Prevenire il disagio giovanile e la microcriminalità è stato l’obiettivo della serie di incontri sul tema della sicurezza, conclusi questa mattina, giovedì 27 febbaio, rivolti agli studenti dell’Istituto Artom. Tale iniziativa è nata “dall’esigenza di creare un dialogo fra noi e voi, per cercare di comprendere le tematiche e dinamiche di interesse comune”, ha spiegato il questore di Asti Marina Di Donato rivolgendosi ai giovani in sala.
Stiamo parlando di fenomeni di un impatto sociale importante: “Gli atti di violenza che sono stati commessi in un’età che va dai 15 ai 18 anni sono in aumento”, ha ricordato. Ma per quale ragione il crimine è così affascinante per i ragazzi? “Ai giovani viene proposto un modello di ascesa sociale fondato sulle prospettive di rapido e facile guadagno”, ha risposto Di Donato.
Portando l’esempio dell’incontro avvenuto ieri alla Casa di reclusione di Asti per la presentazione del libro “Una penna per due mani”, scritto dai detenuti e da alcuni studenti dell’Istituto Monti, Di Donato ha sottolineato l’importanza della presa di coscienza delle proprie azioni, sia da un punto di vista giuridico sia morale. “Il non rispettare la legge significa assumersi consapevolmente la responsabilità di ciò che si compie. Vorrei che i giovani vedessero le forze dell’ordine non come avversari, ma garanti dei diritti”, ha concluso Di Donato.
Il confronto con gli studenti
Accesso e produttivo il dialogo tra gli studenti e l’ispettore PierPaolo Cortale e l’agente scelto Diego Raschellà della squadra mobile della Questura di Asti, per sensibilizzare i ragazzi sulle condotte che si manifestano più frequentemente tra i giovani e che costituiscono reato.
Molte sono state le informazioni condivise con gli alunni, anche grazie agli interventi della polizia scientifica: dalla definizione di reato alla distinzione tra furto e rapina, dall’illustrazione del concetto di impunità agli esempi pratici di comportamenti criminali, dalla pericosità della rissa al porto abusivo di armi, compreso il possesso di lame e coltelli.
Se non si conosce la conseguenza giuridica di alcuni comportamenti, il rischio è di non considerare la propria azione punibile penalmente: “Si hanno delle conseguenze penali: doversi imbattere in età adolescenziale in una situazione complessa, di avvocati e processi, non è semplice, soprattutto in un momento in cui si dovrà cercare lavoro in futuro. Infatti si assiste sempre di più a casi in cui si richiede il casellario giudiziale: la persona deve essere priva di pregiudizi di polizia”, ha voluto sottolineare Cortale.
Le misure di prevenzione
Specifiche misure di prevenzione sono state spiegate dalla dottoressa Di Donato: “Limitano in maniera importante alcune tipologie di situazioni: molte sono state aumentate, come nel caso del Daspo Willy, incrementato con il decreto Caivano, per combattere i reati e la violenza minorile”.
Doni speciali sono stati consegnati alla conclusione dell’intervento del questore ai membri della polizia di stato di Asti che hanno partecipato alla realizzazione degli incontri. “Un ringraziamento tangibile a nome degli studenti e dell’Istituto, per averci condotto e guidato in questi percorsi di sensibilizzazione. Il messaggio rivolto ai ragazzi è solo questo: pensare con la propria testa”, ha concluso il dirigente scolastico dell’Artom Franco Calcagno.