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Attualità | 25 febbraio 2025, 06:51

Cinque anni fa i primi positivi all'hotel Bel Sit: il giorno in cui scoprimmo che la Cina era troppo vicina

"Fu il battesimo del fuoco": il sindaco Maurizio Rasero ricorda il primo focolaio Covid che interessò gli astigiani

Le misure di contenimento attorno all'hotel Bel Sit

Le misure di contenimento attorno all'hotel Bel Sit

Era il 25 febbraio 2020 quando l'Astigiano piombò improvvisamente nell'incubo del Coronavirus. Dopo settimane di apprensione, con notizie allarmanti che giungevano dalla lontana Cina e sembravano riguardare un mondo distante dal nostro, il virus fece la sua comparsa anche nelle nostre terre. Il primo focolaio che coinvolse direttamente i cittadini astigiani fu quello dell'Hotel Bel Sit di Alassio, dove 34 anziani della nostra provincia, in vacanza per i soggiorni marini organizzati dall'amministrazione, si ritrovarono bloccati in quarantena dopo la scoperta di un caso positivo tra gli ospiti della struttura.

Quello che all'inizio sembrava un episodio isolato si trasformò rapidamente in un'emergenza senza precedenti, che avrebbe segnato profondamente la vita di tutti nei mesi e negli anni successivi. 

A cinque anni di distanza, ripercorriamo quei momenti attraverso le testimonianze di chi si trovò in prima linea a gestire una crisi che nessuno aveva mai affrontato prima: sindaci, amministratori, operatori sanitari e cittadini comuni, uniti nel tentativo di arginare un nemico invisibile e sconosciuto.

"Quella notte all'Hotel Bel Sit": intervista al sindaco Rasero a cinque anni dal primo focolaio Covid

Sindaco Rasero, sono passati cinque anni dal primo focolaio che ha coinvolto gli astigiani all'Hotel Bel Sit di Alassio. Che ricordo ha di quando arrivò quella notizia?

Guardavamo tutti la televisione quando ci hanno informato dalla prefettura. Erano giorni che ci si sentiva spesso per questo focolaio. In quella struttura c'erano degli astigiani che hanno avuto la sfortuna di incrociare il turno precedente - c'erano sia lombardi che piemontesi. Il gruppo di astigiani aveva iniziato la sua prima settimana proprio quando gli altri stavano concludendo la loro seconda settimana prima di tornare a casa.

Come avete gestito l'emergenza con gli ospiti bloccati?

Ricordo che furono tutti bloccati nelle proprie camere. Telefonavo personalmente ad alcuni di loro per cercare di capire se stavano bene, se ricevevano regolarmente i pasti. Abbiamo raccolto diverse segnalazioni, che abbiamo trasmesso sia agli albergatori che all'amministrazione della città. Poi c'è stata l'organizzazione del pullman per riportarli a casa, quella notte, fermandoci abitazione per abitazione.

È stato difficile gestire quella situazione completamente nuova?

È stato il battesimo del fuoco. Mentre dopo abbiamo iniziato a capire, a studiare, a informarci su tutti i punti, quello è stato uno dei primi episodi. L'hanno presa alla sprovvista tutti, ovviamente nessuno sapeva come reagire. Però ricordo le telefonate personali con molte di quelle persone, un po' per rassicurarli, per fare coraggio, per dire che stavamo cercando di fare tutto il possibile per farli tornare a casa il prima possibile.

Con il senno di poi, dopo cinque anni, cambierebbe qualcosa nella gestione dell'emergenza?

Avrei fatto tutto uguale, perché siamo stati i primi in tante cose. Ho ascoltato tutti, ma poi ho deciso, non mi sono lasciato prendere dal panico. All'inizio certa gente mi insultava perché non facevamo come altri comuni che buttavano acqua nelle strade, interventi che erano solo di facciata e che l'ARPA regionale, mesi dopo, ha confermato essere stati inutili, rischiando anzi di inquinare le falde acquifere."

Quali sono state le decisioni più controverse?

Ricordo la riapertura del mercato, quando c'era gente che rischiava di non arrivare a fine mese. Tutti dicevano che ero pazzo, ma abbiamo riaperto in sicurezza, con le distanze, distribuendo guanti e mascherine, facendo fare la sorveglianza agli alpini e altre associazioni. Poi la scelta del centro vaccinale in via Guerra - anche lì, all'inizio, tutti a criticare. Ma abbiamo gestito magistralmente l'emergenza, e credo che anche grazie a come abbiamo gestito il Covid siamo stati poi riconfermati dai cittadini che ce l'hanno riconosciuto.

Lei ha visitato più volte la Cina. Che differenze ha notato nella gestione dell'emergenza?

La Cina ha messo in campo misure molto più dure e restrittive dell'Italia, ma questo ha consentito di non bloccare la produzione e di limitare i danni economici. Ci sono state persone bloccate a vivere in fabbrica per continuare a lavorare. Hanno fatto un blocco totale di tante persone e hanno avuto la forza di mantenerlo, ma questo ha permesso loro di uscire prima dall'emergenza, senza avere ondate successive come nel resto del mondo.

Quale lezione ci lascia questa esperienza?

Il modello cinese non sarebbe stato applicabile in un paese occidentale come il nostro, dove si richiedono sempre più libertà e diritti senza preoccuparsi dei doveri. Come dicono i cinesi stessi, in ogni paese ci sono situazioni diverse e i governanti devono dare risposte adeguate ai propri cittadini. L'importante è che le decisioni prese portino risultati positivi per la comunità.

Migliasso "Mi ricordo i bambini piccoli con le mascherine"

L'emergenza Covid ha rappresentato una sfida senza precedenti anche per gli amministratori locali, costretti a fronteggiare una situazione completamente nuova con strumenti e conoscenze in continua evoluzione. Davide Migliasso, sindaco di San Damiano d'Asti, condivide le sue riflessioni su quel periodo che ha segnato profondamente il suo primo mandato amministrativo.

"Sicuramente tutto il comparto legato al Covid è stato uno degli aspetti più significativi del mandato amministrativo 2019-2024," spiega "Ha coinvolto la maggior parte delle amministrazioni della provincia di Asti, tra cui la mia. Era il mio primo mandato e mi sono trovato di fronte a questa emergenza sanitaria del tutto nuova, dove tutto era da inventare anche nella gestione."

Il primo cittadino ricorda come l'inesperienza sia stata un fattore comune a tutti gli amministratori: "Eravamo praticamente tutti un po' inesperti. I primi atti più significativi che ci siamo trovati ad adottare sono stati quelli di capire come fronteggiare questa emergenza, come cercare di contenerla il più possibile."

Nonostante le difficoltà, Migliasso sottolinea l'impegno costante: "Ci abbiamo lavorato tanto, a volte le situazioni preoccupavano, però abbiamo sempre cercato di fronteggiare senza mai arrenderci, mettendo in campo tutte le conoscenze ed una rete molto importante che si è venuta a creare tra pubblico, privato e sanità."

Tra i ricordi più vividi del sindaco emergono due immagini particolarmente toccanti: "Ci sono due situazioni che mi hanno fatto molto riflettere. La prima riguarda i bambini piccoli che indossavano le mascherine, molti dei quali sono nati e hanno avuto i primi contatti con i genitori e le persone più vicine indossando mascherine, creando un contesto completamente nuovo. La seconda situazione riguarda le realtà di paesi e città completamente deserte, un altro aspetto molto impattante e rilevante."

Il pensiero del sindaco va anche a chi non è riuscito a superare l'emergenza: "Voglio rivolgere un ricordo a tutti coloro che purtroppo da questa emergenza sanitaria non ce l'hanno fatta e quindi una vicinanza anche alle rispettive famiglie."

Guardando al futuro, Migliasso riconosce che la pandemia "Ha lasciato sicuramente degli strascichi molto importanti, ma per fortuna si è riusciti a superare."

 L'esperienza, pur nella sua drammaticità, ha dimostrato come la collaborazione tra istituzioni, cittadini e mondo sanitario possa rappresentare una risorsa fondamentale per affrontare anche le sfide più complesse.

La cronistoria dell'irruzione del Covid nell'Astigiano

31 gennaio 2020: Il governo italiano dichiara lo stato di emergenza e sospende i voli da e per la Cina dopo i primi due casi confermati di COVID-19, due turisti cinesi a Roma

21 febbraio 2020: Viene identificato il primo focolaio italiano a Codogno (Lombardia). Un uomo di 38 anni risulta positivo, diventando il "paziente 0". Seguono misure di lockdown localizzate

22 febbraio 2020: C'è allarme per un caso sospetto arrivato al  pronto soccorso di Asti. Il tampone darà poi esito negativo

23 febbraio 2020:  Si allestisce la tenda pneumatica di fronte all’ingresso del Pronto Soccorso

23 febbraio 2020: La Regione Piemonte chiude le scuole di ogni ordine e grado, ma sospende anche lo sport, gli eventi e i concerti

25 febbraio 2020: Primo caso accertato di Covid su un cliente dell'hotel Bel Sit di Alassio . Nella struttura anche diversi astigiani

26 febbraio 2020: primo ricovero ad Asti

2 marzo 2020: Sono dieci i pazienti ricoverati all'Ospedale di Asti. Si valuta il primo trasferimento in terapia intensiva di un paziente

4 marzo 2020: Il governo chiude scuole e università in tutta Italia per contenere la diffusione del virus

6 marzo 2020: Salgono a 47 i positivi nell'Astigiano. 4 i ricoveri in terapia intensiva

6 marzo 2020: La Provincia di Asti chiude tutte le palestre in via precauzionale

7 marzo 2020: in serata il Governo Conte annuncia le zone di contenimento . Asti è tra le province interessate dal decreto. C'è confusione sulle misure da seguire

9 marzo 2020: Il primo ministro Giuseppe Conte annuncia il lockdown nazionale, estendendo le restrizioni a tutto il paese con il decreto "Io resto a casa"

10 marzo 2020: Primo decesso per Covid ad Asti

21 marzo 2020: L'Italia supera la Cina per numero di morti, diventando uno degli epicentri globali della pandemia

Alessandro Franco

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