di una vista unica su tutto l’Astigiano e sulle onde di filari che caratterizzano colli e colline. Non perdetevi, da domenica prossima, 2 marzo, l’arte visionaria di Franco Francescato, artista contadino che scavava dentro le cose, esposta in alcune sale con la mostra “Inside”, percorso tra opere realizzate con componenti elettronici di vecchi fax, computer e televisori, riassemblati con creatività e ingegno da un visionario esploratore d’interni a caccia dell’essenza delle cose.