La piscina comunale coperta di Asti resterà chiusa almeno fino a settembre a causa del crollo di una parte della controsoffittatura avvenuto martedì scorso. Una notizia che ha scosso la comunità sportiva astigiana, costretta ora a migrare verso altre città per proseguire le attività.
Durante l'incontro tra il sindaco Maurizio Rasero e i rappresentanti delle società sportive, è emerso che i lavori di ripristino non potranno iniziare immediatamente, poiché sarà necessario un approfondito accertamento da parte dell'avvocatura comunale per valutare eventuali responsabilità sui lavori eseguiti nel 2014, ritenuti "non a regola d'arte".
In attesa di sviluppi, l'amministrazione sta valutando la possibilità di rimborsi per le società sportive costrette a utilizzare impianti fuori città e l'eventuale apertura anticipata della piscina estiva, condizioni climatiche permettendo.
Sul tema è intervenuto con fermezza Mario Malandrone, consigliere comunale di Ambiente Asti, che ha puntato il dito contro la gestione dell'amministrazione comunale: "Tra contenziosi e rimpalli di responsabilità, a pagare sono sempre gli sportivi e i cittadini astigiani. Da anni denunciamo l'insicurezza di quel controsoffitto, ma solo ora, dopo il crollo, il sindaco ammette che l'impianto non è sicuro e va rifatto interamente".
Malandrone ha criticato aspramente l'atteggiamento del sindaco, ricordando che pochi giorni prima del crollo lo stesso Rasero aveva minimizzato il problema durante una diretta, colpendo i pannelli con la testa per dimostrarne l'apparente stabilità. "Dopo quella dimostrazione, ci saremmo aspettati interventi tempestivi, invece si è atteso il crollo per prendere atto della gravità della situazione", ha dichiarato il consigliere.
Il rifacimento dei 1000 metri quadrati di controsoffittatura si prospetta un intervento complesso e costoso, e Malandrone ha sollevato ulteriori interrogativi: "Chi pagherà questi costi? Ancora una volta la collettività? In questi dieci anni, quali controlli sono stati fatti? E perché, se ora l'impianto è considerato pericoloso, non si è agito prima per metterlo in sicurezza?".
Il consigliere ha inoltre sottolineato come la giunta Rasero stia cercando soluzioni per supportare le società sportive, ma senza chiarire le responsabilità di chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza dell'impianto: "Non basta parlare di rimborsi o di aperture anticipate della piscina estiva. Bisogna fare luce su una gestione evidentemente carente e su controlli mai effettuati. La sicurezza degli utenti doveva essere una priorità, non una conseguenza di un incidente evitabile".
La vicenda, ormai diventata un caso politico, continua ad alimentare polemiche: nell'attesa delle verifiche tecniche e delle decisioni dell'avvocatura comunale, resta il dato di fatto: la piscina coperta resterà chiusa per molti mesi.