Lunedì 24 febbraio la comunità romena festeggerà il Dragobete, la festa degli innamorati, celebrata fin dai tempi antichi tra vecchie credenze popolari, religiose e leggende del passato.
Questo particolare San Valentino romeno ha origine dal mito di “Dragobete”, divinità mitologica simile al Cupido. Per i daci, antichi abitanti della Romania, Dragobete era il dio campestre dell’amore che univa tutti gli animali della terra all’inizio della primavera.
Simbolo della primavera e del risveglio della natura, viene tramandato che in questo giorno gli uccelli si fidanzavano e Dragobete decise, allora, di celebrare queste unioni.
Per questo motivo, secondo le credenze popolari, in questa giornata non si possono sacrificare animali.
Secondo la tradizione, le giovani donne raccoglievano la neve fresca per lavarsi i capelli, credendo che li rendesse più belli. I giovani dei villaggi, vestiti a festa, si riunivano davanti alla chiesa e, successivamente, andavano nel bosco a raccogliere i primi fiori di primavera, che le ragazze conservavano fino alla festa delle “Sanziene” il 24 giugno, per poi gettarli nei fiumi.
Al ritorno, le ragazze correvano e, se un ragazzo riusciva a raggiungere la propria amata, poteva baciarla in pubblico, gesto simbolico di fidanzamento per un anno.